Paideia : 2 il punto della situazione
Dal secondo
dopoguerra ad oggi abbiamo conosciuto in Europa Occidentale un periodo di pace
e benessere senza precedenti che ha indotto a tralasciare modi di essere che
non fossero “ faciloni “ ed edonisti. Ma i tempi stanno cambiando ed è
probabile che le incertezze individuali diventino man mano più esasperanti.
Se è vero infatti che le nuove generazioni hanno
una migliore opinione di sé, questa sicurezza non è conseguenza di un maggior equilibrio interiore ma delle
attenzioni della famiglia e della società ed è quindi probabile che si
sciolga come neve al sole all’insorgere delle prime difficoltà. Il benessere
poi, che offre soluzioni e status symbol
che in realtà hanno poco a che vedere con le effettive esigenze individuali,
crea non poca confusione a livello di ricerca di obiettivi formativi validi.
Senza contare infine che sempre più
spesso gli uomini di spicco sono frutto di operazioni mediatiche e non di
eccellenze di vita o professionali. Cosa
che esaspera l’illusione che il successo conseguibile adottando
opportunisticamente stili di vita e discipline “ alla moda “ renda felici.
Del resto, se è
innegabile che la nostra società genera opportunità che hanno del fantastico ( lotterie e giochi milionari,
gare di solidarietà, carriere straordinarie a sconosciuti in forza di fortunati
influssi mediatici, ecc ), è altrettanto
scontato che queste sono per pochi e ai milioni di esclusi non resta che rodere
d’invidia. Con i più vivissimi ringraziamenti di maghi, astrologi, chirurghi
plastici, dietologi, sette religiose e non, produttori e spacciatori di
droghe, meretrici, pervertiti, psicologi, consulenti matrimoniali e chi più ne ha ne metta, che si
spartiscono i miliardi di euro di onorari che gli ambiziosi, gl’insoddisfatti,
i delusi e quelli “ andati fuori di melone “, sono disposti a sborsare,
vuoi per cercare di “ rimanere “ in
gioco, vuoi per procurarsi una qualche forma di conforto. Sempre ché poi non
decidano di suicidarsi, fenomeno in costante aumento.
Qualcosa non
funziona dunque e questo “ qualcosa “ ha a che vedere con la sottovalutazione
dell’essere in armonia con sé stesso e con l’Universo, a fronte di un presunto
diritto a “ Essere “. Il diritto però è una prerogativa
umana, non naturale.
In Natura infatti
non vi sono cose giuste o sbagliate ma un precario equilibrio complessivo
mantenuto dalla temporanea risultante ( e qui il tempo
si misura in Ere ), delle tensioni contrapposte
in gioco.
Nell’Universo dunque non c’è spazio per pretese o
certezze. Indipendentemente dalla nostra bontà o cattiveria la Terra da un
momento all’altro potrebbe essere oggetto di sconvolgimenti tali da venire
distrutta, oppure da cancellare gran parte delle forme di vita oggi esistenti.
In Natura poi non
esiste altra legge che quella dei rapporti di forza. Il fiume in piena infatti e a
onta di qualunque preghiera o “ magia “, romperà gli argini a meno che questi
non vengano sufficientemente rinforzati, così come la fiera affamata strazierà
la preda che sia meno veloce o abbia minori difese.
Dimenticarsi di questo significa stravolgere, sia
l’ordine naturale delle cose, sia il
ruolo dell’uomo che è quello di
sopravvivere e curare i suoi cari sino a quando le proprie forze,
l’intelligenza e l’eventuale solidarietà della comunità non lo assistano più.
Sono dunque da
mettere al bando presunzioni e ostentazioni non giustificate ed è auspicabile il ritorno a una visione delle cose improntata all’essenzialità.
Se l’uomo infatti non può e non deve
aspettarsi nulla dalla vita se non di sopportare il proprio carico di dolore,
allora non deve illudersi di poter essere altro che quello che può essere per
sé e gli altri sulla base di ciò che sa fare e a questo punto anche le “
pillole di saggezza “ desumibili da ciò che si sa delle ricerche di studiosi sull'argomento possono tornare utili.
Anzi, in un’epoca
come la nostra dove l’Ontologia è morta, la Teologia non convince più e dove
dietro l’egida dello Stato Etico si giustificano appetiti non certo cristallini, l’uomo che cerca conforto e forza in se stesso non può che rimanere
attratto da teorie atte a fortificare lo spirito e la volontà individuale.
Non
solo! Vale la pena poi ricordare che l’uomo non si è evoluto scoprendo la “
pietra filosofale “. La nostra civiltà
infatti ha progredito unicamente grazie al lento ampliamento del patrimonio
delle conoscenze e delle applicazioni che quelle hanno dato luogo. E se questo
è il tema costante della nostra esperienza, nulla indica che in futuro possa
andare altrimenti.
Meglio meno ma meglio dunque! Visto che
i miracoli non sono né frequenti, né a buon mercato, tanto vale allora
pubblicizzare con passione le pillole di saggezza spicciola faticosamente
delineate da uomini straordinari. Meglio meno ma meglio, appunto!
Ancora
una cosa. Non vogliatemene per i troppi
errori e le manchevolezze, conseguenza della mia personale limitatezza. Spero
di scioglierne alcuni più avanti, continuando a studiare e a proseguire sulla
via della “ crescita interiore “.
Magari
assieme a Voi, o con la volontà rafforzata dalla Vostra simpatia.