Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

sabato 13 giugno 2015

Ah, l'amour!

Sull’amore assoluto bramato dalla Fallaci


No, l'amore fisico è  assai più di un mezzo per continuare la  specie. E' un mezzo per parlare, comunicare,  farsi compagnia. E' un discorso fatto con la pelle anzi­ché  con le parole.  E finché dura,  niente  strappa alla solitudine quanto  la  sua ma­terialità. Niente riempie e arricchisce quanto la  sua tangibilità. Però è  anche la più potente droga che  esista,   la più grossa fabbrica d'illusioni e di  equivoci che la natura ci abbia fornito.  La droga appunto dell'oblio.  L'illusione  che l'o­blio duri per  sempre. L'equivoco di venir amati  con  l'anima da  chi ci ama esclusi­vamente col corpo, da chi per egoismo o paura rifiuta le assolutezze dell'amore, preferisce  il falso succedaneo dell'amicizia. Il  tuo caso.  In  che modo me ne sono accorta?     ( .. )  Con  le parole ci siamo detti assai poco  io e te. Col corpo invece ci  siamo detti molto, ed io non  ho perso una  sillaba di ciò che dicevi.  Il nostro non è  che un  contatto epidermico,  dicevi un  esercizio di  sesso,  un'appagan­te ginnastica,  un dialogo fra  sordomuti. Non mi basta,  dicevi, preferisco l'amici­zia.  Peccato  che tu non  abbia udito neanche una  sillaba di  ciò  che dicevo. L'a­micizia non  può rimpiazzare l’amore, dicevo. L'amicizia è un ripiego effimero,  ar­tificioso  e  spesso menzognero. Non  aspettarti mai dall'amicizia i miracoli che l'amore produce, gli amici non possono  sostituire l'amore. Non possono  strappare alla solitudine,   riempire  il  vuoto, offrire quel  tipo di compagnia. Hanno  la propria vita, gli amici, i propri amori. Sono un'entità indipendente, estranea, una presenza transitoria e soprattutto priva di obblighi. Riescono a  essere amici dei tuoi ne­mici, gli amici. Vanno e vengono quando gli pare o gli serve, e  si dimenticano fa­cilmente di  te : non  te ne  sei accorto?  Oh, andando promettono montagne. Magari  in buona fede.  “ Conta  su di me “,  “ rivolgiti a me “, “ chiama me “. Però  se li chiami, nella maggior parte dei casi non li trovi. Se li trovi, hanno qualche impegno inderogabile e non vengono. Se vengono, al posto delle montagne ti portano una mancia­ta di ghiaia : gli avanzi, le briciole di sé  stessi. E tu fai la medesima cosa con loro.No, a me non basta l'amicizia. Io ho bisogno d'amore. Ho bisogno di amare e d'essere amata con gli obblighi dell'amore, le scomodità dell'amore, le assolu­tezze e le tirannie dell'amore :  l'amore del   corpo  e dell'anima. 
Da :  " INSCIALLAH "  di  ORIANA FALLACI


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