Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

domenica 16 dicembre 2018

Ai fautori dell’uscita dalla UE


 

Secondo Altroconsumo Finanza numero 1296 dell’11 dicembre 2018, l'emendamento del conservatore inglese Dominic Grieve, votato dal Parlamento prevede che, a decidere sulla Brexit se non passa l'accordo trovato dalla May, sia questi e non il governo.
A questa sofferta disposizione la Camera inglese sarebbe pervenuta in seguito al parere espresso della corte di giustizia europea secondo il quale entro fine marzo la Gran Bretagna è libera (se vuole) di revocare unilateralmente la Brexit.
In caso dunque di bocciatura della proposta della May riguardo l’accordo con l'Europa, il Parlamento inglese potrebbe o uscirne senza, oppure tentare una tardiva marcia indietro.
Se però : << .. Prevalesse un'uscita dall'Europa senza approvare alcun accordo con essa, la Gran Bretagna rischia la crisi peggiore degli ultimi 70 anni. Lo ha messo nero su bianco (vedi AF 1.295) la Banca d'Inghilterra, che dice chiaramente che la ricchezza del Paese potrebbe crollare, nella peggiore delle ipotesi, di ben il 10,5%, e che la sterlina potrebbe arrivare a deprezzarsi sull'euro fino al 25%!. .. >>.
Che dire!
Solo un paio d’anni fa si salutava la vittoria dei fautori dell’uscita inglese dalla UE come l’aver premiato una linea politica coraggiosa e lungimirante verso un’Europa Unita che avrebbe condotto il vecchio leone britannico alla rovina. A molti pareva un esempio che noi italiani avremmo dovuto in qualche modo seguire, sempre che avessimo avuto i “ coglioni “.
Eppure oggi non sembra che come allora caroselli d’invasati dipinti e sventolanti striscioni inneggino ancora la secessione inglese .. Dove sono finiti tutti quelli ch’erano entusiasti della cosa?  Hanno paura a uscire di casa?
La verità è che questioni del genere non vanno prese alla leggera e affidate all’umore di una  popolazione esagitata dai più bravi imbonitori del momento e che alla fine ne premierà gli sforzi concedendo loro il proprio voto.
Non si tratta di cambiare un auto o un elettrodomestico basandosi sul consiglio interessato di questo o quel venditore. In questo caso infatti tutt’al più potremo portare a casa un prodotto  inadatto che al massimo lasceremo marcire in cantina. Nei casi riguardanti decisioni di carattere nazionale o, peggio, internazionali, farsi prendere al laccio da questo o quel personaggio può significare solo andare incontro a disastri spaventosi.


domenica 9 dicembre 2018

Circa il Governo dei migliori .




