Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

domenica 31 maggio 2015

Paideia : 4 la scuola in un mondo che cambia


In questi ultimi decenni le attenzioni della scuola italiana che, per altro è un’organizzazione rigida dove tutto viene predisposto e deciso a livello ministeriale, si sono logicamente rivolte  alla gestione del personale e all’adeguamento di strutture e servizi a standard di sicurezza, ricettività e funzionalità compatibili con le norme e le aspettative della popolazione. In questo contesto l’innovazione della didattica e dei contenuti delle materie, che del resto non può essere slegata da un progetto educativo di ampio respiro, sono state poste in secondo piano e sebbene la scuola cerchi di fare proprie le odierne richieste del mondo del lavoro, che l’Onorevole Tremonti[1] ha riassunto con la formula : << .. Delle « tre i »: inglese, impresa, informatica. .. >>, vi riesce con grande lentezza e col rischio, per altro, di esaurire così la gamma dei possibili rinnovamenti.
Eppure il professore Nicola Abbagnano alla voce " Cultura " del suo " Dizionario di Filosofia “[2] diceva che è necessario : << .. Conciliare le esigenze della specializzazione ( che sono inseparabili da uno sviluppo maturo delle attività culturali ) con quella di una formazione umana totale o almeno sufficientemente equilibrata .. >>.
Certo, mentre : << .. Fino all'avvento dell'Illuminismo .. >>, la parola cultura significava unicamente : << .. Formazione dell'uomo, il suo migliorarsi e raffinarsi .. >>, lo sviluppo moderno : << .. Rende indispensabile la formazione di competenze specifiche, raggiungibili solo mediante addestramenti particolari che confinano l'individuo in un campo estremamente ristretto di attività e di studio .. >>.
Risulta dunque inutile erigersi : << .. Contro di essa, contrapponendole l'ideale classico della Cultura nella sua purezza e perfezione, come formazione disinteressata dell'uomo aristocratico alla vita contemplativa. Dall'altro lato sarebbe ugualmente inutile ignorare o minimizzare i difetti gravissimi di una Cultura ridotta a puro addestramento tecnico in un campo specifico e ristretto all'uso professionale di cognizioni utilitarie .. >>.
Inconvenienti che in primo luogo determinerebbero : << .. Un permanente squilibrio della personalità umana, sbilanciata in un'unica direzione e accentrata intorno a pochi interessi e quindi resa incapace di affrontare situazioni o problemi che per poco vadano al di là di tali interessi .. >>. Nonché gravi danni : << .. Dal punto di vista sociale giacché impedisce o limita fortemente la comunicazione fra gli uomini .. >>, e : << .. Chiude ognuno in un proprio mondo ristretto .. >>.
Non è però possibile delineare un efficace : << .. Progetto di lavoro e di studio .. >>, che : << .. Arricchisca l'orizzonte dell'individuo e mantenga o reintegri l'equilibrio della sua personalità .. >>, finché : << .. non si sia ottenuto una chiara nozione di " Cultura Generale " .. >>.
Ed è proprio questo che manca alla nostra attuale società e che rende le parole del professore, nonostante siano state scritte cinquant’anni fa, di estrema attualità : una visione congrua delle cose del mondo che induca a un operato illuminato.





[1] Giulio Tremonti, Lo Stato criminogeno, Bari 1997, Giuseppe Laterza & Figli
[2] Nicola Abbagnano, Dizionario di Filosofia, Torino, seconda edizione 1971, UTET

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