Aveva 39 anni,
un fisico muscoloso e peli ovunque, eccetto che sulla testa.
Da : “ FIUME DI SANGUE “ di JEFFERY DEAVER
a ) Ravviarsi i capelli Può capitare di vedere
signore che, mentre parlano con un amico, ravviano i capelli con delicatezza dietro
le orecchie o la nuca, oppure si danno dei colpetti dietro il collo come per
liberarli dal colletto o li spazzolano all’indietro, oppure li sollevano
scoprendo il collo.
I maschi più soventemente li riportano sulla fronte perché loro
di solito li tengono più lunghi sul davanti, e quando gli esponenti dei due sessi fanno così, ovvero : <<
.. Compiono movimenti di toeletta inconsci .. >>,
oltre ad accarezzarsi e a rendere più visibili lineamenti del viso considerati
belli, gonfiano i capelli sottolineando la fluente e curata capigliatura,
ovvero una parte di sé di cui si va fieri.
Si tratta in genere di un segnale positivo poiché da parte
dell’uomo indica la volontà di piacere e quindi il fatto che gradisce
l’interlocutore, maschio o femmina che sia. Lo stesso vale nel caso di una
donna che faccia altrettanto e se è un uomo a intrattenerla può significare che
le cose per lui si stanno mettendo bene.
Date infatti le numerose terminazioni nervose e la rete
sanguigna che si trova alla radice dei capelli, passare la mano su quelli o
comunque pettinarli, stimola piacevolmente il cuoio capelluto. Il farlo dunque appaga in un qualche modo
il bisogno di essere accarezzati e davanti a un appartenente dell’altro sesso indica pure che si vorrebbe fosse
l’interlocutore a farlo anche se, non avendo ancora un rapporto così intimo,
non resta che provvedere in qualche maniera da sé.
Toccarsi i capelli poi, come già accennato prima, significa guidare l’attenzione dell’altro
su un aspetto particolarmente attraente del corpo umano e questo a meno che
l’avere i capelli radi, o la calvizie o quant’altro siano vissuti come fatti
frustranti.
Capita poi che gesti del genere, che solitamente sono
eseguiti da una donna, mettano a nudo
parte del collo e la cosa, se l’interlocutore è un uomo, dev’essere
considerata come indicativo di una grande disponibilità sessuale nei suoi
confronti. Il collo della donna infatti, più lungo e sottile di quello del
maschio, rimarca una caratteristica prettamente femminile ed è quindi eccitante
per un uomo. Non solo! Come nel mondo animale si tratta di una parte del corpo
alquanto delicata e se lo si espone alla
vista di un altro significa che se ne ha fiducia e lo si gradisce al punto di
dimostrarsi arrendevoli.
In alcuni casi
tuttavia il gesto diviene così automatico, come meccanica è la o sorpresa e
felicità di chi lo fa, da perdere la valenza di voler impressionare
positivamente l’altro o l’altra “. In questo caso si tratta di persone
vanitose e narcisiste che ritengono d’essere fascinose a prescindere e quindi comunque
meritevoli dell’ammirazione altrui.
b ) Legarsi i capelli Se la donna con la quale si
parla però, all’improvviso lega i capelli, non è più interessata a noi. Se
avesse continuato a esserlo avrebbe cercato di mettere in mostra una parte di
sé attraente. Ritirandoli per raccoglierli e poi legarli fa l’esatto contrario.
c ) Manipolare una ciocca di capelli Il rigirarsi una ciocca di
capelli tra le dita non ha un significato univoco. Se la donna è impegnata in
una conversazione e mentre lo fa sorride guardando l’interlocutore indica che è
interessata a costui al punto da offrirgli allo sguardo una parte di sé che da
sempre è oggetto d’ammirazione. Se fa così quando è da sola è comunque probabile che lo sguardo e la sua attenzione
siano spersi in qualche pensiero o ricordo piacevole.
A
volte però, se si vede che tira i capelli più che giocarci e fissa ciò che sta
facendo senza fare attenzione a ciò che dice chi è con lei, segnala uno stato
di tensione. E’ possibile che le avances dell’uomo, anche se desiderabile,
l’abbiano imbarazzata perché troppo esplicite o che il discorso contenga
critiche più o meno velate oppure sia scivolato su questioni che in qualche
modo abbiano a che fare con frustrazioni irrisolte.
Nel
caso in cui il gesto sia riscontrabile
quando la donna è da sola, oltre a tirare quei poveri ella guarderà in basso e
da esso non trapelerà positività ma angoscia o comunque preoccupazione.
Il
comportamento in questione pare che sia legato alla rassicurante abitudine
infantile di toccare o stringere i capelli materni, quando il farlo, sia che ci
si addormentasse o meno, era volto a mantenere il più a lungo possibile il
legame con la persona più importante
della nostra vita. In età adulta, quando è sciolto il cordone ombelicale che ci
teneva uniti alla famiglia, quella piacevole usanza, anche se non può più
venire ripristinata per sedare l’agitazione causata da situazioni stressanti,
viene in un qualche modo riprovata per mezzo di un sostituto : i propri capelli
invece di quelli materni. Di sicuro non è la stessa cosa poiché la persona non
ritroverà certo l’originaria sensazione rilassante ma d’altronde non ha molta
altra scelta.
Per
gli studiosi del settore poi il sollevare un capello indica frustrazione.
d ) Se
la donna butta i capelli all’indietro Il gettare i capelli all’indietro comporta un
brusco movimento del capo che termina con il sollevamento del mento. Nonostante
possa anche essere un modo per focalizzare l’attenzione altrui sui suoi bei
capelli, cosa che per un maschio risulta piuttosto attraente, è considerato un
segnale di chiusura. Così facendo infatti ella ritrae il volto da avance o
comunque da una presenza sgradita sottolineando orgogliosamente la propria
decisione. Viene dunque spesso usato come un rifiuto mascherato e, nel caso
ella non si senta molto in forma o
giudichi la situazione non particolarmente allarmante, il gesto viene
fatto più lentamente e può essere accompagnato da un’alzata di spalle o da
espressioni del tipo: “ Va be’ ”, “ Non importa ” ecc. In questo caso può prendere il significato di
“ buttarsi qualcosa alle spalle ” e magari preludere il proprio allontanamento.
In una situazione più competitiva può significare un vero e proprio gesto di
sfida.
Il portarsi ripetutamente i capelli
all’indietro invece, che soventemente, se viene fatto istintivamente e senza
guardare in faccia l’interlocutore,
riempie generalmente momenti d’imbarazzo, riduce lo stato di tensione in atto e
frena pure l’impulso alla fuga che quella crea.
In
altri casi, o meglio se lo si fa quando si parla, può essere un modo per
prendere tempo e riflettere sulla risposta da dare.
e ) Passare la mano dalla fronte sino alla
parte posteriore del capo oppure sulla sommità della testa Il gesto rimanda alle carezze
affettuose fatte dei genitori prima del loro congedo dai figli, E’ ovvio che il
piccino che veniva spinto via da essi, pur con tutti i riguardi possibili, si
sentiva rassicurato circa quanto poteva
aspettarlo, nonché certo dell’appoggio degli avi. Il fatto è però che
mentre da piccolo la loro vicinanza costituiva una presenza reale, da adulto il
senso di tranquillizzazione che ne può trarre è solo illusorio. Ciò premesso
rimane ancora da dire che è facile che venga effettuato durante circostanze
sconfortanti oppure in seguito a uno scampato pericolo o a una minaccia
risultata non vera. In questi due ultimi casi è da aggiungere ch’è solitamente
accompagnato da segnali di sollievo.
