E’ disciplinato, conservatore e indeciso
Il non essere
stato accettato per quello che era e l’essere stato spinto a fare di più e
meglio, ha comportato per il nostro Perfezionista il diventare disciplinato,
ovvero il seguire i dettami dei superiori e il sapersi organizzare
sapientemente al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
E dato che
questi, onde tacitare gli scrupoli, vengono stilati sulla base del senso del
dovere, egli sarà così severo con se stesso ( e qui è ravvisabile un certo qual
masochismo così come nell’essere intransigente con il prossimo può riscontrarsi
una punta di vendicatività ), da diventare inconsapevole del fatto di negarsi i
piaceri e di bloccare le pulsioni istintuali. Tant’è vero che la cosa lo porta
a essere talmente serio e lavoratore da preoccuparsi di fare qualcosa di buono
ed educativo persino nel tempo libero.
Secondo
Naranjo pure il 6 ha un alto
senso del dovere. Solo che l’1 è più fiducioso di sé, ha un minimo senso di
colpa, non è tormentato, ricorre raramente alla psicoterapia e se lo fa è più
per migliorarsi che per risolvere problemi esistenziali.
Il ruolo di
guida e pungoli poi che i severi genitori dei futuri Perfezionisti assumono nei
loro confronti, cosa che per altro glieli fanno diventare dei riferimenti
obbligati in quanto modelli di vita, fa si che ai nostri moralisti l’esistenza
dell’autorità paia assolutamente naturale e necessaria.
E’ da tener
presente tuttavia, spiega Naranjo che il nostro tipo, data la sua sete di “ giustizia “, è più colpito da :
<< .. L’autorità astratta delle norme o della carica .. >>, (
oggettive in quanto frutto di
ponderazioni profonde ), che da : << .. L’autorità concreta delle
persone .. >>, ( fallibile o interessata ).
Ciò significa
ch’egli non accetta il potere come un male minore ma ne diventa uno strenuo
assertore e questo perché lo fa stare
bene sentirsi finalmente dalla parte di chi ha imperio.
Per costoro
infatti, lo stare dalla parte delle istituzioni non significa solamente
l’essere riconosciuti come persone a posto ma il sentirsi in diritto di
scaricare l’aggressività imponendo agli altri le proprie norme comportamentali,
eque o stolte che siano.
L’essere nel
giusto quindi non fa loro avvertire che
in realtà ciò che fanno non è altro che una sorta di rivalsa nei confronti di
un destino che a torto o a ragione li ha comunque costantemente penalizzati.
Così facendo dunque non percepiscono l’egoismo e la rabbia che li anima e li
spinge a esempio ad abbracciare un partito piuttosto che a essere solidali con
il genere umano.
Per il
perfezionista del resto il decidere, che è la prerogativa di quell’autorità
giusta da loro tanto vagheggiata, risulta problematico in quanto non riesce a
concepire risoluzioni sbagliate. In un caso del genere infatti ne andrebbero di
mezzo gl’intenti morali che persegue da sempre, con le relative ricadute
sull’autostima e la considerazione delle persone per bene.
Da un simile
preambolo ne discende che quanto più le scadenze sono importanti o prossime
tanto più diviene ansioso di evitare soluzioni che siano troppo abborracciate.
Ciò significa il rimandare la scelta a quando creda di aver trovato la
soluzione ideale.
La Palmer al riguardo giunge a
rilevare che quando il Perfezionista teme di dover fare scelte in base a un
desiderio che gli altri potrebbero non approvare le sue : << .. Paure
ingigantiscono .. >>, sino a : << .. Percepire critiche anche là
dove non esistono. .. >>.
In simili
casi, aggiunge l’autrice, invece di credere che : << .. Frasi innocue ..
>>, celino : << .. Toni di condanna e macerarsi nella falsa
sensazione che gli altri lo stiano segretamente giudicando .. >>, farebbe
bene a : << .. Verificare realisticamente i suoi timori. .. >>.
Sylvie
Tenenbaum e “ soci “ vanno oltre. Poiché : << .. Il diritto di sbagliare
viene percepito come un errore che non si possono permettere, le persone in
base 1 sono talvolta portate a preferire un risultato mediocre ottenuto senza
sforzo a un risultato buono ma necessariamente imperfetto .. >>, e che
per di più : << .. Richieda un investimento maggiore. .. >>. Per :
<< .. Queste persone .. >>, proseguono gli studiosi sopra citati,
<< .. A volte è meglio incrociare le braccia piuttosto che sbagliare ( ..
). Una giovane donna diceva: «Io non faccio le cose fin quando non le so
fare!». .. >>.
Sylvie Tenenbaum, Dominique Laugero, Françoise Cavè, L’Enneagramma, Roma 2006, Edizioni
Scientifiche Ma. Gi. srl
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