La Repubblica Italiana nacque, sia dal disastro sociale e umano causato dalla Guerra voluta dal Partito Fascista e avallata dalla Monarchia, sia dal suo ricadere nella sfera d’influenza degli Alleati. Mi spiego meglio. La sconfitta militare inflitta dagli alleati, la fuga all’estero dei regnanti nonché l’occupazione nazista dell’Italia e l’insipienza del governo della Repubblica Sociale di Salò fecero ovviamente identificare, agli occhi della popolazione italiana, questi tre soggetti come i responsabili della tragedia cui era toccata loro e quindi indirizzarli verso formazioni politiche alternative. Le tensioni internazionali tra Est e Ovest poi, che negli anni ’50 del secolo scorso portarono alla “ Guerra Fredda “, influenzarono pesantemente l’andamento della politica nazionale. Si rifletterono infatti in un forte contrasto tra i partiti della sinistra nettamente filo URSS e le formazioni più moderate che, favorevoli all’Occidente, cercavano di assecondarne le direttive.
Ne seguì una sorta di lotta “ all’ultima sangue “ che coinvolse tutto il territorio nazionale e che contemporaneamente si rifletté, dapprima, in quella formidabile arena che fu la “ Costituente “ e poi nella logica Governo – Parlamento che ne seguì.
La Costituzione Italiana infatti, che nei fondamenti rispetta i dettami di quelle delle nazioni occidentali, tolse smalto al Potere Esecutivo a fronte dei due rami del Parlamento e la cosa, al di là della decantata vittoria della democrazia, rifletté in realtà il compromesso che raggiunsero i gruppi politici dell’epoca.
La cosa non è poi così difficile da capire come sembra. L’Italia vantava in effetti la più forte coalizione di sinistra delle nazioni occidentali; la cui punta di diamante era costituita dal PCI che, legato com’era a filo doppio con l’URSS, non poteva che ambire a disarticolare l’esecutivo a vantaggio di un potere legislativo su cui poteva avere un’influenza ben maggiore. La DC e le altre organizzazioni, se vollero concludere la partita e dare una Costituzione al paese, dovettero cedere su questo terreno sperando di riuscire comunque a controllare la situazione ( si pensi al grandissimo bacino elettorale su cui poteva contare la DC nella cattolicissima Italia ). Solo che i decenni successivi si rivelarono meno favorevoli a loro di quanto sperassero.
Ne fu grandemente responsabile “ La Ricostruzione “ e poi “ il miracolo economico “ in quanto una platea sempre maggiore di famiglie conobbero un miglioramento economico che permise ai figli, sia  un’aumentata scolarizzazione, sia il sostegno degli avi affinché potessero avere un destino migliore.
Le nuove leve d’altro canto, partendo già così favorite ci misero poco a decidere che non volevano una vita sacrificata come quella dei propri genitori e cominciarono quindi a caldeggiare miglioramenti salariali, diritti civili,  riforme politiche e sociali. Avendo dunque una forte componente antisistema premiarono i gruppi politici sinistresi, extraparlamentari e non e seppur non tutti i giovani fossero così radicali, anche i più moderati contribuirono non poco a innovare i partiti tradizionalisti. La lotta politica a un certo punto, si fece addirittura incandescente ma entrambe le parti alla fine degli anni 70 persero lo slancio.
Il “ miracolo economico “ infatti era alla fine : le lotte sindacali avevano portato ad avvicinare i salari italiani a quelli occidentali rendendo quindi i prodotti dell’industria a bassa tecnologia più costosi e quindi meno interessanti per i clienti. Il conseguente rallentamento produttivo e la recrudescenza della concorrenza internazionale determinarono la chiusura  di stabilimenti e l’incremento della disoccupazione  e la cosa portò a intensificare l’intervento statale, sia come investimenti pubblici che in spese correnti.
La politica dunque dovette adeguarsi alla nuova situazione e alla lunga vennero premiati elettoralmente i partiti che seppero spendere meglio i soldi pubblici massimizzandone il ritorno in finanziamenti e consenso elettorale. Fu il periodo che portò all’inchiesta “ Mani Pulite “, contraddistinto dall’utilizzo a tutto spiano delle “ mazzette “, delle assunzioni e degl’investimenti pilotati. Fu il PSI di Craxi che in questo gioco fece la parte del leone ma così come la DC e il PCI non resse ai successivi scossoni internazionali. Anche perché i Paesi dell’Est cedettero la spugna.
A onta di tutti i piani quinquennali e di tutti i successi nazionali sbandierati infatti, l’economia statale dell’URSS e degli stati satelliti non fu in grado di reggere i livelli occidentali e quindi ad aumentare proporzionalmente il benessere della popolazione. Il sistema quindi crollò accettando la logica del profitto e ciò portò alla fine della “ Guerra fredda “. Il fatto che la Russia non costituisse più il nemico numero uno e non avesse più bisogno di partiti comunisti nazionali che sostenessero la sua politica internazionale lasciò orfano il PCI che vide così venir meno la sua stessa ragione d’essere, ovvero dare ai lavoratori la speranza di un futuro migliore sotto l’egida della falce e martello sovietica. Della cosa tuttavia non poterono giovarsene neppure  la DC e il PSI, squassati come furono dagli scandali emersi con l’inchiesta “ mani pulite “.
Del resto, dato che l’ex blocco sovietico non costituiva più un grosso problema internazionale, ai paesi della NATO non serviva più appoggiare politicamente ed economicamente i partiti filo occidentali italiani così come era accaduto in passato e questi, lasciati al loro destino e alle note vicende giudiziarie, si sfasciarono.
Nacquero nuove formazioni, i dirigenti più compromessi delle prime furono estromessi e cominciarono a tenere banco persone che sino ad allora erano state in secondo piano ma il peggio fu che, nonostante fosse finito il periodo delle grandi tensioni ideali e  politiche, i dirigenti politici non seppero sostituirle con altre che fossero altrettanto allettanti. Il centro sinistra quindi, il cui nucleo dirigenziale era ancora infarcito di ideologia statalista, non fece altro, per almeno un quindicennio, che riproporre una politica fatta d’inasprimento fiscale volta a finanziare una spesa pubblica perequativa. Il centro destra ad accusare tutti di comunismo e prefiggersi un potere esecutivo più forte e liberista, ovvero a sposare la linea “ Occidentale “ in voga al momento.
Gli elettori al giro premiarono una volta gli uni  e gli altri ma l’insoddisfazione crescente verso l’operato politico in generale fece si che le loro preferenze cambiassero destinatario a ogni tornata elettorale.
Del resto la crescita impetuosa dei paesi emergenti, dove la manodopera ha prezzi irrisori e i costi sociali sono pari a zero fa si che i prodotti occidentali e italiani in particolare siano a mal partito. Ciò significa aziende che chiudono, delocalizzano, stilano contratti con condizioni salariali più sfavorevoli, cresca una disoccupazione che non possa essere facilmente assorbita dal “ pubblico “ già pesantemente indebitato e vengano diminuiti gli ammortizzatori sociali.
Senza contare l’immigrazione senza freni, lo stato di continue tensioni interne che caratterizzano i paesi nordafricani e mediorientali e la radicalizzazione antioccidentale dei loro abitanti.
Se è vero che quando un paese sta economicamente bene la sua popolazione è stabile e facilmente controllabile dalla politica, nel caso in cui i cittadini si dibattano tra una crescente povertà gli uomini pubblici non hanno grande scelta : o ripristinano lo stato di benessere perduto o sono destinati a fallire.
Visto d’altro canto che recuperare  il reddito perduto è quasi impossibile o per lo meno lo sarà per molto tempo è normale che il paese viva uno stato di conflittualità perenne che elettoralmente si esprime nel premiare chi prometta benefici immediati e consistenti. Da qui la fortuna e conseguente rapida caduta dei leader delle varie coalizioni andate al Governo allorquando non siano riusciti a dare quanto ripromesso.
In un simile contesto comunque uno dei nodi centrali rimane il potere legislativo e politico detenuto dalla Camera dei Deputati e dal Senato. Non è un caso che siano le elezioni di questi due organismi a catalizzare lo sforzo politico dei partiti di accaparramento delle preferenze e questo perché non essendo prescritte che minime differenze di requisiti per poter diventarne papabili, i loro eletti rappresentano in percentuale il gradimento raggiunto dai partiti che li hanno candidati. Ciò premesso ne consegue che da un punto di vista fattivo costoro cercheranno di far affermare i punti salienti del programma della coalizione di appartenenza.
Il fatto è, tuttavia, che il vincolo ideologico che li spinge ad affermare determinati posizioni non è detto che coincida con il bene del Paese. Cosa che mi pare assodata osservando l’operato politico degli ultimi cinquant’anni.
Direi dunque che vi sia un problema di qualità degli atti legislativi prodotti dalle due Camere e questo consegue al fatto che gli eletti non sono i “ migliori “ ma solo coloro su cui si sono riversate le preferenze dei votanti della circoscrizione elettorale.
Ricordo che in seguito a una passata inchiesta giornalistica che metteva in luce l’assenteismo di senatori e deputati costoro risposero diventando virtuosi quanto a presenza, voto di provvedimenti e presentazione di progetti di legge. Solo che anche facendo così non è che si sia combinato gran che.
Giulio Tremonti ne “ Lo stato criminogeno “ edito dagli Editori Laterza nel 1997, spiega che siamo sommersi dalle carte. Vi sono leggi che regolano qualsiasi cosa, accavallandosi spesso le une alle altre in un caos dove è difficile discernere il da farsi dal vietato. Non è certo questo il modo attraverso il quale risolveremo le nostre difficoltà. Il problema non è la quantità dei provvedimenti attuati ma la loro ponderatezza e questa non è possibile se proviene da persone interessate solo a favorire la propria fazione. Abbiamo bisogno invece di persone sagge che riflettano sul rapporto vantaggi/ danni collaterali che ciascun atto può dare luogo e finiscano per adottare quello più proficuo.
In un simile contesto che purtroppo ritengo sia più “ Fantapolitico “ che reale, dove il consenso per una diversa azione sia di una mole tale da riuscire a modificare senza problemi la Costituzione, preconizzerei un Senato della Repubblica dove possano essere eletti solo uomini eminenti della cultura, della scienza, delle arti, dell’economia, delle finanze e del diritto nonché il top dei manager pubblici e privati ( a esempio il Direttore di Poste Italiane, dell’INPS, di Banca d’Italia, dei Carabinieri, delle Forze Armate, eccetera ), che per via del proprio alto reddito non abbiano bisogno di particolari altri emolumenti che non siano il godere del prestigio di far parte delle più elevate Istituzioni e poter contribuire al buon andamento della vita nazionale. A contraltare di questa Camera piuttosto “ seriosa “ e sicuramente poco innovativa potremo affiancarvi l’altra formata dagli eletti delle più disparate associazioni di categoria in numero direttamente proporzionale al peso percentuale che questi hanno rispetto alla popolazione attiva. Via libera dunque ai sindacalisti nominati dalle organizzazioni nazionali, ai giornalisti, agli altri liberi professionisti, ai rappresentanti del commercio, dell’artigianato, dell’industria, e cosi via. Entrambe le Camere avrebbero il compito di proporre iniziative di legge che verrebbero inviate all’altra Camera che le restituirebbe con i suggerimenti o la bocciatura del caso. Cosa di cui la Camera proponente terrà conto nella successiva redazione, in modo da equilibrare i possibili “ voli pindarici “ di ognuna. 
Si avrebbero così una Camera dei Deputati e un Senato i cui membri eccellenti ricalcherebbero grosso modo la composizione sociale della Nazione, conoscerebbero molto bene i problemi e le potenzialità della categoria d’origine e i provvedimenti verrebbero valutati secondo l’importanza che essi potrebbero avere per la Nazione e nel rispetto dell’opinione dei rappresentanti delle più disparate categorie operanti nel territorio.
.. Che dire! .. E’ solo un abbozzo teorico .. ma confesso che l’idea mi piace! ..







