Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

venerdì 3 gennaio 2020

Su alcune disavventure romanzesche




Ai veri scrittori piace mettere in imbarazzo i loro protagonisti e questo anche per renderli più vivi e più apprezzabili. I lettori infatti capiscono meglio un individuo che di tanto in tanto sbarelli e in cui possano riconoscersi che un genio la cui perfezione appia inumana. Ciò premesso godiamoci i seguenti estratti.

Cominciamo con un brano di ALDO BUSI tratto da : SODOMIE IN  CORPO 11 “ :
<< .. Amenità gardesan-africane : il venditore di cedri all'entrata di  Sirione - cedri a quarti, e arance, ma soprattutto noci di cocco: un pezzo lire 500 -, dopo anni che sognava di venire in Kenia, appena messo piede nel giardino del Whitesands Hotel, disseminato di palme gigantesche e esili,  è stato atterrato da una noce di cocco - con mallo- che gli ha spaccato la testa. E' già in lista d'attesa per il volo immediatamente successivo – dopodomani - e con una mezza prognosi riservata e l’altra mezza di dominio pubblico. Divertiti i suoi compari. E'  probabile che con questa botta e l'orecchio ciondoloni non faccia neppure in tempo a cambiare mestiere o a optare per un agrumeto, full-board a Agrigento, mettiamo,   da tenere sottocchio sulla carrozzella. L'umiliazione più cocente per i visionari di ricordi nasce dal non essere stati sbranati nel posto giusto dal cliché giusto - che racconta adesso? Che è stato sbranato dalle fauci di una noce di cocco? Non avrà infatti mai l'ardire di raccontare agli avventori dell'osteria, ansiosi di aneddoti africani, che tutta l'avventura consiste nella vendetta della memoria collettiva delle noci di cocco che  lui da una vita sventrava con un coltellaccio gridando << Coccobello! Coccobello! >>, e mettendo da parte per la caccia grossa. .. >>.

Non scherza neppure WILLIAM GOLDING che ne : " RITI DI PASSAGGIO ", scrive :
<< .. Indossavo un vecchio pigiama e la cintura della vestaglia mi stringeva un pò sopra al punto in cui avrebbero dovuto stringermi i pantaloni, che però erano troppo vecchi perché la loro estremità elasticizzata potesse provvedere a tale bisogna. Si stavano comportando come facevano di solito, anche in condizioni opposte. Se stavo dimagrendo, cadevano. Se stavo ingrassando, idem. Avevo in mano il fucile carico, nell'altra la pila e non disponevo di una terza da dedicare ai pantaloni, che a quel punto caddero all'improvviso sotto la vestaglia, in modo che riuscii a trattenerli soltanto stringendo le ginocchia.

Del gran maestro ERNEST HEMINGWAY ho scelto il seguente brano estrapolato da : " AVERE E NON AVERE " :
<< .. Dietro la folla, due giovani cubani che erano appena arrivati e non riuscivano a passare fecero un passo indietro, presero la rincorsa e si gettarono avanti insieme. La prima fila ondeggiò e si gonfiò, poi, a metà di un urlo, la signora Tracy e le due donne che la sostenevano persero l'equilibrio, si piegarono in avanti nel disperato tentativo di ritrovarlo e poi, mentre le due donne riuscivano a mettersi in salvo aggrappandosi freneticamente alla banchina, la signora Tracy, sempre urlando, cadde nell'acqua verde, e l'urlo divenne un tonfo e un gorgoglio.
Due uomini del guardacoste si tuffarono nell'acqua verde chiaro dove la signora Tracy annaspava sotto la luce del riflettore. Lo sceriffo si  sporse dalla poppa stringendo fra le mani una gaffa della barca, e finalmente, spinta dal basso dai due uomini della guardia costiera, tirata per le braccia dallo sceriffo, la donna venne issata sulla poppa dell'imbarcazione. Nessuno tra la folla aveva mosso un dito per aiutarla e, mentre stava grondante,  sulla poppa, la donna alzò gli occhi, agitò i pugni  e gridò : “ Bashtardi! Puttane! “.
Poi guardando nel pozzetto,  gemette : “ Albert. Dove sei? “.
“ Non è a bordo, signora Tracy “, disse lo sceriffo, prendendo una coperta per mettergliela sulle spalle. “ Cerchi di calmarsi, signora Tracy. Cerchi di farsi coraggio “.
“ La dentiera “, disse in tono tragico la signora Tracy. “ Ho perscio la dentiera “.  .. >>

