Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

martedì 30 agosto 2016

Il Tipo 4 dell'Enneagramma, detto anche Romantico - Tragico : terzo paragrafo

E’ invidioso, emotivo, oscillante.


Il Romantico - Tragico che, in quanto uomo è un animale socievole, non può rinunciare a sentirsi amato e quindi non può che invidiare chi in questo senso sia messo meglio di lui.
Anzi, a dire il vero e considerati i rovesci di cui ha sofferto, si tratta del tipo invidioso per eccellenza. Non è un caso che Naranjo[1] affermi al riguardo che : << .. Difetti congeniti .. >>, o : << .. La mancanza di bellezza fisica possa essere nelle donne un terreno favorevole all’invidia .. >>.
Si ha a che fare dunque con un tipo il cui bisogno d’amore, che tenta di sedare circondandosi di cose belle, cambiando posti e cercando di conquistare le persone che incontra, rimane comunque insoddisfatto, mantenendo alta la frustrazione. Ciò fa si che man mano prenda piede la convinzione che non riuscirà mai a voltare pagina e così si scoraggi, cessi di reagire e roda d’invidia nei confronti dei più fortunati.
Rognoni[2] afferma che il nostro uomo si fa prendere dalla : << .. Maldicenza, la gelosia e la calunnia. .. >>. Viene così a : << .. Considerarsi una sorta di santo in un mondo di peccatori : egli si chiede con rabbia perché tanti peccatori siano accompagnati dalla fortuna mentre chi è puro subisce dei danni, attirandosi solo disprezzo e incomprensione .. >>, e finisce così per comportarsi : << .. Scorrettamente .. >>, per : << .. Poter occupare il posto di coloro che invidia .. >>.
Secondo Naranjo[3] il 4 è caratterizzato da : << .. Un desiderio troppo intenso d’incorporazione della “ madre buona “ .. >>. Stato d’animo che per altro : << .. Coincide con la nozione psicoanalitica di “ impulso cannibalico “ che può manifestarsi non soltanto come fame d’amore, ma come voracità o avidità generalizzate. .. >>.
Il suo pessimismo tuttavia è tale e così pure la sensazione di essere stato trattato ingiustamente che ha difficoltà : << .. Nel costruirsi l'oggetto buono, perché la frustrazione lo porta a percepire la madre come un oggetto cattivo. .. >>.
L’autore dubita tuttavia che l’invidioso per vendicarsi cerchi di danneggiarla e questo perché sarebbe come farsi del male alienandosi l’affetto più grande che possa avere. Per lo studioso il 4 è più propenso a percepirla : << .. Come una fantasia che l’adulto torna a proiettare sullo schermo dell’infanzia .. >>.
Il nostro psichiatra nutre pure perplessità riguardo l’asserto che l’invidia inizi : << .. Durante l’allattamento. .. >>. Secondo lui questo sentimento, nell’esperienza di molti Romantici - Tragici : << .. Non viene vissuto a livello cosciente nei confronti della madre bensì di un fratello che la madre predilige di modo che, deciso a conquistarsi l'amore materno, l'individuo ha cercato di essere quel fratello o quella sorella, anzi­ché se stesso. .. >>.
Altrove l’autore rileva che spesso nelle donne v’è : << .. Invidia del pene .. >>, e negli uomini : << .. Invidia della vagina .. >>, frutto di : << .. Un più fondamentale fenomeno di invidia dell’altro sesso, che viene giudicato comunque superiore .. >>. Ciò, nel : << .. Caso dell’identificazione con l’altro sesso, ( .. ) sottostà all’omosessualità e al lesbismo ( entrambe forme più frequenti nel tipo Quattro che in qualsiasi altro carattere ) . .. >>.
