Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

giovedì 1 novembre 2018

Dubbi




Secondo OTTO FENICHEL, ( dal TRATTATO DI PSICOANALISI, edito a Roma nel 1951 dalla Casa Editrice Astrolabio ), i conflitti istintuali dei coatti, spostati sul campo intellettuale prendono i connotati del ruminare e dei dubbi.

Per MILTON H. ERICKSON ( dai SEMINARI, Volume terzo. La comunicazione mente-corpo in ipnosi, edito a Roma dalla Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore ) dubitare amplia la capacità ricettiva.
Quando il paziente crede non lo comprendiate bisogna offrirgli qualche esempio in cui si mostra un atteggiamento divertito per la situazione ( a esempio : <<  E’ un bel mal di testa quando si sente una mosca zampettare sul tappeto! >>. ). In questo modo il paziente pensa che quelle sensazioni le ha anche lui o per lo meno cerca di ricordare se le ha provate. Rimane così nel dubbio  e sarà ricettivo alle idee. Dell’interlocutore.

ANDREA CAMILLERI  ne : “ L’ETA’ DEL DUBBIO “ scrive :
<< .. Non c’è dubbio che a forza di non avere dubbi ti vieni a trovare senza nessun dubbio nella merda.
Allora è meglio forse farti venire qualche dubbio. .. >>.


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