Con il tipico humour inglese, EDWARD MORGAN FORSTER fa dire alla protagonista di : MAURICE  :
<< .. Questa  si  scusò  per  l'esiguità della comitiva.
“ Oh, non fa nulla “, rispose Maurice, e vide che Clive gli scoccava un'occhiata maliziosa : aveva commesso una piccola gaffe. .. >>

Molto gustosa è la disavventura descritta da ANDREA CAM1LLERI  ne " IL CORSO DELLE COSE "  :
S i riferiva a una  storia di paese diventata leggendaria, quella di un pescatore, zio Manuele ap­punto,   il  quale, una notte di burrasca, essendosi accorto che una barca si era sciolta dall’ormeggio e veniva portata al largo dalla corrente, si era messo sgangheratamente a ridere, rappresentandosi la faccia, l'indomani, dell'ignaro proprietario : solo quando per la barca non c'era più niente da fare, che era andata a fondo presa dalle ondate, zio Manuele aveva finalmente capito che si trattava del suo  legno, nello scuro non  riconosciuto.

JACK LONDON invece, ne : “ IL CORAGGIO DELLE DONNE “ racconta :
<< .. Poi un giorno, incontrammo due fantasmi che viaggiavano attraverso il Silenzio. Erano un uomo e un ragazzo, ed erano bianchi. Il ghiaccio si era rotto sul Lago Le Barge, e così avevano perduto il loro equipaggiamento. Ciascuno di loro portava sulle spalle una coperta. Di notte, accendevano un fuoco e vi si accucciavano accanto fino al mattino. Possedevano un pò di farina, che mescolavano con l'acqua calda e bevevano. L'uomo mi mo­strò le tazze di farina, e Pelly, devastata dalla carestia, si trovava a 300 km di distanza. Aggiunsero che dietro di loro veniva un indiano; e che avevano spartito la farina in parti uguali, ma che lui non ce la faceva a tenere il passo. Non credetti che avessero diviso in parti uguali, o l'indiano sarebbe stato in grado di mantenere l'andatura. Ma cibo non potevo dargliene. Cercarono di rubare un cane - il più grasso, che era molto magro - ma gli misi la pistola sotto il naso e dissi loro di andarsene. E si allontanarono, come ubriachi, verso Pelly, attraverso il Silenzio. .. >>.

Citiamo adesso  ancora ANDREA CAMILLERI. Ne : " IL LADRO DI MERENDINE " narra :
“ Qual'era la posizione? >>, s’informò suo malgrado il commissario.
“ Appena fuori dalle nostre acque  territoriali “.
“ E voi siete corsi “.
“ Veramente tocava alla motovedetta Lampo che la xera più vicina “.
“ E perché la Lampo non ci andò? “.
“ Perché un’ora avanti era stato  lanciato un SOS da un peschereccio che imbarcava acqua da una
falla. Alla Lampo ghe xé andà drio il Tuono e cuss’ un largo tratto de mare restò sguarnìo “.
“ Fulmine, Lampo, Tuono : sempre malotempo  in marina “.


