v L’Italia fallirà?
Dal
primo gennaio 2018 la BCE ( Banca Centrale Europea ), sempre che non vi siano
cambiamenti di programma, ridurrà di 10 miliardi al mese l’acquisto di Titoli
di Stato europei ( oggi il tetto massimo è di 60 miliardi al mese ), e questo
sino a maggio 2018 quando smetterà del tutto di acquistarne. Ciò fatto rialzerà
il costo del denaro. A quel punto l’Italia, che tra l’altro si troverà con un
debito pubblico aumentato ( circa 2400 miliardi di euro ), dovrà rimborsare i
Titoli di Stato in scadenza emettendone di nuovi e a saggi d’interesse
appetitosi. In questo modo il debito salirà, gl’investitori arricceranno il
naso poiché il pericolo che l’Italia fallisca diverrà sempre più consistente e
il Governo non avrà altro scampo se non quello di ridurre il debito tagliando
il bilancio e aumentando le tasse. E’ tuttavia difficile che riesca in breve
tempo a rientrare nei parametri di deficit stabiliti dai trattati europei e a
quel punto rischierà il default come l’Argentina e la Grecia.
Nonostante
dunque il Governo e i media cerchino di non spaventare la gente dando
informazioni rassicuranti circa lo “ stato di salute “ della Nazione questa è
tutt’altro che buona ed è quindi probabile che in un prossimo futuro si debba
tirare la cinghia in tutti i modi possibili, vuoi in quanto il Governo aumenti
le tasse e diminuisca la spesa pubblica come già accennato sopra, vuoi perché
riduca il debito contratto con BTP, CCT E BOT decretando per legge la
cessazione del pagamento degli interessi degli stessi.
Non
solo, onde salvarsi in qualche maniera potrebbe anche allungare le scadenze dei
titoli già in circolazione in modo tale da essere costretto a rimborsarli il
più tardi possibile. Lo potrebbe fare costringendo i proprietari di Titoli di
Stato fruttuosi a convertirli con altri emessi ad hoc che abbiano scadenze più
lunghe e saggi d’interesse praticamente nulli come hanno fatto l’Argentina nel
2005 e la Grecia nel 2012.
Se
sarà così molti piccoli risparmiatori, che da anni confidano nella rendita
garantita da vecchi e buoni BTp saranno praticamente rovinati.
Come
mettersi ai ripari? Altroconsumo Finanza numero 1231 del 18 luglio 2017 e
numero 1232 del 25 luglio 2017 , da cui ho tratto le presenti informazioni,
parlano di vendere al più presto i Titoli di Stato onde evitare di doverlo fare
più tardi quando il loro prezzo diminuirà magari del 40-50%, e acquistare
obbligazioni di emittenti pubblici ( BEI
) che abbiano un migliore rating, ovvero la cui solvenza sia considerata
sicura. Storicamente Obbligazioni del genere danno interessi molto bassi ma
almeno è possibile considerare il capitale al sicuro.
Ma
basterà una simile mossa? O saremo rovinati lo stesso magari dal crollo delle banche che sono piene di
Titoli di Stato oppure dalla conseguente impennata del costo della vita? Sarà
forse meglio seguire i consigli dei vecchi che consigliavano di nascondere i
soldi nel materasso o sarà egualmente inutile? O forse sarà meglio emigrare in
qualche posto più sicuro ( ma quale? ), o spararsi un colpo in bocca?
Troppo
pessimista? E’ probabile .. ma non si sa mai!