Capisco
molto poco di finanza ed è proprio per questo motivo che mi sono abbonato ad
Altroconsumo Finanza. Si tratta di un settimanale dove le questioni economiche sono
trattate in modo comprensibile anche per i non addetti ai lavori anche se confesso
di avere parecchie difficoltà a comprenderne appieno il significato. Quel poco
che capisco tuttavia non mi tranquillizza per niente.
Del
resto non si tratta delle questioni di Borsa, che come sappiamo sono operazioni
alquanto rischiose ma dei Titoli di Stato italiani da sempre consideratati
altamente sicuri e in tempi non troppo lontani anche lautamente remunerativi.
Talmente sicuri che secondo Altroconsumo Finanza, nella rubrica “ detto tra noi
“ del numero 1258 del 20/2/18 :
<< .. Gli
istituti di credito nostrani ne hanno in portafoglio una montagna da 344
miliardi (dato di novembre 2017, l'ultimo disponibile). È l’80% del loro
patrimonio .. >>, e se lo Stato non potesse onorare i propri debiti le
banche crollerebbero con lui.
<<
.. Non a caso, le banche stanno cominciando a correre ai ripari, da un lato
aumentando il capitale, dall'altro riducendo l'esposizione ai BTp. A febbraio
2015 l'ammontare di titoli pubblici italiani in mano alle banche era di 434
miliardi, pari al loro intero patrimonio. Ma anche dopo il calo degli ultimi
anni, siamo lontani dai livelli del 2011, quando le banche avevano titoli di
Stato italiani per 219 miliardi, circa la metà del loro patrimonio. ..
>>.
Non
è un caso che : << ..Molti Paesi europei, Germania in testa, stiano
premendo per mettere dei paletti alla quantità di titoli di Stato che le banche
possono avere in portafoglio. Nei prossimi mesi si tornerà a discuterne e se la
proposta tedesca dovesse passare le possibili svolte sono due: o le banche
aumentano di nuovo il capitale, cosa difficile da far digerire al mercato dopo
aver già battuto cassa negli ultimi anni, o vendono BTP, facendone calare i
prezzi. In entrambi i casi, il prezzo dei titoli bancari ne soffrirebbe ..
>>.
Tutto
questo perché, dato l’ammontare del debito pubblico italiano, il rischio che lo
Stato “ fallisca “ non è più così remoto come insegnano le recenti vicende
della Grecia.
In
quel caso infatti ( 2012 ) : <<
.. Atene ha "forzosamente"
scambiato i vecchi titoli di Stato con dei nuovi titoli, provocando forti
perdite. A favorire questo scambio "obbligato" è stato anche il fatto
che i vecchi bond greci prevedevano le CAC, clausole che permettono
all'emittente di modificare le condizioni del prestito senza dover ottenere
l'unanimità dei consensi dei creditori. Bene, anzi male: dal 2013 le CAC sono
state introdotte anche nei titoli di Stato italiani. Solo una clausola teorica?
Forse. .. >>. Ma se lo Stato non ce la facesse a rimborsare i soldi avuti
in prestito, cosa possibilissima dato il livello d’indebitamento, potrebbe
obbligare gl’investitori a cedere i preziosi BTP ad alto rendimento e a
scadenze brevi con altri di nessunissimo valore e a scadenze impossibili, fatto
che rovinerebbe i possessori di Titoli di Stato e le banche in primis.
Da
qualche anno questo pericolo è stato scongiurato in quanto la BCE non ha fatto
che acquistare tutti i titoli in scadenza, facendone salire il prezzo e
azzerandone il tasso d’interesse offerto, cosa che per le casse italiane ha
significato iniezioni di liquido abbondanti e a costo zero. Ma come si è già
detto in altro articolo, le intenzioni della BCE sono di terminare entro qualche
tempo la fase di acquisto, cosa che indurrebbe i privati a comperare
titoli resi appetitosi da tassi
d’interesse alti ( con gran dispiacere dello Stato italiano ), a un prezzo
basso.
D’altro
canto siamo in clima elettorale e i leader politici in lizza fanno a gara per
promettere migliorie che andranno a incidere sulla spesa pubblica e quindi sul
debito dello Stato. Non solo! Da questa nuova tornata elettorale è prevedibile un’ennesima fase di stallo dove le varie
fazioni non otterranno la maggioranza assoluta e dove risulterà difficile
formare coalizioni stabili ed efficienti. Nulla vieta di pensare che uno
scenario del genere non scateni una nuova vendita incontrollata di Titoli di
Stato fatta per realizzarne il valore in denaro prima che la possibile crisi
statale non li faccia diventare carta straccia.
..
E buonanotte al secchio! ..