Il colmo dell’equivoco lo raggiunge la protagonista di  JIL KAROLY in WONDERBRA DELLE MIE BRAME “, leggiamolo :
<< .. “ Sotto di me vegeta un professore di latino incartapecorito. Hai presente il genere?  Di quelli con la gotta al braccio e quattro capelli in croce.   Soffre di insonnia presenile e cammina avanti e indietro tutta  la notte! “.
“ Declamando  Tacito? “, chiese  il tipo. Però; non  ero la sola dotata di fervida fantasia.
“ Esattamente! “. A dire il vero non avevo mai visto in faccia il professore in questione,  ma tutti i professori di latino erano così. Era impossibile avere anche  solo una punta di vitalìta’ insegnando una  lingua morta come il latino.
“ Chissà che palle! “, disse e insieme cominciammo a fantasticare senza freni sulla vita squallida del professore di latino, mentre io divoravo avidamente il mio kebab. Eravamo d'accordo sul  fatto che non avesse discendenti -quale donna si sarebbe fatta mettere incinta da un professore di  latino? - e che un giorno o l’altro  l'avrebbero portato fuori  in una bara.
Dopo un'altra birra lasciammo  il -Kara  Deniz-. Mi fermai davanti a casa e con le punte  degli stivali raspai nella neve.
“ Buonanotte “. Dissi. “ A proposito, come ti chiami? “.
Il tipo guardava per terra imbarazzato. “ Julius “, disse dopo una breve  esitazione.
Con quel nome mi sarei vergognata anch'io, al posto suo.
“ E tu? “, ora era lui a raspare nella neve con  i suoi stivali.
“ Caro .. “, ingoiai il suffisso : “ line “,  per precauzione .
“ Allora  ci vediamo! “.
Non troppo presto, possibilmente, presi di tasca le chiavi di casa  e feci per aprire il  portone. Julius non accennava ad andarsene.
“ Sono  stanca, morta! “, sbadigliai ostentatamente. “ Ho urgente bisogno di andare  a nanna “.
“ Anch' io “.
Era in cerca di un'avventura da una notte? O era uno stupratore ricercato dalla polizia che aveva scelto proprio me come valvola di sfogo dei  suoi  istinti più biechi? Già mi immaginavo  la classica  scena, da thriller. Mi avrebbe spinta nell'androne squallido e buio e si sarebbe avventato su di me   stringendomi alla parete. Era visibilmente più forte di me e, se avesse voluto, mi avrebbe violentata senza fatica. C'era solo da sperare che Elsie avesse il sonno leggero e udisse  in tempo le mie urla disperate.
“ Be', che aspetti? “, Julius adesso cercava di entrare.
“ Che aspetto? “, gridai in preda alla collera. “ Che tu  te ne vada, cazzo! “.
“ lo abito qui “, disse con  affettazione. “ E non vedo l'ora di dedicarmi alle mie letture notturne di Tacito “.
Brandì una chiave  del portone identica alla mia, aprì, accese la  luce e mi spinse nell'ingresso.
“ Sei  tu  il  professore? “, chiesi  esterrefatta. .. >>.

Questa volta non si tratta di una disavventura ma di un fatto tragico. E’ JACK LONDON, un autore che ha vissuto in prima persona la dura vita della fame, della sete in condizioni estreme, a raccontarcelo ne : “ L’AMORE DELLA VITA “ :
<< .. Per tutta  la notte udì   il   lupo malato   che  tossiva  e  i  gridi  rauchi  dei giovani  caribù. Era  circondato  dalla vita,  ma   si  trattava di una  vita forte,   in buona  salute e prosperante,   e  sapeva che  il  lupo malato  stava  seguendo  la pista dell'uomo nella speranza che  l'uomo sarebbe morto per primo.  Il mattino dopo, aprendo gli occhi,  lo  sorprese che lo  guardava  avido  e  affamato.   Se ne   stava raccolto,   con  la coda  tra le gambe, come un cane miserabile e desolato. Rabbrividiva al freddo del mattino, e digrignò i  den­ti  depresso quando  l'uomo gli rivolse la parola con una voce  che non  era più  che un  rauco  bisbiglio. .. >>.

Ancora la bizzarria lessicale condita con la causticità causata dalla falsità del prossimo di ALDO BUSI. Sentiamo cos’ha da dirci in questo brano tratto da : “ SUICIDI DOVUTI “ :
<< .. “ Ma suor Lucia, l'Attanasio respira ancora “, le dissi quando per la prima e non l'ultima volta vidi le tenaglie appannarglisi in bocca al morto, “ Dà qua, cagasotto “, mi disse suor Lucia strappandomele di mano e poi disse, “ Cosa vuoi che respiri e respiri? Perché mai dovrebbe respirare uno di 90 anni con quel bisogno di posti-letto che abbiamo? Eh, perché? Questo qua respira come te .. >>, e io, “ Però, a me, sembra che.. “, suor Lucia ci diede un taglio, “ Tua nonna respira!.. “. ( .. )
.. Si, volevo dire a suor Lucia, mia nonna per respirare respirava, ma respirava per sé, per me mai una sola volta, lei il fiato era buona solo a togliermelo, era della stessa stirpe delle Bentivoglio, quella petenfia .. E suor Lucia fece leva sui manici per quel poco che restavano fuori dalla mandibola inferiore, “ Ecco fatto “, disse agitandomi sotto il naso il dente d'oro stretto nei magli delle tenaglie e il vecchio Scutari Attanasio, mi ricordo ancora come si chiamava per intero, diede in un rantolio, sbatté le gambine nude già sotto il sudario e spirò al 100%. .. >>.

