..
In realtà me ne sono ricordata mentre stavo per addormentarmi. Ma ormai era
troppo tardi. Mi sembrava di sentire la voce di nonna Luci : “ .. Quando Morfeo
arriva non devi resistergli .. “. E chi meglio di me non vuole essere sconfitta
subito?
Da : "AMORE 14 " di FEDERICO
MOCCIA
a ) Modalità di riposo
Il riposo
comporta un allentamento della tensione che si può ottenere allontanandosi dal
contesto, distraendosi mentalmente o rilassando la posizione. Quest’ultima
è indubbiamente la più importante delle condizioni accennate in quanto lo stare
in piedi è più defatigante dello stare a quattro zampe degli animali ma ciò
nonostante, se non si è soli, bisogna, o graduare l’entità dello “ sbragamento
“ in modo da non offendere i presenti, o, se il bisogno di riposo è impellente,
chiedere il permesso di allontanarsi o comunque comportarsi in un modo che non
dia adito a riprovazione. Possono esimersi dal mostrare simili attenzioni solo
coloro a cui sia riconosciuta una posizione dominante e dai quali quindi non ci
si aspetti particolari riguardi, oppure da amici intimi e parenti in momenti
informali, come lo può essere lo stare entro le proprie mura domestiche.
Ovviamente
il come si cerchi di distendersi dipende dalle circostanze e, spesso, dagli “
ausili “ che si hanno a portata di mano.
La
vicinanza di un muro, di un albero o comunque di una qualsiasi superficie dura può, a esempio, consentirci di
appoggiarvisi, cosa che permette una qualche decontrazione dei muscoli
delle gambe, della schiena e del collo. Stesso risultato anche se circoscritto
a livello delle braccia, si può raggiungere mettendo le mani in tasca oppure rilasciando gli avambracci su una
qualche superficie.
Pure
i muscoli del collo possono provare sollievo allorquando il capo sia rilasciato sopra una superficie dura, oppure
sull’avambraccio o sulle mani.
Potendosi
sedere
invece ci sentiremo così bene da volervi rimanere a lungo e questo in quanto,
visto che buona parte della muscolatura viene a poggiare su una superficie di
sostegno, ci si può distendere.
Ancor
meglio poi staremo sdraiandoci a terra,
cosa che ci consentirà un rilassamento pressoché completo anche se in verità la
cosa è possibile solo se il suolo, quando non si usi il pavimento di casa, sia
asciutto, abbia una conformazione pianeggiante e sia preferibilmente inerbito o
sabbioso. Se non lo si fa da soli è d’obbligo essere con amici bendisposti a
stare all’aria aperta e a prediligere un comportamento informale. In questo
caso del resto, a meno che i presenti non decidano di farsi una pennichella, è
normale stare coricati sulla pancia con la testa poggiata sulle braccia oppure
girati di fianco con una mano che sorregge la testa, in modo da poter
partecipare alla discussione del gruppo.
Un
modo di riposo particolare è quella adottata da alcune tribù africane e che
consta nello stare verticali su una
gamba sola mentre l’altra è ripiegata all’interno, come nel caso delle
cicogne.
Un’altra
forma di pausa è quel tipo di
genuflessione che non si fa per devozione e sottomissione alla divinità o all’autorità.
E’ il caso di quando si posa a terra un ginocchio in seguito a una caduta, cosa
che si fa per riprendersi un pochino. Può capitare invece che tutte e due le
ginocchia siano a terra e la cosa, che indica spossatezza, può insorgere dopo una corsa durissima ma può pure
succedere di rimanere a quattro zampe, segno di totale fiaccamento.
Lo
stare accovacciati sulle ginocchia
con il sedere poggiato sulla parte posteriore delle gambe piegate è un altro
modo per prendere un poco di sollievo. Nel caso però che il sedere non tocchi terra e si faccia ricadere il peso del corpo sulle
punte dei piedi, cosa che è comune in certe tribù africane, il benessere
che se ne può trarre è quasi inesistente mentre va un po’ meglio se il peso del corpo poggia su tutta la pianta
dei piedi.
Molto
più comoda è la posizione accovacciata
in cui le natiche toccano terra e sostengono il corpo ma anche quella dove le gambe sono completamente ripiegate a
terra e il peso del corpo è comunque concentrato sulle natiche non scherza.
“ La posizione del fior di loto “ invece
non è affatto facile da farsi, tant’è vero che la sua esecuzione si perfeziona
solo dopo parecchio tempo che si pratica yoga.
Altra
modalità rilassante è lo stare seduti
con le gambe raggomitolate di fianco. E’ una posizione preferita
soprattutto dalle donne ed è adottata in situazioni informali come l’essere in
spiaggia, sull’erba, sul divano o nel letto.
Può pure
accadere che in una riunione un membro si addormenti. Una simile
eventualità non è ammessa, sia sul lavoro, sia a scuola, dove ci si aspetta che
tutti diano il massimo mentre in occasioni meno impegnative, ovvero fra
parenti, a teatro o in una conferenza, è abbastanza tollerata. Certo, può dar
adito a battute o risolini ma sino a quando la persona non si metta a russare o
non rischi di fare del male a se stesso o agli altri è difficile che venga
svegliato.
Un’altra
importante forma di riposo è data dagli intervalli,
che sostanzialmente constano in un cambiamento di ruolo di varia durata dove ci
si ritaglia un momento in cui non si è alla mercé di capireparti arroganti,
impiegati più o meno educati e routine esasperanti ma persone che per qualche
tempo sfuggono il destino di subalterni e diventano protagonisti. Sia che lo si
faccia per prendersi una pausa caffè, sia che si voglia essere al centro
dell’attenzione, il nodo centrale della questione sta nel fatto che v’è un
naturale bisogno interiore di farsi valere, di far capire che non si è solo un
numero ma si ha una personalità ricca e mal valutata. Ovvio che pensandola così
si cerchi di far conoscere la propria
vera natura organizzando magari viaggi fantastici, cercando di fare di un hobby
una vera e propria professione, volendo diventare i caporioni del proprio
gruppo oppure rivoluzionari o indimenticabili amanti.
