Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

giovedì 24 dicembre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : settimo paragrafo

E’ un edonista che svaluta la ragione e non è in contatto col desiderio d’amore


L’estrema sensibilità del Donatore ai segnali di accettazione o ripulsa emessi dagl’interlocutori lo abituano, dapprima, a convivere con picchi emotivi straordinari poi, intanto che perfeziona la strategia di adeguamento alle aspettative altrui, l’abitudine alle sensazioni intense gli fa preferire abbandonarsi all’impulso del momento. Ciò da una parte lo aiuta a vincere la noia e dall’altra a bruciare la tensione che gli causa il fingersi d’accordo con chi conta  invece di dare libero sfogo ai propri sentimenti.  
L’ossessione a compiacere infatti non lo pone nell’ottica di corrispondere all’amore altrui come qualsiasi individuo medio farebbe ma di trarre rassicurazione e benefici diversi, cosa che fa si che il bisogno d’amore frustrato venga in un certo qual modo compensato soddisfacendo le voglie del momento.
Questa sua spasmodica ricerca del piacere, che sessualmente lo porta a preferire, sia il rapporto fisico, sia il divenire oggetto di mille gratificanti attenzioni,  lo qualifica come edonista.
La ricerca indefessa del godimento peraltro fa si che, da un lato sia allegro e vivace, dall’altro che non sopporti limitazioni alla costante ricerca di vita spensierata e irresponsabile. Non deve dunque sorprendere se a volte lo si vedrà arrabbiarsi come pochi e reagire in modo inaspettatamente aggressivo se offeso da contrarietà ambientali o “ sgarbi “.
Secondo Naranjo[1] poi l’epicureismo del nostro tipo è volto in particolar modo a sfoggiare o consumare beni, che siano cibi, vestiti, arredi, eccetera. Altre personalità invece risultano preferire le comodità ( è il caso dei “ ciccioni “ mesomorfici ), o emozioni raffinate ( come il narcisista ).
Altra caratteristica del Donatore che per l’autore[2] potrebbe discendere addirittura da una sua predisposizione costituzionale all’emotività è l’avversione all’intellettualità. Non lo spinge a diventare un intellettuale in effetti, né la sua sensibilità che lo fa cadere preda di emozioni che rubano “ spazio “ ed energie allo sviluppo della ragione, né la ricerca del piacere che consegue al seguire impulsi che sono egualmente antitetici alla crescita della razionalità.  
Il celebre psichiatra tuttavia va oltre perché a suo avviso la rimozione dei bisogni non funzionali alla strategia di risultare gradito alle persone che contano implica l’impedimento : << Alle fantasie istintuali di giungere alla coscienza .. >>, e quindi :  << .. Un “ non voler sapere “ inconscio  .. >>, che è possibile : << .. a prezzo di un certo offuscamento della ragione, una sorta di indeterminatezza, un venir meno della precisione o della chiarezza che si accompagna a una svalutazione della sfera cognitiva, o meglio, ne è alimentata. .. >>.
Si ha dunque a che fare con la personalità meno intellettualizzata. Può essere creativo e fantasioso ma non è assolutamente interessato ad ascoltare né tantomeno impegnarsi in discorsi e ragionamenti “ difficili “. Studiare lo annoia e, seppur mostra di avere convinzioni radicate, in realtà sono così poco approfondite che la loro testarda difesa è condotta più per non darla vinta all’interlocutore che per sua intima persuasione. E’ dunque facile a improvvise “ conversioni “, sempreché gli riesca in qualche modo di non passare per un voltagabbana.
Spesso poi tira a indovinare e questo suo disinteresse per la cultura e il sapere, associato al credere di far del bene agli altri disinteressatamente, fa si che non soffra dei rimorsi tipici del Perfezionista, ovvero non abbia mai lo scrupolo di aver sbagliato o comunque di non aver fatto il proprio dovere. Non è dunque soggetto alla pressione  del Super-Io.
Naranjo[3] spiega che il nostro tipo : << .. Non s’interessa dei fatti, delle statistiche, delle idee o delle teorie erudite. La sua mente si trova più a suo agio nell’affrontare i dettagli della vita quotidiana e i rapporti umani .. >>, dove : << .. Influenzata dalle sue emozioni, interpreta sistematicamente astrazioni e concetti in termini personali, alla luce dei suoi pensieri, sentimenti e preferenze. .. >>.
Ma torniamo un attimo a considerare i sentimenti del nostro tipo. Se amare significa buttarsi a capofitto per condividere gioie e dolori assieme alla persona cui si è fortemente attratti, il sentimento del Donatore risulta alquanto “ ristretto “ in quanto cerca di fare innamorare piuttosto che lasciarsi andare. Costui dunque fa di tutto per essere amato fisicamente e non, e una simile finalità lo intriga in quanto risultati eclatanti in questo senso placano il suo bisogno di conferme e lo inorgogliscono.
E’ questo che Naranjo[4] intende dire quando afferma che la strategia adottata nel Donatore per ottenere amore : << .. Interferisce con la soddisfazione .. >>, del desiderio. Lo sviluppo dell’apparato seduttivo infatti : << .. Lo rende incompleto e quindi meno amabile .. >>, e questo perché ha rimosso il proprio desiderio di darsi all’altro sino a perdere la cognizione di sé. E’ solo così che può mantenersi freddo quanto basta per esaltare il proprio fascino e godere dei favori e dell’affetto di chi fa innamorare di sé.
Secondo l’autore inoltre è un errore ritenere che : << .. L’intenso bisogno di amore del tipo due .. >>, preceda l’orgoglio. A suo avviso infatti l’atteggiamento eccessivamente romantico con cui il nostro Donatore affronta la vita ne è solo : << .. Una conseguenza .. >>, perché è grazie all’amore altrui che viene rassicurato del proprio : << .. Valore .. >>, e dunque migliora l’autostima.
Ciò detto non resta che completare il profilo del nostro seduttore ricordando ch’egli ama socializzare. E’dunque una persona che non tollera la solitudine e che tende a intrecciare relazioni così intense con amici, parenti e figli da diventare a volte asfissiante. Cura poi il proprio aspetto e la casa rendendola il più vivace e accogliente possibile. Con gli altri cerca il contatto ravvicinato e, sia la voce che i toccamenti sono dolci e carezzevoli.





[1] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[3] Qui l’autore riprende quanto affermato da Catherine R. Coulter in Portraits of Homeopathic Medicines, primo volume North Atlantic Books, Berkeley 1986
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

mercoledì 16 dicembre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : sesto paragrafo

Incoerente, superbo e generoso


E’ ovvio che chi come il Donatore cerchi di adattare il proprio modo di essere e pensare a quello di coloro che vuole “ conquistare “ non possa essere coerente con un proprio punto di vista ( anzi, facendo così in realtà non può neppure concedersi il lusso di averne uno ). Lo stesso vale per le promesse e l’espressione dei sentimenti, e quindi le profferte di amore e amicizia. Nello stesso senso del resto lo spinge il fatto che, per spiccare nel gruppo e distogliere l’attenzione dalle proprie ansie, sia attratto da ciò che al momento paia più eccitante e reagisca cercando di amplificare l’impatto emozionale. Il seguire l’impulso provato al momento infatti è quanto di più distante ci possa essere dal favorire la costanza personale, comportamento che implica raziocinio e controllo delle passioni a tutto vantaggio del raggiungimento di un fine pianificato.Un tipo siffatto quindi, spiega Naranjo[1] non vive nel presente in modo equilibrato. Sopraffatto infatti dall’onda della momentanea passione non fa tesoro degl’insegnamenti del passato e non pianifica per il futuro : è il classico tipo che campa alla giornata.Nonostante questo il nostro Donatore si sente splendido. Mentre l’1 infatti cerca di conquistare la stima altrui impegnandosi a fare meglio, la strategia seduttiva del 2, che lo fa giungere a pensare che con il giusto approccio e dovizia di attenzioni nessuno sia inabbordabile, alimenta la superbia.I successi del resto accentuano la sua tendenza ad autoincensarsi ( e quindi ad aumentare la spocchiosità ), onde dimenticare le proprie debolezze. Non è un caso che tenda a rendersi visibile a tutti i costi e arrivi a pensare che senza di lui gli altri non sarebbero in grado di andare avanti.Non sto farneticando. La Palmer[2] afferma che costoro arrivano a credere : << .. Che l’altro dipenda da ciò che danno o che che rifiutano .. >>, e che senza di loro : << .. Il mondo sarebbe più povero. .. >>. Rohr ed Ebert[3] sostengono che possono : << .. Giungere a dire “ Signore, io ho pietà di te “ .. >>, e la ragione di una simile affermazione sta nel sentirsi orgogliosamente : << .. Creatori e reg­gitori della vita .. >>.Secondo Karen Webb[4] invece, non deve sorprendere sapere che i 2 superbi si rifiutano : << .. Di chiedere aiuto .. >>, e questo in quanto : << ..  L'insicu­rezza di non riuscire a soddisfare i propri bisogni viene « egoisti­camente » soppressa a favore della certezza di soddisfare le esi­genze di quanti possono assicurare la loro personale sopravvi­venza. .. >>.Non solo. Per Rognoni[5] il 2 : << .. Tende a disprezzare colui che, pur trovandosi in una posi­zione di inferiorità, non ha il coraggio di ricorrere .. >>, ai suoi servigi e questo in quanto, dimostrando di non averne bisogno, ne frustra l’orgoglio.Del resto, dice Naranjo,[6] lo : << .. Stesso individuo per cui chiedere qualcosa ' va contro al proprio orgoglio ' può esigerlo o fare pressioni per ottenerlo. Quando diventa adulto, il bambino viziato continua a cercare privilegi. I Due esigono tutte le forme di attenzione e vogliono che tutti siano a loro disposizione. .. >>.Si conclude citando ancora la Palmer[7] secondo cui il 2 evoluto riconosce che l’orgoglio derivante dalla sopravvalutazione del proprio Io è in balia dei “ capricci “ del prossimo e : << .. Può trasformarsi rapidamente in disistima se l’attenzione viene ritirata. E’ un orgoglio a doppio taglio perché la stima di sé è fatta dipendere dall’altro. Il Due a cui viene tolta attenzione si sente sgonfiato, rimosso da una posizione di importanza. .. >>.Il ritenersi infine indispensabile per il benessere del prossimo, associato al sentirsi così forte da avere più di quanto gli necessiti, lo rende oltremodo generoso. Gli atti di riconoscenza infatti, che siano spontanei oppure richiesti come dovuti, aumentano la sua autostima e questo è fondamentale per chi come lui si sente importante se gli altri ne hanno considerazione. D’altronde proprio perché questa sua grandezza d’animo non è incondizionata ma contribuisce inconsciamente a farlo sentire ok oltre a fargli credere che sia uno degli aspetti più belli della “ elevata “ personalità, tradisce in realtà  la sua natura egocentrica.E’ ancora Naranjo[8] a dircelo che prosegue affermando : << .. In una donna ( e questo è un carattere prevalentemente femminile, molto comune tra le donne ) la pseudo abbondanza del tipo Due può incarnarsi in una personalità materna e nella sensazione di avere, naturalmente, tantissi­mo da dare ai bambini; non solo ai figli ma ai bambini in generale. Ovvia­mente questo carattere non sa che la sua generosità viene dal bisogno di da­re e di essere accettato. Tipicamente prospera quando è indispensabile per­ché in questo modo riceve conferma come persona.
Essere indispensabile significa essere non solo ok ma essere un grande amante, un grande geni­tore o un grande figlio .. >>, cosa : << ..  Che implica non solo bellezza ma anche amore, la capacità di dare. Non si tratta solo di seduzione, perché la seduzione consi­ste nel dare per ricevere in cambio, o nel promettere di dare per mettere l'altro in una condizione di debito. Per quanto il Due sia seduttivo, è altret­tanto vero che riceve ( conferme ) nell'atto stesso di dare. .. >>.




[1] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[3] Richard Rohr e Andreas Ebert, Scoprire l’Enneagramma, Cinisello Balsamo 1993, San Paolo Edizioni
[4] Karen Webb, I principi dell’ Enneagramma, Milano 1998, Gruppo Editoriale Armenia
[5] Andrea Rognoni, L’Enneagramma, Milano 1997, De Vecchi,
[6] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[7] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[8] Claudio Naranjo, L’ego patriarcale, Milano 2009, Urra – Apogeo S.r.l.

mercoledì 2 dicembre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore :quinto paragrafo

Sforzandosi di essere come l’altro vuole cura l’immagine di sé invece del vero sé, inganna ed è individualista.


Il Donatore, che fa l’impossibile per presentarsi in un modo che coloro che stima reputino irresistibile, è attento esclusivamente alla propria immagine piuttosto che alla cura del vero sé. Tant’è vero che cerca di agire come pensa dovrebbe fare il personaggio che interpreta invece di muoversi come vuole veramente. Del resto è proprio il cercare di rimanere coerente con il profilo di alto livello ch’egli ha deciso di assumere a farlo sentire superiore, insuperbendolo. 
Da qui la sua allegria che differisce della tristezza dell’invidioso in quanto, sebbene pure lui cerchi di fare il piacione, deve fare i conti con una minore sicurezza personale.
Il fatto poi che cerchi di essere e fare come gl’interlocutori desiderano invece che come gli pare ed esalti peraltro le sue profferte amorose, lo qualificano come un fine seduttore che, in quanto tale, non è detto sia sincero.
In fondo infatti, se l’obiettivo di una bella donna è la conquista amorosa di un uomo di vaglia ( ed essendo così attraente non pretenderà di meno ), oppure l’entrare nelle grazie di un personaggio di potere, dovrà circondarlo di attenzioni ( sessuali e non ), che inducano il bersaglio a crederla innamorata o comunque fortemente attratta da lui e questo indipendentemente dal fatto ch’ella lo sia veramente.
Per Naranjo[1] un simile orientamento nasce dal tentativo dei figli ( in particolar modo dalle bambine) di ottenere particolari concessioni da parte di una figura paterna già di per sé intenerita dalle loro grazie. Fenomeno che in età adulta e in una società dominata dalle figure maschili diventa il modo con cui la donna, o comunque uomini altamente seduttivi, incrementano i privilegi e la propria sfera d’influenza.
Decantandosi come capace di adorazione incondizionata infatti, il nostro Donatore non fa altro che vellicare la speranza altrui di poter tacitare una delle nostre necessità fondamentali, con la conseguenza negativa che : << .. Questa industria dell’amore simulato, coltivando il nostro inganno rispetto all’amore vero, interferisce con il nostro sviluppo affettivo. .. >>.
La simulazione di una venerazione non sempre provata del resto fa si che ci sia : << .. Sempre qualcosa di eccessivo nell'espressione delle emozioni nel tipo Due, sia per quanto riguarda la tenerezza, sia l'ag­gressività. Il loro entusiasmo è troppo estatico, le loro crisi di rabbia trop­po manipolative. Presentano una falsa immagine per uno scopo, emozioni per un fine. .. >>.
Lo “ spendersi bene “infine, per accattivarsi un altro che compensi la sua dedizione lo connota come individualista. Il suo sex appeal infatti lo fa credere speciale e quindi inorgoglire e ciò costituisce una condizione poco adatta a una sincera socievolezza. Non è un caso che il celebre psichiatra scriva : << .. Che solidarietà chiediamo a una donna che ci incanta? .. >>.