Sempre Aldo Busi in : " VITA STANDARD DI UN VENDITORE PROVVISORIO DI COLLANT " :
<< .. Chissà se il professor Schmidt o Muller o Gottlieb erano stati messi al corrente che quella donna aveva subito due elettroshock durante la guerra e che lui, Angelo a quei tempi era ancora un'errabonda possibilità nelle palle di suo padre che spiccavano un  salto da un convoglio di prigionieri diretto  in  Germania e a piedi rag­giungevano Brescia dal Brennero. .. >>.




La banca Centrale polacca, tedesca, ecc. rientrano dell'oro affidato alle banche Centrali di Londra e New York


 



In un  articolo di Altroconsumo n. 1345 del 18 12 2019 viene riferito  che La Banca centrale della Polonia che : << .. Circa 100 tonnellate d'oro, ovvero poco meno di 4,5 miliardi di euro, sono stati riportati a Varsavia dai caveau della Banca centrale d'Inghilterra. È solo la voglia dei polacchi di voler riappropriarsi dell'oro tenuto all'estero, o dietro questo movimento c'è qualcosa di più?
La manovra polacca non è isolata: diverse altre Banche centrali in Europa hanno già effettuato il rimpatrio di parte delle proprie riserve aurifere detenute all'estero. La protagonista principale è stata la Banca centrale tedesca: nel giro di pochi anni, tra il 2012 e il 2016, ha rimpatriato 300 tonnellate d'oro da New York e 374 tonnellate d'oro da Parigi. Ha condotto le operazioni alla svelta visto che inizialmente puntava a raggiungere questo risultato entro il 2020. Anche la Banca centrale olandese si è mossa prima della polacca: già a fine 2014 la percentuale di oro presente in Olanda era salita al 31 % del totale di sua proprietà ( il resto è tra gli Usa, il Canada e il Regno Unito) rispetto al misero 11 % di qualche anno prima.
Non c'è, però, solo il fenomeno del rimpatrio: le Banche centrali stanno anche acquistando ulteriore oro. Si stima che gli acquisti complessivi alla fine del 2019 si attesteranno su livelli superiori a quelli medi degli ultimi dieci anni. A far da traino sono le Banche centrali di Russia e Cina, che, rispettivamente, nei primi nove mesi del 2019 avrebbero acquistato 145 e 106 tonnellate d'oro. Forti acquisti anche da Kazakistan e Turchia.
Gli acquisti potrebbero essere legati all'esigenza di essere meno dipendenti dagli Usa - i dollari Usa hanno fatto la parte del leone nei bilanci delle Banche centrali di Cina e Russia fino a qualche anno fa. Ma potrebbe esserci di più. La Banca centrale olandese, da qualche mese, sul suo sito scrive che "...L’'oro mantiene sempre il suo valore, crisi o no... È l'ancora di salvezza di tutto il sistema finanziario. Se questo collassa, si può usare l'oro per costruirne uno nuovo". Anche altre Banche centrali stanno sempre più facendo riferimento all'importanza dell'oro in caso di crisi finanziaria. Che gli acquisti e i rimpatri si possano giustificare col timore che la crisi sia davvero dietro l'angolo? Del resto la mole di debiti nel mondo ha raggiunto nuovi record storici: quasi tre volte superiore alla ricchezza globale. E dopo anni di tassi sottozero, le munizioni a disposizione delle Banche centrali per fermare l'esplosione di una nuova crisi finanziaria sembrano limitate.