L’invidia poi regna nel campo : << .. Sociale dove può manifestarsi, sia come idealizzazione delle classi superiori e come forte impulso alla scalata sociale .. >>, sia come : << .. Competitività carica di odio nei confronti dei ceti privilegiati. .. >>. L’invidia può inoltre : << .. Manifestarsi come la ricerca continua di eventi straordinari e di esperienze intense cui corrisponde l’insoddisfazione per ciò che è ordinario e privo di drammaticità. .. >>. Molti 4 tendono infine alla bulimia, o meglio, vivono : << .. Un’eco smorzata di quella condizione .. >>, come : << .. Sentimenti occasionali di vuoto doloroso alla bocca dello stomaco. .. >>.
Caratteristica dell’invidia è che, a differenza dell’avarizia e della rabbia, che sono considerati sentimenti disdicevoli e in quanto tali nascosti all’evidenza : << .. ( perché compensate dal distacco patologico e dalle formazioni reattive, rispettivamente, della benevolenza e della dignità ) .. >>, essa : << .. Appare visibile e la persona che ne è affetta soffre la contraddizione fra un estremo bisogno e il tabù che vige contro di esso. .. >>. Del resto il vergognarsi per il fatto di provare invidia inerisce alla sottostante : << .. Immagine cattiva .. >>, del 4.
Ne discende che mentre l’avarizia, che come si è detto è tenuta celata, induce a uno stato di quiete : << .. Il Quattro vive in un’atmosfera di scompiglio e di turbolenza. .. >>.
Altro paragone si può fare col vanitoso che, piacendosi, si autoincensa mentre il nostro uomo che non : << .. Si identifica con la parte della psiche che non corrisponde all’immagine idealizzata .. >>, lotta : << .. Continuamente per ottenere l’impossibile. .. >>.
Il fatto che il nostro 4 brami l’amore e nel contempo disperi di ottenerlo lo rende, assieme al Donatore di cui si è già detto prima, il tipo più emotivo dell’Enneagramma. Il prossimo infatti, è la sua potenziale fonte di affezione e, dato che è per costui ch’egli cerca di trasformarsi in un individuo interessante, è ovvio che lo odi  se nuovamente bistrattato o ne diventi lo schiavo se apprezzato. Rispetto al Donatore tuttavia, il Romantico – Tragico è più intellettuale e introverso.
Visto poi che il suo umore è in balia delle impressioni che riceve dagli altri e che queste non sono spesso positive e dato infine che le sue valutazioni circa il significato da dare agli apprezzamenti altrui  dipendono pure dall’umore, egli può facilmente cadere preda di fasi depressive dove si allontana da tutto e tutti e dopo uscirne, “ vivacchiare magari per un po' senza lode né infamia “ per  poi entrare in una fase iperattiva dove decide di lottare per avere ciò che sembra dare la felicità agli altri.
Ecco perché, spiega la Palmer[4], costoro : << .. Offrono il quadro più eloquente dell’intensità interiore descritta dai romantici : cambiamenti improvvisi d’umore, l’amore che si trasforma in odio e la passione in apatia, attrazione per amori impossibili o distruttivi, accompagnata da esplosioni drammatiche o da fantasie suicide ( .. ) nel caso in cui la vita diventasse insopportabile. .. >>.