sabato 1 dicembre 2018

L'astensionismo è il vero vincitore delle elezioni




A ogni tornata elettorale sentiamo i leader dei partiti vincenti sproloquiare sul fatto che la maggioranza dei favori del voto popolare dà loro il diritto al governo ed è un tradimento non soddisfare la sua volontà.
Lungi da me dissentire dalla tesi in questione solo che vorrei fare una precisazione : ben venga che un partito o una coalizione raccolga il 35-40% delle preferenze degli elettori, ma l’altro 60-65% dove lo mettiamo? Senza contare che il 35-40% non è reale ma calcolato sui votanti.
Ebbene : in Italia v’è circa un 40-45% di elettori che si astengono. Ciò significa che chi ha premiato la formazione che ha prevalso in realtà non è il 40-45% della popolazione ma questa meno gli astenuti.
In soldoni : sarebbe bene che i politici fossero meno tracotanti e più seri perché questa consistente frazione di cittadini, lungi dall’essere di serie B, non è solo costituita da malati terminali o “ desaparacidos “ irresponsabili ma da persone che  sanno bene quel che non vogliono, ovvero l’ennesimo carico di arrivisti che gridano ai quattro venti di avere tutte le possibili risposte in mano ma che poi non cavano un ragno dal buco. Sono dunque costoro che costituiscono il vero scoglio che i partiti devono evitare se vogliono avere vita lunga e il bello è che si tratta di una maggioranza silenziosa, non facilmente coinvolgibile da talk show guidati, né tanto meno abbindolare con dei bei articoli sui giornali o sterili conferenze.
Il fatto perciò che tutti i leader degli ultimi Governi abbiano posto l’accento su promesse di assunzioni record o di 80 euro in busta paga o facilitazioni pensionistiche o contributi ai disoccupati altro non è che un esca per accaparrarsi il voto di alcune frazioni popolari, non del popolo. Il popolo infatti, che poi comprende la totalità dei cittadini, ha migliaia di sfaccettature che non possono essere limate a eguaglianza di quelle degli altri grazie a qualche provvidenza. La cosa non è così facile come sembra perché sennò non avremmo più problemi da anni.
Arrogarsi quindi la pretesa di rappresentare le giuste istanze popolari è una “ sparata “ che ha un grande effetto sulla gente ma che non può che rimanere tale.
.. Forse questo non sarà altro che un esercizio di filosofia ma la storia dell’uomo è costituita da un progressivo e continuo contenimento della risposta istintuale a vantaggio di reazioni programmate. Valgano pochi esempi per tutti : nessun animale si veste, scalda il cibo o costruisce case così elaborate. Abbiamo dunque imparato che, spesso, prima di agire d’impulso è meglio ponderare .. e se questo è il nostro destino tanto vale riflettere un poco di più e seguire il “ branco “ un poco di meno! 

martedì 6 novembre 2018

In attesa dei prossimi eventi politico-finanziari




Altroconsumo Finanza numero 1290 si sofferma ancora una volta sulla nuova manovra finanziaria. Questa settimana il Governatore della BCE Draghi ha ribadito che se lo spread italiano aumenterà i relativi Titoli di Stato diminuiranno di valore e ciò potrebbe avere grosse ripercussioni sul bilancio delle banche in quanto, nonostante i conti a posto, vedrebbero notevolmente diminuito il proprio valore contabile. La soluzione auspicata è quella della prudenza, dell’abbassare i toni e ridurre lo spread.
Del resto non appena la BCE terminerà a dicembre il piano di acquisti di titoli di Stato all’Italia, per finanziare il probabile deficit in aumento non resterà che rivolgersi dapprima e con esiti dubbi al mercato internazionale e poi alla BCE stessa. L’istituto però non ha il potere di finanziare il debito pubblico insofferenza dei singoli Stati. Può solo attivare lo scudo anti-spread che prevede che lo Stato in sofferenza, , prima di vedere i soldoni, sottoscriva un piano di riforme con l’Europa. Il che equivarrebbe al commissariamento dell’Italia.

Ne vale la pena?  …

giovedì 1 novembre 2018

Dubbi




Secondo OTTO FENICHEL, ( dal TRATTATO DI PSICOANALISI, edito a Roma nel 1951 dalla Casa Editrice Astrolabio ), i conflitti istintuali dei coatti, spostati sul campo intellettuale prendono i connotati del ruminare e dei dubbi.

Per MILTON H. ERICKSON ( dai SEMINARI, Volume terzo. La comunicazione mente-corpo in ipnosi, edito a Roma dalla Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore ) dubitare amplia la capacità ricettiva.
Quando il paziente crede non lo comprendiate bisogna offrirgli qualche esempio in cui si mostra un atteggiamento divertito per la situazione ( a esempio : <<  E’ un bel mal di testa quando si sente una mosca zampettare sul tappeto! >>. ). In questo modo il paziente pensa che quelle sensazioni le ha anche lui o per lo meno cerca di ricordare se le ha provate. Rimane così nel dubbio  e sarà ricettivo alle idee. Dell’interlocutore.

ANDREA CAMILLERI  ne : “ L’ETA’ DEL DUBBIO “ scrive :
<< .. Non c’è dubbio che a forza di non avere dubbi ti vieni a trovare senza nessun dubbio nella merda.
Allora è meglio forse farti venire qualche dubbio. .. >>.


