Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

martedì 8 gennaio 2019

Il rialzo dello spread non fa bene alle banche italiane




Visto che l’Epifania “ tutte le feste se le porta via “ dobbiamo riabituarci a divenire preda di pensieri meno allegri. Uno di questi è dato dallo spread, che altro non è se non la variazione della differenza tra il rendimento di un titolo di Stato decennale italiano e il rendimento del suo "gemello" tedesco. I suoi alti e bassi così come si sono venuti a configurare hanno comportato un calo del valore dei BTP in circolazione. Le nostre banche, che ne hanno quasi 400 miliardi in cassaforte e che li hanno comprati quando il loro prezzo era molto più alto registrano dunque una perdita secca elevata in fatto di valore patrimoniale e redditività.
Seppur tralasciamo il discorso che in questo modo lo Stato s’indebiterà ancor di più in quanto a fronte di un prestito di tot euro pagherà tot più x d’interessi, non possiamo ricordare di osservare che, come detto in Altroconsumo Finanza n. 1299 del primo gennaio 2019 : << .. Il rialzo dei rendimenti rende le banche meno solide .. >>.
La Banca d’Italia infatti : << .. in un rapporto pubblicato in queste settimane, la nostra Banca centrale ha calcolato che un aumento dell'1% dei rendimenti dei BTp farebbe calare, in media, l'indice Ceti di uno 0,5% (0,4% per le banche più grandi, addirittura 0,9% per le più piccole, ma il legame tra dimensioni e rischio non è sempre univoco, ne è un esempio Mps). .. >>.
Non solo : << .. Ad aggravare la situazione c'è il fatto che, negli ultimi mesi, le banche italiane sono tornate ad acquistare più BTp di quelli rimborsati: se a febbraio ne avevano in bilancio per 345 miliardi, ad agosto l'importo è risalito a 372 miliardi. È, almeno in parte, un effetto della "fuga" degli investitori esteri: questi ultimi hanno oggi solo il 24% del nostro debito pubblico (non era così basso da anni) e le banche di casa nostra hanno dovuto mettersi una mano sul cuore, e l'altra sul portafoglio, per stabilizzare il mercato con i loro acquisti. Morale, il rapporto tra titoli di Stato e patrimonio, che era in calo da anni, è risalito al 93% ( .. ). .. >>.
A peggiorare la situazione delle banche è il loro possesso, a giugno 2018, di almeno 225 miliardi di euro di crediti irrecuperabili. Sempre lo stesso numero di Altroconsumo Finanza sopra citato ricorda che gli istituti di Credito hanno compiuto notevoli sforzi per disfarsene, tant’è vero che nel 2015 questi erano 350 miliardi, tuttavia non è che 225 miliardi di euro siano proprio quisquilie.
Il fatto è, prosegue a dire l’autore dell’articolo, che  : << .. Questa pulizia di bilancio non è stata affatto indolore: in buona parte, la diminuzione dei crediti "marci" è stata ottenuta vendendo in blocco pacchetti da miliardi di crediti, magari a prezzo da saldo pur di liberarsene e rispettare così le normative di vigilanza. E questo ha significato enormi perdite per le banche, che in molti casi hanno dovuto ripianarle con aumenti di capitale, cioè chiedendo altri soldi agli azionisti. .. >>.
A quanto pare : << .. L'ammontare dei crediti marci resta enorme: il 10,2% del totale dei prestiti concessi, mentre in Europa questa percentuale è in media del 4%. Solo in Paesi come Cipro e Grecia questa percentuale è più alta della nostra (intorno al 30%), ma visti i guai di queste due economie, non è certo un confronto lusinghiero .. >>.
Abbiamo banche dunque con sofferenze tali da porle agli ultimi posti in Europa come solidità e se questo può fare un baffo a chi pensi che sono cattive e ingorde, eccetera, è anche bene ricordare quanto strillavano i correntisti e i detentori di titoli e azioni quando qualcuna di queste  è fallita. Qualcuno si è suicidato, qualcun altro è divenuto, non per suo desiderio, barbone e così via mentre i nostri politici promettevano interventi a loro favore.
Pensiamo un poco che casino monterebbe in Italia se i primi 3 o 4 Gruppi bancari fallissero e qualche milione di italiani rimanesse di punto in bianco senza un euro e senza la possibilità di ottenere crediti.
Ecco perché i Governi solitamente “ aiutano “ le banche in difficoltà : questo è senza dubbio il male minore rispetto al loro fallimento e alla crisi sociale che causerebbero.



















giovedì 3 gennaio 2019

Caratteristiche delle persone di rango





Uno status symbol, in senso lato, è qualunque cosa che possa essere legato allo stile di vita di una persona importante. Si può quindi trattare di un titolo, di una carica politica o un incarico professionale oppure del possesso di beni di un certo qual valore. Si tratta solitamente di oggetti che, facendo parte del corredo di un individuo di potere e indicando la posizione conquistata, hanno poco a che fare con la sua finezza spirituale, che, notoriamente, non serve quasi mai a scalare le vette del potere. In Occidente del resto è considerato desiderabile e quindi un indicatore del proprio rango, l’avere un aspetto giovanile e una certa qual vigoria e questo spiega la fortuna di palestre, centri benessere e soprattutto di centri di chirurgia estetica.
Un certo qual “ savoir faire “ inoltre non guasta; si tratta di un’abilità che in una famiglia da tempo agiata si acquista, sia con studi esclusivi, sia sapendo affrontare con stile spostamenti o situazioni mondane complicate.

Come accennato altrove, status e moda vanno a braccetto e la cosa è abbastanza ovvia : una persona che abbia potere e prestigio non può non venire remunerata profumatamente e fatta oggetto di particolari attenzioni e la cosa non potrà non riflettersi nella ricchezza e bellezza dei manufatti a sua disposizione.
Rispetto al passato tuttavia, vi è una maggiore stratificazione sociale, ossia un numero consistente di persone che ha acquistato un ruolo che gli garantisca un certo agio. Per capirci meglio : non ci sono più nobili, clero, contadini e servi ma commercianti, dirigenti, impiegati, giornalisti, eccetera i quali hanno una certa preparazione culturale e discrete entrate che li fanno ambire ad avere beni di un certo livello.
Alle aziende, ovviamente, incentivare il consumo di beni di più alta gamma offrendoli a un numero maggiore di clienti serve ad aumentare i profitti mentre per i nuovi clienti si tratta del raggiungimento di un sogno ma, quanto più rapidamente questo accade, tanto più gl’individui di potere si sentono invasi dalla massa e cercano oggetti esclusivi.
Da qui il pressoché continuo lancio sul mercato di gamme di prodotti esteticamente ricercati e con prestazioni  via via maggiori che poco hanno a che fare coi bisogni reali della gente.
In altri settori ciò significherebbe il fallimento di quelle aziende ma all’industria del lusso tutto è permesso e questo proprio perché  i suoi clienti sono al di sopra di qualunque logica legata al rapporto prezzo e qualità.

L’enorme diversità di educazione, frequentazioni, possibilità e cultura fa si che gli abbienti non si trovino a loro agio con persone di ceto inferiore, spesso giudicati zotici, goffi, ignoranti e lecchini. Se dunque i rapporti fra questi diversi gruppi non sono idilliaci tanto vale rimarcare la propria superiorità erigendo un muro tra sé e loro. Non è un caso che nell’intimità delle loro sontuose dimore si sentano a loro pieno agio, liberi dall’obbligo di dispensare cortesie verso i meno agiati con la speranza di parere moderni e democratici. 
Pare poi che i vecchi ricchi siano più generosi con la servitù e questo per accaparrarsi i migliori servizi e che disprezzino più i nuovi ricchi che il volgo. Solitamente poi sono bene educati e, avendo consolidato la propria situazione socio-economica da tempo, hanno maturato convinzioni che ormai fanno parte inscindibilmente della loro persona e che difficilmente abbandoneranno. Non apprezzano dunque le novità e questo li rende differenti dai nuovi ricchi la cui posizione è meno stabilizzata e quindi nutrono la speranza di trarre profitto dalle nuove situazioni.

La persona più importante così come l’animale preminente, forte degli scontri vinti che l’hanno incoronato tale, ha acquisito una sicurezza e un’autorità così grande che gli fa venir meno la voglia di agitarsi e farsi in quattro per mostrare al prossimo il proprio valore. Il maschio dominante dunque rispetto agli altri è più immobile e parla meno perché, essendo già stata riconosciuta la sua valentia in precedenti conflitti, non deve dimostrare più nulla al prossimo.
Ciò non significa che in situazioni ufficiali i nostri magnati o i politici rimangano sempre tranquilli come pasque. Frequenti infatti sono gli scarichi di tensione come il sistemarsi ( o tormentarsi ) i gemelli, la cravatta, l’orologio, la giacca, la borsetta o il vestito. Questi tra l’altro sono gesti che comportano il circondarsi in un qualche modo con un braccio ovvero formare una barriera che, sebbene non possa isolarli da nessun contatto reale dà però la sensazione di una qualche forma di protezione.
E’ da ricordare tuttavia che oggigiorno, dove la supremazia non è più conseguenza della vittoria di una lunga sfilza di duelli ma anche frutto di una maggior preparazione culturale, le persone di una certa influenza hanno un linguaggio più ricco e quindi è meno necessario accompagnare le frasi con gesti per cercare di rendere più comprensibile quanto detto. Non solo, quanto più si è anziani e questo a prescindere dalla importanza attribuitagli dalla comunità, tanto minore è il tono muscolare, cosa che incide sulla espressività.
Senza contare poi che in Gran Bretagna e in Oriente v’è la concezione che un tratto peculiare delle classi dirigenti sia l’autocontrollo delle proprie emozioni. Da qui la derisione del volgo e in particolare delle popolazioni italiane e francesi troppo loquaci, ansiose, bisognose di appoggio e terribili gesticolatori. Ne consegue l’educazione all’impassibilità quale atteggiamento appropriato per una persona di nobile schiatta.

Le persone potenti cercano di occupare uno spazio note­volmente superiore agli altri e questo perché sono ben consapevoli che la cosa conferisce loro maggior prestigio. Dunque se si vede una persona seduta e abbracciare gli schienali delle seggiole vicine si ha a che fare, tendenzialmente, con un capo.


a ) Riferimenti bibliografici

Anna Guglielmi, Il linguaggio segreto del corpo, Casale Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Samy Molcho, I linguaggi del corpo, Como I997, Lyra Libri
Desmond Morris, L’uomo e i suoi gesti, Milano, V edizione 1987, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Desmond Morris, L'animale uomo,  Milano 1994, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond Morris, Lo zoo umano,  Milano 1°  Edizione Oscar Saggi 2005, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A