[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Andrea Rognoni, L’Enneagramma,  Milano, 1997,  De Vecchi
[3] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[4] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio

sabato 20 agosto 2016

Il Tipo 4 dell'Enneagramma, detto anche Romantico - Tragico : secondo paragrafo

Non si piace perché ha interiorizzato il rifiuto genitoriale, dunque s’impoverisce


La convivenza con persone che non lo hanno mai amato convincono il nostro Romantico – Tragico di non meritare la stima del prossimo. Da qui i sensi di colpa per le proprie deficienze e dunque il dolore che una simile consapevolezza genera. Nonché il disperare della possibilità di un riscatto futuro, cosa che spesso lo trascina nella depressione più profonda.
Sentendo quindi che gli è negato ogni conforto affettivo è ovvio che per costui ricevere amore diventi la massima aspirazione e questo in quanto ottenerne, nel bene o nel male, significa comunque che qualcuno riesce ad accettarlo e poi che questi riconosce e premia gli sforzi fatti per essere gradito, con i relativi benefici per la propria autostima.
Ciò non toglie comunque che spesso il pessimismo causato dalla scarsa opinione di sé lo fa rinunciare a cogliere buone occasioni e lo fa continuare a rapportarsi inadeguatamente col prossimo ( mostrando a esempio forme di ribellioni o scatti d’ira inopportuni, oppure deludendo per ripicca le aspettative altrui, oppure mostrando eccessiva arrendevolezza quando ci si aspetterebbe da lui il contrario, o comunque la tendenza a sacrificarsi a vantaggio d’altri, ecc. ), innescando così nuovi rifiuti e incomprensioni. Ovvero proprio il contrario di quanto desidererebbe.
Secondo Naranjo[1] tuttavia, a convincere il nostro uomo di valere quanto il due di picche quando la briscola è quadri non bastano l’indifferenza, le critiche e il disprezzo di cui è fatto oggetto, e questo perché il tutto è aggravato dall’aver “ introiettato il rifiuto genitoriale “.
Vediamo ora cosa intenda l’autore con un simile discorso.
<< .. Il concetto di introiezione è stato introdotto da Ferenczi in " Introiezione e transfert " e ripreso da Freud nella sua analisi di un processo luttuoso ( in “ Lutto e melanconia “ ), dove egli osserva che l'individuo reagisce alla perdita dell’amore diventando come l'amato ( come a dire all'amato morto : “ Non ho bisogno di te, ora sei dentro di me “ ).
Mentre in Ferenczi e in Freud l'accento cade sull'idea di portare dentro di sé un ' oggetto buono ', Melanie Klein ha sottolineato l'importanza degli introietti cattivi. In questi casi è come se la persona, spinta da un bisogno eccessivo di amore, volesse portare dentro di sé e a tutti i costi ( vale a dire ' masochisticamente ' ) una figura genitoriale. .. >>.
Da qui  : << .. L’odio e il rifiuto di sé ( .. ) impliciti nel concetto di “ oggetto cattivo “ introiettato .. >>,  e l’idea : << .. Che la rabbia generata in seguito alla frustrazione sia rivolta non solo contro la fonte esterna della frustrazione ( e contro colui che per primo nella vita l'ha inflitta ) ma anche, come conseguenza dell'introie­zione, contro se stessi. .. >>.
L’assimilazione del giudizio di un genitore ipercritico del resto, oltre a rimuovere qualunque velleità di superiorità il 4 possa avere avuto, ne cristallizza il comportamento infantile incentrando la sua personalità sulla mancanza d’amore e sull’urgenza di soddisfarlo piuttosto che sull’adozione di una matura strategia di crescita.
Ciò non significa ovviamente ch’egli rinunci a perseguirlo ma che, stante la sua goffaggine, non se la sente di esigerlo come un diritto dovuto, né crede di essere in grado di guadagnarselo lavorando duramente. Essendogli tuttavia indispensabile essere in qualche modo approvato non gli resta che far di necessità virtù, ossia offrire se stesso, col proprio carico di sofferenza, contraddizioni e sensibilità, al prossimo. Salvo poi non averne più stima allorché questo gli dimostri attenzione in quanto convinto che chi lo approvi, o per lo meno paia comprenderlo, non possa essere tanto migliore.
Il nostro Romantico – tragico è poi agli antipodi di chi usa proiettare sugli altri i propri difetti in modo da sminuirne il valore per rassicurarsi del proprio. Il nostro uomo infatti, continuamente “ beccato in fallo “ e in quanto tale punito senza complimenti, non può cavarsela facendo notare che gli altri sono eguali se non peggio di lui. A costui non rimane che riconoscere le proprie colpe e costruirsi una personalità conseguente.
Il fatto è tuttavia che il non piacersi, che lo costringe a idealizzare quasi “ cavallerescamente” il proprio comportamento e questo per meritarsi l’amore che gli è mancato, implica un rifiuto di sé e quindi un’evoluzione personale dove non coltiva i potenziali talenti.   
Per superare l’impasse, spiega  Naranjo[2], il 4 : << .. Deve sviluppare la capacità di indipendenza .. >>, e per farlo deve comprendere che, se è vero : << .. Che ciò di cui il bambino aveva bisogno urgente e di cui andava in cerca era l’amore, la ricerca d’amore esagerata e compulsiva al presente può essere considerata una disfunzione e soltanto un miraggio .. >>. Questo in quanto ciò non aumenta : << .. La capacità di riconoscersi, sostenersi e amarsi .. >>. Né consente : << .. Di sviluppare un senso di sé .. >>, maturo e in quanto tale indipendente dall’appoggio altrui.





