Sostenuto dall’iperattività individua i valori più popolari e vi si
identifica
Concentrato sul
raggiungimento del risultato utile che gli consenta di avere la meglio, il
nostro Imprenditore reputa che per ottenerlo sia necessario il completo
controllo dell’ambiente e che ciò sia possibile sviluppando quella sorta di
ubiquità che solo un impegno teso fino al limite del possibile può consentire.
Si tratta dunque
di un tipo con notevoli potenzialità fisiche e intellettuali che fa più cose
alla volta e con rapidità, vuoi perché ama farlo, vuoi in quanto pensa che
debba comportarsi così chi è “superiore “
E’ per questo motivo che più gli è chiaro lo
scopo da raggiungere maggiore è la concentrazione rivolta a conseguirlo, costi
quel che costi : si tratti di eliminare o aggirare ostacoli e avversari.
Fortifica la
determinazione del nostro soggetto poi l’estrema fiducia nelle proprie capacità
( cosa che gli fa amare la competizione ), nonché la profonda convinzione che
perdere significhi essere un fallito indegno d’amore.
Si può ancora
aggiungere che il procedere del nostro Imprenditore a fare ciò che si è
prefisso senza pause o ripensamenti lo fa sentire bene in quanto rispecchia
l’unico modo che a suo avviso valga la pena vivere. L’essere così preso dalla
sua attività inoltre evita che gli si affaccino alla coscienza dubbi circa le
reali possibilità che ha di ottenere il risultato sperato. Questi dilemmi
infatti, risulterebbero emotivamente devastanti la sua sicurezza e dunque fonti
di possibili abbandoni o insuccessi.
Le sue capacità,
la determinazione e l’ottimismo infine fanno sembrare agli altri che ciò che fa
non gli costi fatica e questo anche se spesso non è che un atteggiamento che
sfoggia per conquistare indelebilmente l’ammirazione dei compagni.
E’ dunque il
classico tipo, spiega la Palmer, che vuole : <<
.. Mettere molta carne sul fuoco per usare efficacemente il tempo .. >>;
e nonostante ciò gli causi momenti di stanchezza e sfiducia allorquando sembra
che il suo incedere non dia frutti, in linea di massima : << .. Dicono di
sentirsi immersi in una fonte inesauribile di energia : il lavoro procede da
sé, senza bisogno di guidarlo. Affermano che il tempo rallenta, anche se stanno
lavorando alla massima velocità, che le preoccupazioni svaniscono ed entrano
in uno stato mentale in cui ciò che va fatto si presenta da sé senza bisogno di
riflessione o di esame. In questa disposizione d'animo, il successo sembra
assicurato. L'ansia scompare perché si sente che ogni stadio del lavoro conduce
inevitabilmente verso la giusta conclusione.
.. >>.
Oggigiorno
tuttavia per conquistare l’ammirazione e la fiducia dei membri della comunità
non basta essere un grande lavoratore. In una società avanzata come la nostra
infatti, basata sul commercio e quindi
dove la merce deve essere allettante,
chi vuole “ avere successo “ deve anche sapersi proporre.
Ciò significa
che per acquisire l’ammirazione altrui il nostro tizio deve fare proprio il
punto di vista abbracciato dal gruppo dov’egli vive o con il quale vuole
integrarsi. Convinzioni che nella società industriale, è soventemente
identificato con il fare carriera, soldi, oppure essere un artista di vaglia,
avere responsabilità politiche, ecc,. Il fatto è tuttavia che se l’ambiente
dove il nostro Imprenditore vive predilige valori alternativi egli li farà
egualmente propri.
Non a caso
Naranjo afferma che il nostro
bel tomo cerca di : << .. Essere di moda sul mercato della personalità e
per essere di moda sul mercato della personalità bada di conoscere qual è al
momento la personalità più richiesta. .. >>.