venerdì 19 ottobre 2018

Considerazioni sul DEF 2018



Aldo Cascione, analista finanziario che cura la rubrica “ obbligazioni “ della rivista Altroconsumo Finanza e precisamente nel n. 1288 del 16 ottobre 2018 riporta che sia il Fondo Monetario Internazionale che Banca d’Italia si sono espresse negativamente riguardo la Finanziaria del 2018 presentata dall’attuale governo. Il motivo?  Perché : << .. Gli effetti positivi sulla crescita del reddito di cittadinanza e degli sgravi fiscali saranno modesti e graduali nel tempo. .. >>, mentre la crescita del debito pubblico o della tassazione, diretta o indiretta sarà immediato.
Facciamo due ragionamenti : avessimo un governo moderato deciso a intraprendere riforme strutturali e soddisfare gl’impegni europei, tutti starebbero tranquilli e diverremmo appetitosi agli occhi degli investitori europei. Investimenti stranieri in Italia significano più posti di lavoro, a tempo determinato o indeterminato che siano e dunque scemerebbe il bisogno d’incentivi ai bisognosi.
Proseguiamo : si dice che il programma di governo può in parte venir finanziato tagliando la spesa pubblica. Benissimo, solo che mi chiedo cosa vorranno tagliare ancora : le scuole e i ponti cadono, gli ospedali chiudono, le infrastrutture sono bloccate, ecc. E’ più probabile quindi che si passi alla fase B del geniale piano del nostro governo : ovvero l’aumento delle tasse dirette e indirette con la conseguenza che milioni d’italiani che sono poco più in su della soglia della povertà entrino a far parte dell’allegra schiera degl’indigenti. Vale la pena fare così per rovinare un numero maggiore di famiglie?
Ma non è ancora finita : si dice che il programma di governo verrà finanziato aumentando il debito pubblico. Farlo però, visto che abbiamo già 2300 miliardi di euro sul groppone, significa aumentare le probabilità di non essere in grado di onorarlo. Tant’è vero che chi compra Titoli di Stato Italiani adesso paga un prezzo molto più basso di quanto avrebbe fatto prima di marzo 2018.  Le Banche italiane ne hanno in pancia circa 373 miliardi e molti ne hanno le Poste e le Assicurazioni. La loro funzione è quella di costituire una voce importante del bilancio delle sopraddette di società, con un introito sicuro d’interessi. Se il valoro valore scema diminuisce il valore patrimoniale di questi istituti che, per rispettare i dettami di Basilea 1, 2 e 3, dovranno richiedere aumenti di capitale a garanzia della possibilità di copertura dei prestiti effettuati. Ciò significa che più lo spread coi Bund tedeschi aumenta, più i nostri titoli divengono carta straccia e questo potrebbe far fallire la maggioranza degli istituti di Credito Italiani, i cui bilanci diverrebbero irrisori se si azzerasse il valore della quantità di BTP, CCT, e BOT in cassa.
Falliscono le banche? Non si può esser gran che contenti del fatto in quanto centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori e imprenditori perderebbero i loro soldi ( le banche non potrebbero più onorare i loro debiti ). Non mi sembra che la cosa sia auspicabile.
C’è chi dice che nonostante tutto lo spread non è ai lvelli di guardia ( 500 – 600 ). Vero! Ma qualcuno di dimentica che sino al 31 dicembre 2018 il dottor Draghi smetterà di acquistare Titoli di Stato Europei.
E’ assolutamente sensato ipotizzare che dal primo gennaio 2018, quando lo Stato Italiano si rivolgerà al mondo finanziario per piazzare lotti di Titoli di Stato, questi non troveranno i funzionari della BCE a comprarli e allora sarà obbligato ad aumentare gl’interessi per renderli appetitosi.
Risultato : ogni anno i Titoli di Stato Italiani in scadenza costeranno x più y, ovvero gl’ìnteressi maturati a favore dei detenenti. Risultato : un aumento dell’indebitamento ancor più rapido e un più rapido avvicinamento alla soglia del fallimento.
Troppo pessimista? Non lo sarei se la mamma dei balenghi non fosse sempre incinta!

mercoledì 17 ottobre 2018

Breve antologia sulla bellezza e in particolare quella femminile




Allan & Barbara Pease, nel loro libro intitolato : “Perché gli uomini .. Perché le donne .. La bibbia del vivere in due (  edito nel 2006 a  Milano da RCS Libri S. p. A.); sostengono che per gli uomini è molto importante il viso di una donna. Per costoro bello fa il paio con infantile ( e una volta che al maschio ne piaccia uno è già a tre quarti dell’infatuazione indipendentemente dalla esuberanza delle altre forme ). Tratti del genere infatti suscitano forti reazioni paterne nel cervello maschile e soprattutto il desiderio irresistibile di toccare, abbracciare e proteggere.
Per le donne è diverso, l’armonia del corpo di un uomo è più importante di quella del suo viso. Non è un caso che spesso  pugili dai volti deturpati da cicatrici attirino donne bellissime.

Del resto sembrerebbe quasi che ciò che scrive  MICHAEL CONNELLY ne : “ L’OMBRA DEL COYOTE “, ricalchi proprio quanto affermato da Allan & Barbara Pease :
<< .. Sedeva dritta, con le gambe accavallate, e la sua schiena oscillava insieme al suono del sassofono. Con il viso rivolto verso l’alto, i capelli castani che lo incorniciavano e le labbra socchiuse, sembrava un angelo. Bosch pensò che era piuttosto bella, così persa nella solennità della musica. Si rese conto che ciò che vedeva sul volto della ragazza era quello che avrebbe visto un uomo innamorato. Quella faccia così bella l’avrebbe sempre protetta. Qualunque cosa avesse fatto o le avessero fatto, la sua faccia sarebbe stato il suo biglietto da visita, le avrebbe aperto tutte le porte.

Un po’ diverso e senz’altro più filosofico il concetto di bellezza che VICTOR HUGO esprime ne : " I MISERABILI " circa un suo personaggio : << .. Possedeva il duplice aspetto della bellezza, lo stile e il ritmo; lo stile è la forma dell'ideale, il ritmo ne è il movimento .. >>. Si tratta di una bellezza comunque che sembra derivare più dall’educazione che dall’avvenenza fisica, Non è un caso che la descriva come conseguenza dell’acquisizione di un andamento ritmico conseguenza di uno stile ideale  adottato.

Diverso è il discorso che GRAZIA DELEDDA, ne " LA VIA DEL MALE " fa dire alla protagonista al proprio figlio : << Ah, Pietro, Pietro, che bella cosa la salute, che bella cosa la gioventù! Non  sciupartele, sai; tienile bene, come si tiene una moneta dentro la cintura >>. L’autrice qui non è interessata alla bellezza fisica ma a quella della gioventù e della salute, che comunque sicuramente incidono notevolmente sulla presenza e quindi sull’appetibilità del soggetto.

Beh : un commento un po’ più acrimonioso verso la bellezza fatto da chi in questo senso è stato meno fortunato. Lo troviamo ne : “ LA PASSIONE DEL SUO TEMPO “ di  JOHN LE CARRÉ.
<< .. Voi belli siete esentati dai momenti difficili della vita, vero? Questo vorrei dirle. Non dovete fare tanti sforzi, eh? Potete starvene seduti  a giudicare la vita, invece di esserne giudicati. .. >>

Sappiamo tutti che la bellezza umana con il tempo passa. Non deve dunque sembrarci strano che qualcuno, un po’ più avanti cogli anni abbia dei pensieri nostalgici relativi alla giovinezza e alla sua bella avvenenza. Per questo riferiamo il ragionamento accorato della protagonista riportata da FRANCIS SCOTT FITZGERALD in : BELLI E DANNATI “ :
<< .. Quella strada la colpiva stranamente : come una volta la colpiva la 5° Avenue, ai tempi nei quali per la placida fiducia procuratale dalla bellezza sape­va che tutto era suo, ogni negozio e tutto ciò che vi era contenuto. .. >>