[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

lunedì 1 agosto 2016

Il Tipo 4 dell'Enneagramma, detto anche Romantico - Tragico : primo paragrafo

Le origini

Gli autori concordano nell’affermare che tipico di questa personalità è il non essere stato amato, né stimato, sia dai genitori, sia dalle figure che hanno contato nella sua vita.
Si tratta dunque di persone che hanno sofferto molto e che lamentano in particolar modo un sentimento di abbandono. Spesso ciò è stato causato dal divorzio dei genitori e quindi dall’allontanamento da quello cui erano maggiormente affezionati, altre volte esso è dovuto alla morte di uno di essi o di entrambi.
Soventemente la loro famiglia è stata infelice, vuoi perché appartenente a una minoranza etnica o a un gruppo sociale o culturale inviso, vuoi in quanto colpita da disgrazie, dipendenze, povertà.
A volte hanno avuto semplicemente un genitore, quando non entrambi, che sostanzialmente li rifiutavano perché diversi da ciò che avrebbero voluto fosse o, magari, perché riversavano su di essi le frustrazioni patite in famiglia o sul lavoro.
Nei nostri Romantici-Tragici poi è pressoché generale il provare una vergogna quasi patologica per la propria situazione, fatto che per altro li ha fatti temere come la peste d’esser presi in giro  o messi in ridicolo.
Secondo Teresa Fumagalli[1] il nostro bel tomo : << .. Non è riuscito a trovare, intorno a sé, nessuno che gli potesse fornire un modello di riferimento; non gli sono man­cate solo le figure genitoriali ma anche adulti affidabili, abba­stanza vicini da potergli essere ' maestri '. La conseguenza di questa solitudine è un ripiegamento nel mondo interiore, nel quale il QUATTRO cercherà alimento affettivo, e nella fantasia, che è sempre più colorata della dura realtà da affrontare tutti i giorni.. .. >>.
Nell’infanzia delle donne 4, spiega Naranjo[2],  colpisce : << ..  La frequenza di un rapporto più o meno incestuoso col padre, o di una violenza sessuale da parte di un altro familiare maschio. Per alcune questa esperienza non è stata problematica ( " mi manca il con­tatto fisico che avevo con mio padre " ). Per altre ha creato difficoltà con il genitore dello stesso sesso. Altre ancora ricordano l'esperienza con disgu­sto o senso di colpa. .. >>.
Molti fra costoro inoltre affermano che : << .. Ricevevano più cure e attenzioni .. >>, manifestando : << .. Un atteggiamento di sofferenza o bisogno. .. >>.  Talvolta nello : << ..  Star male è possibile individuare un elemento di seduzione .. >>, nei confronti di chi ami il ruolo dell’infermiera. .. >>.  In tal caso hanno : << ..  Una madre con lo stesso carattere e un padre debole. .. >>. 
L’autore rileva pure d’avere osservato : << .. Come nelle storie dei Quattro un padre sadico ( tipo Otto ) sia più frequente che in qualsiasi altro tipo, a eccezione dello stesso Otto. .. >>. In questo caso : << .. Il rapporto sado-masochistico con il genitore del sesso opposto ha contribuito al cristallizzarsi dello stile complessivo della personalità. .. >>. 
Non sempre comunque, prosegue l’autore, l’esperienza : << ..  Di abbandono .. >>, di cui il 4 lamenta coincide : << .. Con un evento esterno evidente ma è stata abbastanza sfumata da non essere per­cepita dagli altri e magari da non essere presente neanche nei ricordi dell’interessato fino a quando non viene recuperata nel corso di una psicotera­pia. .. >>. Spesso infatti il bambino è rimasto : << ..  Deluso dal genitore .. >>, o ha scoperto : << .. Che il genitore non lo ha mai amato veramente. .. >>, o comunque, spiega Pangrazzi[3] : << .. Ha avuto la percezione che altri in famiglia .. >>, fossero più benvoluti.
Sta di fatto che le mancanze di attenzioni e i disconoscimenti patiti spingono il piccolo a odiarsi, a invidiare chi paia felice e a cercare compensazione affettiva nel bisogno di amore, di approvazione esterna e di distinzione, nonché a disperare di poter mai avere una simile fortuna .. un romantico-tragico in nuce insomma.






[1] Teresa Fumagalli, Enneagramma in pratica, Colognola ai Colli 1998, Demetra
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[3] Aldo Pangrazzi, Sentieri verso la libertà, Cinisello Balsamo 1997, San Paolo Edizioni