Non
è detto quindi che si tratti di un vero e proprio riposo in quanto il cercare
di fare capire le proprie virtù nascoste può costare molta energia a fronte di
risultati non proprio eclatanti ma è un qualcosa che sino a quando si riscontra
una qualche soddisfazione fa sentire meglio e quindi dà sollievo.
b ) Il sonno vero e proprio
L’unica vera
forma di distensione che l’uomo conosca è un buon periodo di sonno, grazie al
quale può far riposare il cervello e rilassare il corpo. Non è un caso che una
sua lunga deprivazione conduca rapidamente a un precoce invecchiamento. Durante
il giorno infatti accumuliamo migliaia d’informazioni che ci colpiscono
emotivamente con il loro carico di contraddizioni o conflittualità, accentuando
così insicurezze e preoccupazioni.
Funzione del
sonno è una sorta di schedatura ed elaborazione di questi dati nonché una specie
di riordino della mente sulla base della tensione emozionale dei ricordi. Da
qui i sogni che evidenziano, con cadenza regolare, gli avvenimenti che ci hanno
maggiormente colpito durante la giornata
In genere si
dorme un numero di ore che è tanto maggiore quanto minore è l’età
dell’individuo, con una media di 16 ore nei primi 3 giorni di vita sino a circa
6 ore più alcuni sonnellini diurni nelle persone anziane. I bimbi, che come si
è appena detto risultano essere molto più dormiglioni degli adulti, hanno comunque
forti variazioni individuali, così come del resto le hanno gli uomini “ fatti
“.
La ragione di un
simile dislivello fra i bisogni di riposo dei bimbi e degli adulti va
probabilmente cercata nel fatto che i bimbi durante il giorno incamerano una quantità
di dati immensa che devono in qualche modo riordinare e assimilare mentre gli
anziani recepiscono meno informazioni nuove e quindi necessitano di un tempo
minore per metabolizzarle.
I neonati poi
fanno parecchi sonnellini diurni ma a poco a poco diminuiscono il sonno diurno
a vantaggio di quello notturno. Sembra poi che in età prescolare i bimbi più
intelligenti siano quelli che dormono sino a tardi e questo in quanto lo sforzo
prolungato li stanca maggiormente. Con l’età adulta invece pare non sia più possibile evidenziare
nessi fra intelligenza e sonno.
A uomini e donne
in buona salute occorrono mediamente venti minuti per addormentarsi, senza
contare che in alcuni esperimenti si è scoperto che un adulto ha dai 40 ai 70
cambiamenti di posizione, il cui scopo è di evitare che si formino crampi o
comunque dolori articolari vari.
Desmond
Morris ( vedi bibliografia ), parla di sonno
dislocato : sembra infatti che ci accada come a quegli uccelli che davanti
a situazioni sentite come molto pericolose infilano il capo sotto l’ala. Non si
spiega altrimenti il fatto che diversi soldati abbiano riferito episodi,
accaduti poco prima di partire per missioni, in cui provavano un senso di
stanchezza che comunque scompariva non appena cominciava l’azione.
Queste
e testimonianze raccolte da vari specialisti fanno concludere che allorquando
l’uomo sia sottoposto a forte stress possa sentirsi così affaticato da eseguire
malamente i propri compiti. << .. Forse è per questo che, quando una cosa
ci annoia o ci infastidisce, diciamo che ne siamo «stanchi». .. >>.
c ) I sogni
In media sognamo
ogni 90 minuti e in questi periodi gli occhi hanno bruschi movimenti sotto le
palpebre chiuse. Le onde emanate dal cervello poi sono simili a quando si è
svegli, il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna sono irregolari come se
stessimo avendo forti emozioni e consumiamo più ossigeno come se stessimo per
agire. Per contro il tono muscolare diventa più basso ed è più difficile
svegliarsi. Questa particolare condizione, dove si stabiliscono alcune
condizioni fisiologiche affini all’azione e altre da cui se ne è lontanissimi e
quindi non si è assolutamente coscienti di quanto accade, è detto “ sonno paradossale “. Se ci si sveglia
in questa fase si ricorda benissimo il sogno fatto, se ci si desta poco dopo ne
rammentiamo alcuni pezzi altrimenti non ne riteniamo alcun particolare e
crediamo di non aver sognato. In realtà quest’ultimo caso succede quando ci si
sveglia naturalmente mentre è quando qualcosa ci desta improvvisamente e interrompe
il sogno che lo ricordiamo meglio.
Altra questione :
il sogno non si forma di botto ma si sviluppa e termina nell’arco di tempo in
cui avvengono le condizioni fisiologiche del suo essere.
A quanto pare durante il sogno muoviamo tantissimo gli
occhi. In questo lasso di tempo, che viene chiamato fase REM ( Rapid eyes
movement), è come se l’occhio seguisse le scene del sogno che viene vissuto
come reale.
d ) Riferimenti bibliografici
Giuseppe Maffeis, Guida pratica – Il linguaggio
del corpo, Milano 2011, Edizioni Riza S. p. A.
Desmond
Morris, L’uomo e i suoi gesti,
Milano, V edizione 1987, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Desmond Morris, La scimmia nuda, Milano XV Edizione Tascabili Bompiani 2002, RCS
Libri S.p.A.