E ora un poco d’attenzione all’effetto devastante che la bellezza può fare in una “ pellaccia “ maschile. Cominciamo con  ED MC BAIN in : " UNA CARTUCCIA DI TROPPO " :
<<  .. Tre poliziotti trovavano difficile essere duri con Amanda Pope  perché Amanda era talmente bella da togliere il fiato e  la bellezza femminile è in un certo senso legata alla fragilità e loro non volevano correre il rischio di rompere, spezzare, o anche solo  scalfire una cosa tanto delicata. .. >>.
Ancora ED MC BAIN in : LUNGO VIAGGIO SENZA RITORNO “ racconta :
<< .. Due uomini in uniforme entrarono nella sala-agenti, andarono ai classificatori, li aprirono, guardarono Helen Vale, poi si accostarono alla colonnina dell'acqua e bevvero tre bicchieri a testa, senza staccare gli occhi dalla donna e dalle sue gambe accavallate. Mentre i primi due stavano uscendo, ne arrivarono altri quattro. Carella li guardò con espressione truce, ma loro assunsero un'aria molto indaffarata :  solo che nel raggio visivo dei quattro l'unica cosa a fuoco era Helen Vale. >>.
Di nuovo ED MC BAIN in : " LA BELLA E LA BESTIA " ci dice :
<< .. Lo seguii in una stanzetta dove una donna piccola e grassoccia stava pettinando una bionda che riconobbi come l'annunciatrice addetta alle notizie meteorologiche.
<< E' lei l'ospite? >>, mi chiese la truccatrice.
<< Si >>, dissi.
<< Bisognerà ritoccare un pò il contorno degli occhi e il segno della barba >>, disse guardandomi.
Non mi ero più rasato dalle 7 del mattino, ora di Puerto Vallarta. Visto nello specchio tutto circondato da lampadine elettriche sembravo Richard Nixon sul punto di rivolgersi alla nazione.
<< Fatto, cara >> disse la truccatrice e la bionda si protese verso lo specchio, sfiorò con un dito un angolo della bocca come per togliere qualcosa d'invisibile, poi si alzò. Mi sorrise nel passare e io immaginai che il giorno dopo avremmo avuto cielo sereno.  >>.
Eh, si! Mi piace Ed MC BAIN e quindi vi propongo anche il suo seguente pezzo tratto da : " L'ASSASSINO  HA LASCIATO  LA FIRMA "  :
<< .. Era una bellissima donna, anche se lui era restio ad ammetterlo. Steve non voleva vederla come una donna fresca e desiderabile. Maledizione, cos'aveva quella stanza da dare a un uomo la sensazione di  soffocare? Si sentiva come l'unico maschio su un'isola abitata da bellezze provocanti e circondata da acque infestate dai pescecani.  Da quell'isola chiamata Amazzonia, non era possibile  scappare, e le belle donne vi  imperavano. ..>>
Ma anche JOHN LE CARRE’ non scherza. Vediamo cosa scrive ne : “ L’ONOREVOLE SCOLARO “
<< .. Voltando il viso dall’altra parte, lei guardò oltre il parabrezza, con il viso illuminato in pieno dal lampione in alto, e lui si chiese che impressione doveva fare abitare in un così bel corpo, a viverci dentro 24 ore al giorno. .. >>
 
Beh! Non tutte le belle donne mantengono intatto il loro fascino sotto le intemperie della vita. E’ questo il caso che JAMES ELLROY descrive in : L.A. “ CONFIDENTIAL “ :
<< .. Breuning se ne andò lisciandosi la camicia. Bud entrò nella stanzetta. Le puttane non erano niente di speciale : una bionda ossigenata, una rossa all’hennè, troppo trucco e troppo marciapiede alle spalle. .. >>

E ora, per finire in gloria, vediamo come può venir considerata la bellezza da una nonna ovvero una donna che ha vissuto e perduto lo smalto superficiale della sua capacità attrattiva ma che, se in gamba,   può averlo fissato in riflessioni e un modo di vedere le cose veramente interessante. Di questa nonna ne parla FEDERICO MOCCIA in : "AMORE 14 "  e vediamo ora nel dettaglio cosa dica davvero :
<< Bene. Vuole dire che è consapevole di sé. E così è anche più bella. Perché la vera bellezza non sta nella taglia o nella faccia che si ha. Ti ho mai raccontato cosa diceva Audrey Hepburn? >>.
< No >>.
Nonna si alza e prende un libro dalla mensola, uno di quelli belli, grandi, pieni di foto proprio di quell’attrice. Si rimette a sedere e lo sfoglia.
<< Ecco qua .. ascolta >>, nonna inizia a leggere con la sua voce ancora fermissima.
<< Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili. Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone. Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l’affamato. Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno. Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano,  le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri. La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni. La bellezza di una donna non risiede nell’estetica, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima .. >>.
Poi chiude il libro. Con una serenità speciale, che mi piace tanto.
  




giovedì 4 ottobre 2018

Il carato



Una curiosità, ed è Carlo Alberto De Casa a spiegarcelo[1], è l’origine dell’uso della parola carato a indice della purezza dell’oro ( K ).
Sembra che tale parola derivi dal greco e stia a indicare i semi della carruba che allora si credeva fossero tutti eguali di peso (circa un quinto di grammo). Da qui l’indicare con 24 carati l’oro composto da 24 parti eguali per peso e purezza.
Riguardo le navi, testi universitari relativi alla grande Repubblica Marinara di Genova  spiegavano che, dato l’elevato costo di costruzione e di armamento  degli antichi vascelli, era difficile che fossero di un solo proprietario. Era più facile che un insieme d’investitori ne detenesse delle quote di proprietà denominate carati che sommate assieme davano il valore dell’intera imbarcazione ovvero 24 carati.



[1] I segreti per investire con l’oro, Seconda Edizione Milano 2018, Ulrico Hoepli Editore S.p.A. “,

domenica 16 settembre 2018

Uno dei tanti modi di considerare l’eternità




<< Voi parlate di eternità, compare Virdis? L'eternità è in questo mondo, per chi soffre: ogni ora è un anno, ogni giorno è un secolo d'agonia. Ma badate, ripeto, sia fatta la volontà di  Dio >>.

Da : “ L'EDERA “ di GRAZIA DELEDDA

martedì 4 settembre 2018

Acconciature




<< Al salone Scheffel c’era  la permanente  in  offerta speciale! >>, esclamò Karin.
<< Davvero? >>, chiese  Hedwig. << Bisogna proprio che ci vada. Sembro un Mocio Vileda! >>.

Da : “ WONDERBRA DELLE MIE BRAME “ di JIL KAHOLY

a ) Perché si curano i capelli

Alla base della necessità primordiale di voler manipolare i nostri capelli è il fatto che, se lasciati al loro destino, diverrebbero tanto lunghi da impacciarci fino all’inverosimile. Ciò spiega senz’altro le ragioni primordiali che hanno spinto alle manipolazioni degli abbondanti peli piantati nel nostro cuoio capelluto anche se non ci aiuta a capire a che cosa possa mai servire tanta abbondanza in capo. Per analogia coi comportamenti dei primati però, che passano molto tempo a ripulirsi vicendevolmente il pelo, si può comunque inferire che la cosa contribuì a cementare le relazioni amichevoli tra i membri della comunità. Lo spulciarsi reciproco, oltre che essere un modo per passare il tempo quando non si era occupati nella ricerca del cibo, creava indubbiamente un benessere fisico che esemplificava l’utilità e lo stato piacevole che si poteva ottenere intrecciando con gli altri rapporti non aggressivi ma collaborativi. Da ciò alla nascita di una figura professionale esclusivamente dedita interamente alla cura dei capelli, ovvero del barbiere, passeranno parecchi millenni ma i germi sono probabilmente da intravvedersi qui e nello sviluppo delle prime civiltà, quando le persone al potere cominciarono a servirsi di schiavi o comunque di servitù fidata e considerata abile in questo campo.
Data poi la visibilità, la ricrescita che cancella i tagli precedenti invitando così a farne altri e la facilità con cui possono venire manipolati, è facile capire come mai i capelli siano divenuti oggetto di molte attenzioni. Tanto per cominciare una pettinatura ordinata indica una persona severa e disciplinata che, essendo appunto orgogliosa di questo suo modo d’essere, lo trasfonde alle sue “ appendici “. I capelli sciolti, a meno che non siano sporchi e ispidi tipico di una persona trasandata, riportano a uno stato maggiormente naturale, più comodo e sensuale. Non è un caso che molte signore prima di andare a letto liberino, quando possibile, i propri capelli. Persone conformiste sceglieranno i tagli che vanno per la maggiore mentre a quelle meno socievoli sarà indifferente apparire gradite.
Molta attenzione poi, e soprattutto da parte delle donne la cui chioma dà maggior libertà di gestione, è rivolta a nascondere i capelli bianchi, segno di vecchiaia e quindi di minor vitalità e fertilità e lo stesso vale al cercar di conferire agli stessi una maggior foltezza, lucentezza e vaporosità. Queste caratteristiche di solito indicano che le loro proprietarie sono sane e forti e quando non è così che si cerca di mascherare in qualche modo la propria debolezza.  Per sopravvivere in condizioni difficili infatti e raggiungere una posizione decente nel proprio gruppo nonché avere una prole robusta, è necessario che entrambi i partner siano di ottima costituzione. Non è un caso che si tenda a essere istintivamente attratti da individui che sembrino godere di tali requisiti e spesso, quando non vogliamo dare ascolto all’istinto ci pensano i genitori a indirizzarci dove pensano vi sia una maggior convenienza.  
Al riguardo è bene ricordare che anche il fatto di tenere in ordine la propria chioma, segnalando l’ aver cura di sé, co­munica una buona impressione per coloro che vanno alla ricerca di amici o di buoni partner. Il dedicarsi alla propria persona infatti, è collegato a un tenore di vita più alto ( curarsi richiede tempo e anche qualche “ mezzo “ ), o comunque al desiderio di raggiungere un tale status o al voler apparire tale anche se è vero, in quest’ultimo caso, che il soggetto può avere intenzione di barare. L’essere benestante del resto infatti, come già detto, è un prerequisito di capitale importanza per la scelta  del proprio compagno, in particolar modo nei tempi andati o nelle odierne plaghe povere.
Cambiando argomento, gli uomini sono meno permeabili ai cambiamenti. Visto infatti  che, tendendo alla praticità portano prevalentemente i capelli corti, hanno meno possibilità e interesse ad acconciarli anche se, oggigiorno, diminuite le preoccupazioni legate alla sopravvivenza e questo grazie all’aumento del benessere, anche il sesso forte sta mostrando maggior attenzione alla propria estetica.

b ) Taglio corto o lungo?

La volontà di manipolare i propri capelli è molto antica. Se ne trovano già tracce in alcuni disegni rupestri dell’età della Pietra databili all’incirca 20.000 anni fa, dove compaiono chiome spartite da una riga al centro della testa e, in un caso, una treccia sulla spalla destra. In realtà si tratta di una intenzione  nata con l’uomo stesso costretto ad accorciare o per lo meno ad attorcigliare e avvolgere in spire attorno al capo quel profluvio lunghissimo di peli che gl’intralciava qualunque tipo di azione.
E’ comunque con lo sviluppo di una vita comunitaria complessa che, da un lato prende campo il desiderio di uniformare i gusti e dall’altro quello di elaborare nuove acconciature ed è nello sviluppo di dette tendenze che emergono alcune costanti. Tanto per cominciare la modifica più comune inerisce alla lunghezza dei capelli e in secondo luogo questa varia a seconda del sesso. Ciò non significa  che tutte le donne debbano portare capelli lunghi e i maschi corti, tant’ è vero che in alcune tribù era ed è vero l’opposto ( fra i masai e i dinka a esempio, le femmine hanno normalmente la testa rapata ), ma la regola è che, visto che non vi sono grandissime differenze fra le chiome degli esponenti delle due metà del cielo, è la loro estensione a fare la differenza.
In tempi antichi o comunque in comunità meno civilizzate, portare capelli lunghi per il maschio era sinonimo di forza, mascolinità e status ( agli schiavi infatti venivano tagliati ). Come già accennato precedentemente infatti, non è un caso che in giovine età, quando l’uomo è più forte e virile grazie anche alla grande produzione di ormoni maschili, la capigliatura e in generale la sua pelosità sia più folta e manchi di sbiancature. Il guerriero più abile dunque, ostentava una lunga criniera e una bella lanugine in tutto il corpo e sono molte le leggende in cui la perdita della chioma aveva condotto grandi eroi alla sconfitta e alla malattia. Così come non è un caso che le parole “ Cesare “, “ Kaiser “ e “ Zar” significassero appunto persona dai lunghi capelli.
In un simile contesto chi veniva obbligato a rasarsi viveva la cosa come una cocente umiliazione ( secondo gli psicanalisti si tratterebbe di una forma di castrazione ), e questo a meno che non si trattasse di monaci che lo facevano come atto di sottomissione alla divinità oppure, nel caso di alcuni orientali, come promessa di celibato.
San Paolo invece, nella prima epistola ai Corinzi [11:5-15] sostiene che l’uomo deve tenerli corti per la gloria di Dio mentre quelli lunghi della donna sono per la gloria dell’uomo. Se si attiene a ciò il maschio potrà pregare a capo scoperto ma la femmina che li esalta per il suo uomo dovrà orare velata. Viene così sancita a regola cristiana l’uso dei capelli corti cui i militari romani erano obbligati per questione di praticità, igiene e per distinguersi dai barbari. Non solo! In questo modo del resto viene fatta propria anche l’abitudine di una società maschilista ove la donna deve allietare le giornate del proprio compagno. San Paolo arriva addirittura a sostenere che se il maschio porta la chioma è un disonore mentre se la porta la donna è un onore in quanto le funge da velo e il fatto è che, sebbene vi siano stati alti e bassi come a esempio la moda hippies degli anni ’60, le cose sono rimaste così sino ad oggi : i capelli corti sono considerati normali per gli uomini e quelli lunghi appropriati per le donne.
Che le cose stiano così dipende indubbiamente  dal fatto che i capelli corti sono più pratici, ruvidi e ispidi e in quanto tali sono maggiormente sintonici col carattere più bellicoso dei suoi proprietari. Essendo del resto meno folti e ricchi, non costituiscono un grande richiamo per l’altra metà del cielo mentre quelli lunghi sono più fluenti, morbidi e setosi ed esaltano la femminilità. Non è un caso che per i membri delle società puritane, sessualmente inibiti, i capelli lunghi fossero troppo provocanti e quindi, non volendo andare contro la legge di Dio così come l’aveva esposta San Paolo che riteneva la chioma lunga appropriata per il sesso femminile,  esigevano che venissero nascosti sotto copricapi o raccolti in trecce.
Le signore così presero a scioglierseli quando non erano viste oppure in intimità col marito e l’atto conquistò un così forte sapore erotico che quelle che li tenevano liberi in pubblico erano considerate prostitute.
Non è un caso che una delle punizioni pubbliche più umilianti inflitte a donne di facili costumi o comunque a donne che, come nella seconda guerra mondiale, erano state accusate di aver “ fraternizzato “ con il nemico, era il venire rapate a zero e fatte sfilare in pubblico.
Differente è la questione se il taglio dei capelli o il nasconderli sotto un velo come nel caso delle suore costituisca una rinuncia volontaria della pro­pria femminilità perché votata a Dio. Anche il lutto comportava il coprire i capelli da un fazzoletto come rinuncia, almeno momentanea, della fem­minilità.
Comunque sia l’attrazione che proviamo per i capelli fluenti e lunghi è molto forte, come se la cosa fosse un poco connaturata nel nostro DNA. Non è un caso se proviamo una certa qual invidia per coloro che invece li sfoggiano e questo anche se risultano essere poco pratici.
Qualunque sia comunque il taglio in voga in un dato momento, è nella natura umana e in particolar modo nelle persone che hanno rapporti conflittuali, il volersi fregiare di look stravaganti. In linea di massima lo si fa per darsi un tocco originale che serva a distinguersi dalla massa e quindi è tipico di chi pensa di avere un certo qual valore che non gli è riconosciuto ma in contesti di maggior tensione può esprimere la volontà di opporsi allo status quo. Non è un caso che negli anni ’60 il desiderio di ribellione si palesò nei maschi anche con la preferenza per capelli lunghi pettinati come le donne, ovvero ostentando un modo di portarli che era considerato del tutto inadatto a un uomo. Com’è ben noto i cosiddetti “ capelloni “ non riuscìrono ad apportare i cambiamenti politico-sociali teorizzati mentre  lo spazio dato alla loro attività dai media smorzò gli aspetti minori del carattere antitetico del fenomeno. I capelli lunghi dei ragazzi in effetti, non erano certo il più grande pericolo sovversivo che quelli rappresentavano e a poco a poco vennero accettati se tenuti puliti e ordinati, ovvero impoverendoli del loro significato originale.
A questo punto ai ribelli dei ghetti e delle periferie non restò che inventarsi un look che fosse in linea con la propria nuova filosofia non ortodossa di vita e finì che diversi adottarono la tecnica di applicare della colla ai capelli per poi modellarli e colorarli in modi impossibili. Nacque così l’epoca punk e lo scalpore della cosa fu tale che per qualche tempo catalizzò l’attenzione dei mezzi d’informazione.  La pubblicità data a questa nuova  forma espressiva di sè fece acquistare nuovi proseliti che spesso però non erano interessati a esso quale stile di vita ma come una nuova moda.  Risultavano colpiti dunque dal mero aspetto estetico e ne rifiutavano quelli più cruenti e in tal modo, a poco a poco, lo stile “ marcio “ perse i connotati più estremi. D’altro canto droga e stravizi falcidiarono buona parte degli “ originari cultori “, mentre i sopravvissuti  dovettero “ crescere “ e venire a patti con quel “ sistema “ tanto deplorato.
Le nuove leve di disadattati dunque sono stati costretti ad adottare una “ divisa “ che fosse più calzante con il proprio modo di vedere le cose e ancor più mancante di buonsenso e di praticità ( vedi a esempio i rapper americani ),  che a sua volta non sopravvivrà a quelle ancora più insensate che verranno indossate dalle prossime “ avanguardie “.

c ) Acconciature femminili

L’estensione del benessere a una più ampia fetta di popolazione mondiale ha aumentato l’attenzione dei cittadini nei confronti del proprio look mentre i media, focalizzandosi sui divi dello spettacolo e sui personaggi del momento e inserendo le pubblicità delle case di moda, suggeriscono centinaia di maniere diverse di vestirsi e acconciarsi.
L’ultimo secolo dunque, all’infuori di quegli Stati dove vigono rigide norme religiose che impediscono alle donne di esibire la propria bellezza, è stato caratterizzato da una estrema diversificazione delle soluzioni estetiche proposte e la cosa è risultata essere indispensabile, in questa civiltà che si fonda sulla espansione insensata dei consumi, a tenere alta la spesa dei clienti.
Il lasciarli naturali dunque, anche se puliti e pettinati, non è cosa ambita nella nostra società opulenta. E’ tipica delle comunità povere o di ambienti culturali dove si preferisce un ritorno alle cose semplici della vita ma di fatto, anche nelle realtà meno ricche le donne amano comunque almeno intrecciarli, trattamento che costa poco e aiuta a passare il tempo.
Le donne che lavorano in fabbrica o in campagna hanno sempre preferito raccogliere i capelli sulla nuca in modo che le ciocche non le cadano sugli occhi o s’impiglino da qualche parte. Finito di svolgere il proprio compito poi li sciolgono. Usano fare così pure le signore che li abbiano ribelli, per farli stare in qualche maniera a posto.
Difficilmente tuttavia le clienti appena un poco più pretenziose si atterranno a questi modelli e quando finalmente arriverà il loro turno di sedere nella poltrona del salone della parrucchiera si sbizzarriranno a provare messe in piega, tinte, tagli e chi più ne ha ne metta.
Di solito la donna può desiderare, complice ovviamente la convergenza del gusto della moda in tal senso, di aumentare il volume dei propri capelli e ciò per rendersi più appariscente e sembrare più alta.
L’ultima volta che un simile look è divampato è stato negli anni ’80, in particolar modo nelle cittadine americane e negli Stati del Sud ove andava per la maggiore il detto : << Più alti i capelli, più vicini a Dio >>. Per gonfiarseli li si asciugava a testa in su, li si arricciava, li si riempiva di mousse e di lacche e fra coloro a cui piaceva portare quest’acconciatura v’era la cantante folk americana Dolly Parton. Un simile look comunque è adatto a quelle donne che hanno lineamenti grossolani poiché la massa tricotica li rende meno evidenti e quindi le fa apparire più attraenti. All’osservatore poi dà la sensazione che siano più grandi e ciò lo fa sentire un poco a disagio. Particolare questo che da più sicurezza a coloro che li portano e quindi le fa assumere un’aria più decisa ed estroversa.
Per i detrattori si tratta di una moda volgare e sfacciata mentre il suo peggior difetto è che la persona che poi la sfoggia, essendo costata fatica e denaro, per tema di rovinarla è molto rigida nei movimenti, né può lasciarsi accarezzare i capelli, o peggio, farseli spettinare a cuor leggero e così gli uomini le trovano alquanto poco erotiche, ovvero il contrario di come quelle signore desiderano apparire.
Negli ultimi tempi fra i giovani, sempre per aumentarne la massa, è divenuto abbastanza comune aggiungere ai capelli naturali delle estensioni per farli apparire molto più lunghi. E’ interessante riscontrare come la qualità di queste aggiunte e l’abilità dei parrucchieri siano tali da non consentire di distinguerli.
Oltre ad aumentarne il volume poi, è normale che le nostre donne vogliano, spesso e volentieri, ridurlo tagliando la capigliatura o raccogliendola.
Soventemente decisioni di questo tipo vengono prese in prossimità di grandi occasioni, quali matrimoni, funerali o comunque eventi molto importanti mentre nella vita di tutti i giorni si tende a preferire capelli più sciolti. Il perché in determinati momenti siano preferibili tagli più severi e controllati è presto detto. Da che mondo è mondo tanto più questi sono complessi e quindi costosi, tanto più indicano che la persona che li ha voluti realizzare è abbiente e ha un ruolo così importante da potersi permettere, sia di non svolgere, per lo meno sin tanto che dura il look scelto, nessun lavoro fisico che lo rovinerebbe, sia di non consentire che terzi si prendano confidenze che porterebbero allo stesso risultato. Si tratta dunque di persone che in questo modo comunicano uno status sentito pari o superiore a quello dei presenti.
Riguardo questi tipi di tagli è da ricordare che non è più tanto comune, dati i tempi molto permissivi, il presentarsi in pubblico con i capelli raccolti in uno chignon che venga sciolto solo quando si va a dormire o si è in intimità con il proprio uomo. Quest’acconciatura è preferita da persone severe e disciplinate che in questo modo azzerano i possibili richiami sensuali forniti dalla natura. Si tratti o meno di persone puritane è loro intenzione segnalare di non essere facilmente accessibili ai desideri maschili e d’essere disponibili al lavoro e al sacrificio. Spesso si tratta di donne autoritarie che in questo modo spostano il confronto con i colleghi d’altro sesso su un terreno puramente professionale. Sovente si ha a che fare con anziane che hanno acquisito l’abitudine a farlo in gioventù quando l’acconciatura era maggiormente in voga, oppure che l’hanno adottata in quanto, data l’età, non hanno più grandi desideri sessuali.
Non di rado vediamo donne con i capelli tagliati molto corti, come se si trattasse di ragazzini. E’ una scelta che spesso prendono donne a cui vada alquanto “ stretto “ il ruolo tradizionale a cui la destina la propria femminilità. Non è un caso che le “ maschiette “ degli anni ’20 abbiano suscitato un discreto clamore e la cosa si sia ripetuta negli anni ’70 con il Movimento Femminista, con la differenza non proprio piccola che in questo caso divenne una componente importante del look protestatario delle donne che richiedevano maggiori diritti e opportunità.
Smorzatasi la tensione in seguito al graduale recepimento da parte delle istituzioni e della società maschile delle istanze riformiste avanzate, anche il capello corto perdette gran parte del suo significato simbolico di rifiuto del confinamento del ruolo della donna a madre e sposa. Portare i capelli corti è così divenuta una mera scelta dettata da una personalità poco conformista, attiva e indipendente. Da una persona che si sente così sicura della propria valenza da voler rendersi interessante non solo per lo charme femminile ma anche per la propria verve e intelligenza.
Alcune donne si presentano completamente pelate e se non si tratta di una punizione, oppure conseguenza dello stato di schiavitù o di una volontaria subordinazione a una divinità oppure un’usanza particolare in caso di lutto, una simile scelta le rende poco interessanti agli occhi degli uomini. Non è difficile capire il perché. La mancanza di capelli elimina uno dei tratti femminili a più alta visibilità e gradimento rendendo poco attraente un simile persona. E’ poi difficile che un uomo trovi erotico avere al proprio fianco una persona che, se in aggiunta non fosse neanche formosa, parrebbe un maschio e magari neppure bello. Anche perché la mancanza della chioma, sommata a magrezza o quant’altro, può conferire un’aria macilenta o strana e indurre pregiudizi sulla sua capacità di lavorare e di avere una prole sana e forte.
Alcune culture proibiscono l’esibizione dei capelli femminili a causa dell’attrattiva sessuale che hanno sugli uomini.
Ciò vale per le suore che per diventare tali hanno fatto voto di castità e valeva per le donne cattoliche che dovevano coprirli con un velo o un foulard quando entravano in chiesa. Anche l’abitudine odierna d’indossare cappelli nelle grandi occasioni come matrimoni e funerali deriverebbe da una pratica simile.
La dove lo spirito religioso osservante è molto seguito ( come nel caso delle comunità islamiche o in quelle di ebrei ortodossi di New York anche se in questo caso le signore aggirano la limitazione indossando parrucche riproducenti i loro capelli naturali ) alle donne è vietato, a fronte di pene a volte molto pesanti, esibire in pubblico i capelli mentre lo possono fare quando sono in casa col proprio marito e non vi sono estranei.
Cosa molto simile vale per le suore anche se in realtà costoro non sono sposate a uomini ma hanno offerto la propria vita al Signore.

