Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

domenica 3 aprile 2016

Il Tipo 3 dell'Enneagramma, detto anche Imprenditore : terzo paragrafo

Sostenuto dall’iperattività individua i valori più popolari e vi si identifica


Concentrato sul raggiungimento del risultato utile che gli consenta di avere la meglio, il nostro Imprenditore reputa che per ottenerlo sia necessario il completo controllo dell’ambiente e che ciò sia possibile sviluppando quella sorta di ubiquità che solo un impegno teso fino al limite del possibile può consentire.
Si tratta dunque di un tipo con notevoli potenzialità fisiche e intellettuali che fa più cose alla volta e con rapidità, vuoi perché ama farlo, vuoi in quanto pensa che debba comportarsi così chi è “superiore “
 E’ per questo motivo che più gli è chiaro lo scopo da raggiungere maggiore è la concentrazione rivolta a conseguirlo, costi quel che costi : si tratti di eliminare o aggirare ostacoli e avversari.
Fortifica la determinazione del nostro soggetto poi l’estrema fiducia nelle proprie capacità ( cosa che gli fa amare la competizione ), nonché la profonda convinzione che perdere significhi essere un fallito indegno d’amore.
Si può ancora aggiungere che il procedere del nostro Imprenditore a fare ciò che si è prefisso senza pause o ripensamenti lo fa sentire bene in quanto rispecchia l’unico modo che a suo avviso valga la pena vivere. L’essere così preso dalla sua attività inoltre evita che gli si affaccino alla coscienza dubbi circa le reali possibilità che ha di ottenere il risultato sperato. Questi dilemmi infatti, risulterebbero emotivamente devastanti la sua sicurezza e dunque fonti di possibili abbandoni o insuccessi.
Le sue capacità, la determinazione e l’ottimismo infine fanno sembrare agli altri che ciò che fa non gli costi fatica e questo anche se spesso non è che un atteggiamento che sfoggia per conquistare indelebilmente l’ammirazione dei compagni.
E’ dunque il classico tipo, spiega la Palmer[1], che vuole : << .. Mettere molta carne sul fuoco per usare efficacemente il tempo .. >>; e nonostante ciò gli causi momenti di stanchezza e sfiducia allorquando sembra che il suo incedere non dia frutti, in linea di massima : << .. Dicono di sentirsi immersi in una fonte inesauribile di energia : il lavoro procede da sé, senza bisogno di guidarlo. Affermano che il tempo rallenta, anche se stanno lavorando alla massima velocità, che le preoccupazioni sva­niscono ed entrano in uno stato mentale in cui ciò che va fatto si presenta da sé senza bisogno di riflessione o di esame. In questa disposizione d'ani­mo, il successo sembra assicurato. L'ansia scompare perché si sente che ogni stadio del lavoro conduce inevitabilmente verso la giusta conclusione.  .. >>.
Oggigiorno tuttavia per conquistare l’ammirazione e la fiducia dei membri della comunità non basta essere un grande lavoratore. In una società avanzata come la nostra infatti, basata  sul commercio e quindi dove la merce deve essere  allettante, chi vuole “ avere successo “ deve anche sapersi proporre.
Ciò significa che per acquisire l’ammirazione altrui il nostro tizio deve fare proprio il punto di vista abbracciato dal gruppo dov’egli vive o con il quale vuole integrarsi. Convinzioni che nella società industriale, è soventemente identificato con il fare carriera, soldi, oppure essere un artista di vaglia, avere responsabilità politiche, ecc,. Il fatto è tuttavia che se l’ambiente dove il nostro Imprenditore vive predilige valori alternativi egli li farà egualmente propri.
Non a caso Naranjo[2] afferma che il nostro bel tomo cerca di : << .. Essere di moda sul mercato della personalità e per essere di moda sul mercato della personalità bada di conoscere qual è al momento la personalità più richiesta. .. >>.
Spesso sono i media a fornire i modelli specifici del successo che poi il nostro tipo cerca di emulare ( E’ il caso, ad esempio, dei ragazzini che si vestono e si acconciano seguendo la falsa riga delle star del Rock o del cinema, e quindi strimpellano strumenti o recitano nelle sagre paesane e magari poi scappano di casa per cercare di diventare attori o musicisti ).
Il nostro 3 dunque, spiega la Palmer[3], può assumere : << .. L’immagine tipo di qualunque gruppo : il dirigente in doppio petto, la supermamma che si occupa di tutto, il bambino dei cartelloni pubblicitari, l’hippie, ecc. .. >>.
Questa sua capacità di rappresentare chi è ammirato dalla comunità caratterizza i 3 come : << .. Personalità camaleontiche che eccellono in qualsiasi gruppo e inconsapevolmente possono credere di riuscire a incarnare qualunque immagine che riceva approvazione dalle persone che stimano .. >>.
Ciò significa che quand’egli ritiene vi sia un modello : << .. Abbastanza interessante  .. >>, vi converge : << .. Tutte le energie mentali. .. >>, e in­carna : << .. Tutte le caratteristiche della professione da svolgere. .. >>, facendo per altro proprie anche le sensazioni che la “ nuova identità “ provoca. In questo modo egli diviene pure consapevole degli stati d’animo di coloro che la pensano come lui e la cosa, se da una parte gli garantisce maggiori simpatie, dall’altra gli dà modo di sapere cosa fare e dire per avvincere ancor di più il prossimo. Del resto : << .. Se l’immagine funziona il Tre manterrà l’identificazione con essa. Se invece gli altri non l’approvano, il Tre comincia inconsciamente a modificarla .. >>;
Il concentrare del resto l’attenzione sulla realizzazione dell’immagine desiderata è un processo chiamato identificazione : ossia : << .. Un meccanismo di difesa in cui diventiamo i modelli a cui siamo stati vulnerabili nell’infanzia. .. >>.
E’ grazie a questa prassi che i 3 si scoprono : << .. Ad assumere istintivamente l’immagine che comunica meglio il messaggio che vogliono trasmettere o che li mette in luce nel loro campo .. >>, e se nella maggior parte dei casi : << .. L’identificazione psicologica suona : “ Sono uguale a mia madre “, oppure “ Sono italiano “ .. >>, per il 3 l’identificazione : << .. Può significare : “ Sono  il prototipo della mia professione “. .. >>.
Così facendo del resto, ossia “ entrando nei panni “ delle persone più ammirate nel “ proprio entourage “,  il nostro 3 sacrifica i propri sentimenti a beneficio della riuscita dell’operazione e sino a quando  rimane consapevole che la sua non è altro che un’operazione di convenienza non s’identifica col personaggio in cui è calato.
Può succedere tuttavia ch’egli finisca per riconoscersi nella parte assunta e in questo caso, spiega l’autrice di cui sopra, dovrà fare i conti con i propri bisogni che reprime in quanto sconvenienti con il comportamento del personaggio che incarna ma che tuttavia si fanno sentire imperiosamente.
Naranjo[4] spiega che : << .. L’identificazione con un’immagine di sé ideale, costruita in risposta alle aspettative degli altri .. >>, si differenzia dall’introiezione perché questa : << .. Riguarda il sentire come un altro .. >>, mentre l’identificazione comporta l’adottare : << .. Le caratteristiche di un altro .. >>, trasformandosi : << .. Così, in certa misura, sul modo d’essere di un modello esterno. .. >>.
Sempre l’autore scrive che : << .. Benché fare propri i tratti dei geni­tori sia una caratteristica universale dello sviluppo umano .. >>, l’introiezione comporta : << .. L’identificazione precoce .. >>, con essi mentre l’identificazione comporta l’assumere a modello : << .. Un’immagine aggiornata e artificiosa di ciò che viene giudicato socialmente desiderabile. .. >>.








[1] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio. L’autore qui riprende quanto affermato da Eric Fromm, ne : Dalla parte dell’uomo, edito a Roma nel 1971, da Astrolabio
[3] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

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