f ) Stringere i capelli sulla parte alta
della testa Stringersi vigorosamente i capelli sulla parte alta
della testa è una reazione istintiva a un fatto stressante che ha origine con
la stretta dei capelli da parte dei genitori. All’epoca della nostra infanzia
essa costituiva un monito o era una punizione per essersi comportati in una
maniera considerata indecente. Ora che si è diventati grandi mantiene lo stesso significato solo che siamo noi stessi
a infliggercela. Il fatto poi suggerisce che l’evento sia frustrante al punto
da scatenare una risposta che rimanda all’autorità genitoriale che era, sì,
punitiva ma anche gratificante in quanto soddisfaceva i nostri bisogni di
conforto e di protezione.
g ) Lasciarsi toccare i capelli Lasciamo toccare i capelli a
estranei solo se costoro godono della nostra fiducia. Il perché si faccia così
è facile da comprendere : la testa è una parte vitale del nostro corpo ed è
facile da offendere. Un colpo ben dato agli occhi, alla nuca, al naso o al pomo
d’adamo non sono solo dolorosissimi ma possono pure risultare letali. Ne
concediamo dunque il “ tocco “ a innamorati, genitori e parrucchieri e riguardo
agli avi non sempre lo si fa senza provare ansia poiché non è detto che ciò che
si è fatto li abbia bendisposti. Idem per gli amici in quanto spesso i loro “
colpetti “, nonostante la decantata bonarietà, possono essere derisori o
indicatori che chi li ha dati si sente superiore.
Ovviamente le cose coi genitori sono ben diverse. Data
la loro funzione l’accettazione del ruolo di subordinati è data come cosa “
naturale “ sino alla pubertà e spesso lascia il posto a un elevato senso di
fiducia e affetto nei loro confronti, soprattutto se le loro indicazioni e il
loro amore sono stati netti.
In tenera età dunque, è facile che costoro ci
guidino con le mani sul capo, oppure ci diano colpetti benevoli, ce l’accarezzino,
ve le posino, diano buffettti affettuosi e, a volte ma soprattuto nei tempi
andati, qualche scappellotto.
Diversamente vanno le cose fra innamorati dove
l’esplorazione tattile del corpo del partner e lo scambio di carezze e baci distribuito
un poco ovunque è parte integrante dell’interesse e della passione suscitata dall’altro.
h ) Strapparsi i capelli Strapparsi i capelli è un antico
segno di cordoglio e disperazione. Pare che in alcuni casi limite le donne se
ne strappassero dei ciuffi e li posassero sul corpo del caro estinto.
Sembra invece che i bambini spagnoli che accettino
di stringere un patto fra di loro si strappino
( o si strappassero un tempo ), un unico capello, poi vi soffino sopra
pronunciando queste parole : << .. Pelillos a la mar .. >>.
i ) Le donne si toccano di più i capelli E’ assodato che le donne toccano e manipolano di
più i capelli degli uomini, al punto che la cosa viene interpretata come una
caratteristica connotante il sesso femminile e in quanto tale identificativo
dello stesso.
i ) Riferimenti bibliografici
Giovanni Chimirri, I gesti che seducono, Milano 1998, Giovanni De Vecchi Editore
Vincenzo Fanelli, Trova
l'anima gemella, Milano 2010, Tecniche Nuove
Anna Guglielmi, Il
linguaggio segreto del corpo, Casale Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni
Piemme S.p.A.
Giuseppe Maffeis, Guida pratica – Il linguaggio del corpo, Milano 2011, Edizioni Riza
S. p. A.
Desmond Morris, L’uomo
e i suoi gesti, Milano, V edizione 1987, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1° edizione
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Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1986, Arnoldo Mondadori
Editore.
Desmond Morris, I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Marco Pacori, I messaggi segreti del corpo, Milano 2012, Giunti Editore S.p.A.
Marco Pacori, Come
interpretare i messaggi del corpo, Milano 2002, DVE ITALIA S.p.A