E’ avaro, autocritico e intollerante
Il fatto che
il Perfezionista rifugga i piaceri lo rende incline a cercare una compensazione
inconscia nell’avere abbondanza di denari e beni. Una simile tendenza del resto
non è neppure in contraddizione con il suo senso di responsabilità e giustizia
visto che l’avere una famiglia implica pure il dovervi provvedere, così come
l’essere membro di uno stato comporta la necessità di pagare le tasse e
osservarne le leggi.
Si ha dunque a
che fare con un tirchio che, oltre a provare soddisfazione delle risorse che
possiede, le consuma con parsimonia sia perché si sente più sicuro a
incrementare il proprio “ tesoretto “ piuttosto che a spenderlo, sia in quanto
aborre lo spreco.
Ad ascoltar
Naranjo[1]
tuttavia l’avarizia e la rabbia di questo individuo non permea la sua
personalità in modo così determinante come nel caso di altri tipi.
Il nostro uomo
quindi, temendo di finire sul lastrico, risparmia, controlla i conti, si tiene
informato dell’andamento dei mercati e, fatte le proprie valutazioni, investe il denaro nel
modo che reputa più conveniente.
Altra
peculiarità del nostro Perfezionista, derivante dal non essere mai piaciuto ai
genitori e quindi dall’aver acquisito il senso di non valere, è la spietata
autocritica. Che poi è alla base del suo impegno a diventare persona degna di
rispetto perché risaltando i propri difetti accentua il rifiuto di ciò che è a
fronte del desiderio di come dovrebbe essere.
Ecco spiegato
quindi perché non cerca, né di nascondere i propri errori, né di castigarsi, né
di apparire migliore di quello che è. Tende a scusarsi spesso poi, cosa
perfettamente compatibile con la sensazione che ha di essere indegno.
Il nostro uomo
fa pure pochi complimenti e questo in quanto gli è estraneo il rivolgerli a terzi
per mera piaggeria. A suo avviso infatti vanno espressi solo a chi li merita
davvero, salvo poi soffrire di gelosia poiché l’ammettere che altri siano bravi
implica il riconoscersi da meno di costoro.
Senza contare
che le critiche di terzi hanno nel nostro Perfezionista effetti devastanti
perché confermano e quindi aggravano il malessere ch’egli vive in quanto
maldestro o peggio.
Non solo.
Spesso gli ritornano in mente situazioni
del passato dove giudica essersi comportato meno che bene e la cosa continua a
infastidirlo a tal punto da far dire a Rohr ed Ebert che : << ..
Diventa così la coscienza sporca della famiglia e di un popolo .. >>.
Riguardo gli
errori di giudizio attuali, afferma Rognoni, possono : << ..
Provocare in questo tipo una crisi, più o meno grave, da cui egli può uscire
solo grazie alle critiche esplicite del danneggiato o di un eventuale
difensore di questo .. >>.
Il non
sopportare ciò che di sé non va del resto, lo porta a essere intollerante verso
i difetti altrui. Quanto più infatti aumenta in costui, grazie ai miglioramenti
ottenuti, un senso di superiorità che compensa la bassa autostima di cui
soffre, tanto più accresce il disprezzo verso coloro che non tendono a
raggiungere livelli ideali, morali e intellettuali più elevati.
Ma il bello è
che il suo senso della correttezza gli
fa celare il dispetto ( << Non è
educato accapigliarsi e dar spettacolo agli altri del proprio istinto belluino.
Senza contare poi che non è giusto non dare al prossimo il tempo e la
possibilità di cambiare >> ). Con costoro quindi e sino a quando non ne
potrà più, si comporterà come se niente fosse nella speranza che si correggano
da soli.
Il frustrare i
desideri a fronte di un comportamento ideale e, quel ch’è peggio, brigare
perché anche gli altri lo adottino, oltre a rendergli difficoltosi i rapporti
sociali ( in quanto intransigente non accetta situazioni meno che per bene e la
cosa anche se non entra in conflitto con il prossimo gli aliena le simpatie ),
comporta una tensione nervosa che lo costringe a cercare momenti di solitudine
per “ ricaricare le batterie “
Visto che non ama
il prossimo perché a suo avviso corrotto e ancor meno le persone bisognose in
quanto responsabili dei propri guai, la sua caritatevolezza risponde a esigenze di giustizia sociale più che a una
vera partecipazione al dolore e alla frustrazione altrui. E’ per questa ragione
che preferisce pianificare progetti di aiuto ( ospizi, ospedali, carceri
modello, colonie, ecc. ), invece di porgerne in prima persona.
Non avendo
rispetto che per chi non lo merita, spiega Naranjo, il Perfezionista
tende : << .. Ad avere una visione autoritaria della vita .. >>, e
quindi si : << .. Rapportano agli altri in termini di rango o di status.
.. >>. Il che implica che coi superiori, da cui ricercano rassicurazione
e approvazione : << .. Sono deferenti e melliflui. .. >>. Coi
subordinati invece sono : << .. Autocritici, altezzosi e carichi di
biasimo. .. >>. Di solito giustifica le : << .. Sue intenzioni
aggressive facendosi scudo di regole o autorità cui egli stesso deve
sottostare... >>.
Richard Rohr
e Andreas Ebert, Scoprire l’Enneagramma, Cinisello Balsamo 1993, San Paolo
Edizioni