Spesso sono i
media a fornire i modelli specifici del successo che poi il nostro tipo cerca
di emulare ( E’ il caso, ad esempio, dei ragazzini che si vestono e si
acconciano seguendo la falsa riga delle star del Rock o del cinema, e quindi
strimpellano strumenti o recitano nelle sagre paesane e magari poi scappano di
casa per cercare di diventare attori o musicisti ).
Il nostro 3
dunque, spiega la Palmer, può assumere :
<< .. L’immagine tipo di qualunque gruppo : il dirigente in doppio petto,
la supermamma che si occupa di tutto, il bambino dei cartelloni pubblicitari,
l’hippie, ecc. .. >>.
Questa sua
capacità di rappresentare chi è ammirato dalla comunità caratterizza i 3 come :
<< .. Personalità camaleontiche che eccellono in qualsiasi gruppo e
inconsapevolmente possono credere di riuscire a incarnare qualunque immagine
che riceva approvazione dalle persone che stimano .. >>.
Ciò significa
che quand’egli ritiene vi sia un modello : << .. Abbastanza
interessante .. >>, vi converge :
<< .. Tutte le energie mentali. .. >>, e incarna : << ..
Tutte le caratteristiche della professione da svolgere. .. >>, facendo
per altro proprie anche le sensazioni che la “ nuova identità “ provoca. In
questo modo egli diviene pure consapevole degli stati d’animo di coloro che la
pensano come lui e la cosa, se da una parte gli garantisce maggiori simpatie,
dall’altra gli dà modo di sapere cosa fare e dire per avvincere ancor di più il
prossimo. Del resto : << .. Se l’immagine funziona il Tre manterrà
l’identificazione con essa. Se invece gli altri non l’approvano, il Tre
comincia inconsciamente a modificarla .. >>;
Il concentrare
del resto l’attenzione sulla realizzazione dell’immagine desiderata è un
processo chiamato identificazione : ossia : << .. Un meccanismo di difesa
in cui diventiamo i modelli a cui siamo stati vulnerabili nell’infanzia. ..
>>.
E’ grazie a
questa prassi che i 3 si scoprono : << .. Ad assumere istintivamente
l’immagine che comunica meglio il messaggio che vogliono trasmettere o che li
mette in luce nel loro campo .. >>, e se nella maggior parte dei casi :
<< .. L’identificazione psicologica suona : “ Sono uguale a mia madre “,
oppure “ Sono italiano “ .. >>, per il 3 l’identificazione : << ..
Può significare : “ Sono il prototipo
della mia professione “. .. >>.
Così facendo del
resto, ossia “ entrando nei panni “ delle persone più ammirate nel “ proprio
entourage “, il nostro 3 sacrifica i
propri sentimenti a beneficio della riuscita dell’operazione e sino a quando rimane consapevole che la sua non è altro che
un’operazione di convenienza non s’identifica col personaggio in cui è calato.
Può succedere
tuttavia ch’egli finisca per riconoscersi nella parte assunta e in questo caso,
spiega l’autrice di cui sopra, dovrà fare i conti con i propri bisogni che
reprime in quanto sconvenienti con il comportamento del personaggio che incarna
ma che tuttavia si fanno sentire imperiosamente.
Naranjo spiega che : <<
.. L’identificazione con un’immagine di sé ideale, costruita in risposta alle aspettative degli altri .. >>,
si differenzia dall’introiezione perché questa : << .. Riguarda il
sentire come un altro .. >>, mentre l’identificazione comporta l’adottare
: << .. Le caratteristiche di un altro .. >>, trasformandosi :
<< .. Così, in certa misura, sul modo d’essere di un modello esterno. ..
>>.
Sempre l’autore scrive che : << .. Benché fare propri i tratti
dei genitori sia una caratteristica universale dello sviluppo umano ..
>>, l’introiezione comporta : << .. L’identificazione
precoce .. >>, con essi mentre l’identificazione comporta l’assumere a
modello : << .. Un’immagine aggiornata e artificiosa di ciò che viene
giudicato socialmente desiderabile. .. >>.
Claudio Naranjo, Carattere
e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio