Aldo
Cascione, analista finanziario che cura la rubrica “ obbligazioni “ della
rivista Altroconsumo Finanza e precisamente nel n. 1288 del 16 ottobre 2018
riporta che sia il Fondo Monetario Internazionale che Banca d’Italia si sono
espresse negativamente riguardo la Finanziaria del 2018 presentata dall’attuale
governo. Il motivo? Perché : << ..
Gli effetti positivi sulla crescita del reddito di cittadinanza e degli sgravi
fiscali saranno modesti e graduali nel tempo. .. >>, mentre la crescita
del debito pubblico o della tassazione, diretta o indiretta sarà immediato.
Facciamo
due ragionamenti : avessimo un governo moderato deciso a intraprendere riforme
strutturali e soddisfare gl’impegni europei, tutti starebbero tranquilli e
diverremmo appetitosi agli occhi degli investitori europei. Investimenti
stranieri in Italia significano più posti di lavoro, a tempo determinato o
indeterminato che siano e dunque scemerebbe il bisogno d’incentivi ai
bisognosi.
Proseguiamo
: si dice che il programma di governo può in parte venir finanziato tagliando
la spesa pubblica. Benissimo, solo che mi chiedo cosa vorranno tagliare ancora
: le scuole e i ponti cadono, gli ospedali chiudono, le infrastrutture sono
bloccate, ecc. E’ più probabile quindi che si passi alla fase B del geniale
piano del nostro governo : ovvero l’aumento delle tasse dirette e indirette con
la conseguenza che milioni d’italiani che sono poco più in su della soglia
della povertà entrino a far parte dell’allegra schiera degl’indigenti. Vale la
pena fare così per rovinare un numero maggiore di famiglie?
Ma
non è ancora finita : si dice che il programma di governo verrà finanziato
aumentando il debito pubblico. Farlo però, visto che abbiamo già 2300 miliardi
di euro sul groppone, significa aumentare le probabilità di non essere in grado
di onorarlo. Tant’è vero che chi compra Titoli di Stato Italiani adesso paga un
prezzo molto più basso di quanto avrebbe fatto prima di marzo 2018. Le Banche italiane ne hanno in pancia circa
373 miliardi e molti ne hanno le Poste e le Assicurazioni. La loro funzione è
quella di costituire una voce importante del bilancio delle sopraddette di
società, con un introito sicuro d’interessi. Se il valoro valore scema
diminuisce il valore patrimoniale di questi istituti che, per rispettare i
dettami di Basilea 1, 2 e 3, dovranno richiedere aumenti di capitale a garanzia
della possibilità di copertura dei prestiti effettuati. Ciò significa che più
lo spread coi Bund tedeschi aumenta, più i nostri titoli divengono carta
straccia e questo potrebbe far fallire la maggioranza degli istituti di Credito
Italiani, i cui bilanci diverrebbero irrisori se si azzerasse il valore della
quantità di BTP, CCT, e BOT in cassa.
Falliscono
le banche? Non si può esser gran che contenti del fatto in quanto centinaia di
migliaia di piccoli risparmiatori e imprenditori perderebbero i loro soldi ( le
banche non potrebbero più onorare i loro debiti ). Non mi sembra che la cosa
sia auspicabile.
C’è
chi dice che nonostante tutto lo spread non è ai lvelli di guardia ( 500 – 600
). Vero! Ma qualcuno di dimentica che sino al 31 dicembre 2018 il dottor Draghi
smetterà di acquistare Titoli di Stato Europei.
E’
assolutamente sensato ipotizzare che dal primo gennaio 2018, quando lo Stato
Italiano si rivolgerà al mondo finanziario per piazzare lotti di Titoli di
Stato, questi non troveranno i funzionari della BCE a comprarli e allora sarà
obbligato ad aumentare gl’interessi per renderli appetitosi.
Risultato
: ogni anno i Titoli di Stato Italiani in scadenza costeranno x più y, ovvero
gl’ìnteressi maturati a favore dei detenenti. Risultato : un aumento
dell’indebitamento ancor più rapido e un più rapido avvicinamento alla soglia
del fallimento.
Troppo
pessimista? Non lo sarei se la mamma dei balenghi non fosse sempre incinta!
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