d ) Riguardo le bionde

Com’è risaputo le donne preferiscono tingersi di biondo e questo in quanto i capelli biondi sono molto più sottili degli altri e danno al tatto una piacevole sensazione di morbidezza, cosa che da pure l’idea che le loro fattezze femminili siano più delicate. A rinforzare del resto una simile opinione contribuisce anche il fatto che le bionde naturali hanno una peluria corporea molto più sottile e soffice delle brune e lo stesso vale per la consistenza dei peli pubici. Non che tingendoli le signore più scure divengano fini e sensuali come le altre ma essendo questi tratti più graditi ai maschi cercano di apparire più “ appetibili “.
Contribuisce pure a far propendere le signore a schiarire i capelli il fatto che i bambini siano generalmente più chiari dei genitori. L’essere bionde dunque e magari con gli occhi azzurri è spesso associato all’idea della gioventù e dell’essere bisognose di protezione come generalmente lo sono i piccini e questo agli occhi degli uomini  aumenta il loro sex appeal.
E’ quindi dalla notte dei tempi che le donne ricorrono a spalmarsi o bere intrugli micidiali con la speranza che ciò le schiarisca la chioma e molti individui in buona fede sono sicuramente diventati ricchi convincendole che i loro cataplasmi vi sarebbero riusciti. Spesso tuttavia quelle specie di pozioni le facevano star male, in alcuni casi arrivavano a farle morire e in altri le facevano perdere definitivamente i capelli.
Per molti secoli quindi il sistema più salutare per divenire bionde fu d’indossare parrucche e molto pregiate risultarono essere quelle fatte fare appositamente per le matrone romane con i capelli degli uomini nordici colonizzati.
Anche nei casi più riusciti tuttavia, sia che si usassero tinture o parrucche, era piuttosto evidente che si trattasse di un risultato artificiale e la cosa sommata al fatto che spesso si voleva diventare più chiare per essere sessualmente più allettanti fece si che le bionde artificiali perdessero quell’aura di innocenza virginale che le rendeva tanto interessanti e divenissero spesso segnale di donne “ facili “. Non è un caso a esempio che la legge romana imponesse alle prostitute di schiarirsi i capelli, solo che la norma non ottenne l’effetto di “ ghettizzarle “ in quanto appunto le matrone presero a cercare di diventare egualmente bionde e spesso lo fecero per  soddisfare in quantità maggiore  i loro appetiti sessuali.
Un simile giudizio con il passare del tempo non scemò, anzi si rinvigorì nell’opinione pubblica sino ad arrivare a considerare le finte bionde che avevano la fortuna d’essere più formose e non aver remore, d’essere delle “ bambole “ sciocche  e promiscue ma, ciò nonostante, accanto a questa visione e in netto contrasto con essa continua a venire alimentata dalla popolazione meno smaliziata e più romantica l’idea che le donne naturalmente bionde siano più delicate, graziose e irraggiungibili.
Guarda caso molte delle più grandi dive di Hollywood sono state e sono bionde e di queste parecchie erano e sono artificiali. Sicuramente una parte del loro successo è derivato dal colore dei capelli, naturale o finto che sia, nonché da pose pubblicizzate e da ruoli nei film che ne risaltavano l’aria infantile e la vulnerabilità, ovvero solleticando ciò che nell’immaginario collettivo è strettamente connesso al carattere di questo tipo di persona.

e ) Riferimenti bibliografici

Giovanni Chimirri, I gesti che seducono, Milano I998, Giovanni De Vecchi Editore
Anna Guglielmi, Il linguaggio segreto del corpo, Casale Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Tonino Lasconi, Il misterioso linguaggio del corpo, Leumann ( Torino ) terza ristampa 1994, Editrice ELLEDICI
Desmond Morris, L’animale donna, Milano 2005 1° edizione, Arnoldo Mondadori Editori SpA.
Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1986, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1° edizione 1982, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond Morris, L’uomo e i suoi gesti, Milano, V edizione 1987, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Allan & Barbara Pease, Perché gli uomini .. Perché le donne .. La bibbia del vivere in due,  Milano 2006, RCS Libri S. p. A.