[1] Claudio Naranjo, L’ego patriarcale, Milano 2009, Urra – Apogeo S.r.l.

lunedì 30 novembre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : quarto paragrafo

Il Donatore rimuove i bisogni “ Emozionalizzando “


Il fatto che il Donatore cerchi di piacere alle persone che reputa importanti arrivando al punto di voler condividere il loro pensiero, comporta la rimozione dei propri bisogni. Di modo che, spiega Naranjo[1], la : << .. Persona agisca spinta dagli impulsi senz’averne coscienza. ..  >>. E’ per questa ragione che il nostro soggetto manifesta : << .. Un atteggiamento irresponsabile e ci dà la sensazione dell’inganno. .. >>.
Le attestazioni d’affetto di chi gli vuol bene del resto, sommate alle impressioni di debolezza che gli suscita chi sia soggiogato dalle proprie occorrenze, lo inorgogliscono. Non potrebbe essere diversamente visto che, grazie alla propria capacità interiore, se ne sente immune. Reputandosi più forte del prossimo d’altronde attenua l’invidia dato ch’essa imperversa laddove le esigenze individuali non riescano a trovare soluzione ed è per la stessa ragione che nel contempo può concedersi d’essere più generoso della media.
Il mettere in secondo piano i propri bisogni che per altro, spiega la Palmer[2], è funzionale all’ottenere l’approvazione di chi egli desidera perché non è detto che costui li approverebbe, fa si poi che spesso il donatore abbia la sensazione : << .. Di stare ingannando gli amici .. >>, sebbene comunque senta che : << .. Ogni amicizia è vissuta  sinceramente e alcune in modo molto profondo .. >>.
Si tratta dunque di persone che : << .. Sanno accontentare meglio gli altri che se stessi. Un bambino la cui sicurezza dipende dalla disponibilità a dare .. >>, e che riesce a fare ciò, afferma Naranjo[3], emozionalizzando. Fenomeno che consiste nel distogliere : << .. L’attenzione dalla consapevolezza del bisogno o, più precisamente, da una rappresentazione intellettuale dell’istinto. .. >>.
In che modo? Privilegiando “ l’ascolto “ degli impulsi e ampliandone l’importanza, di modo ché paia indispensabile darvi sfogo. Non solo! Perché il soggetto riesca a distrarre efficacemente l’attenzione dalle vere necessità emotive deve far si che l’attrazione rappresentata dei moti istintivi non s’abbassi mai al di sotto di una certa soglia, da qui la sua : << .. Sete insaziabile di intensità. .. >>, che lo rende preda di fervori tanto esagerati quanto passeggeri. Passioni che se non vengono immediatamente sostituite da quelle al momento ipervalutate lo deprimono.
D’altronde, spiega ancora l’autore, la sua : << .. Incapacità di vivere una vita autentica ( perché si è occupati a mettere in scena un’immagine ideale per un pubblico scelto di tifosi .. ), >>, fenomeno di cui non è consapevole poiché : << .. L’euforia, la vitalità, e l’esuberanza superficiale .. >>, distolgono la sua attenzione dal riconoscere : << .. Quello che è .. >>, genera nel nostro Donatore un malessere non ben distinto che Naranjo definisce di vuoto. Responsabile a sua volta del : << .. Dolore dei sintomi isterici .. >>, de : << .. L’erotismo .. >>, del tipo e de : << .. L’attaccamento morboso ai rapporti affettivi .. >>.
Ecco perché : << .. Questo dolore può essere trasformato in libido .. >>, e : << .. Se interpretato come senso di mediocrità personale alimenta il desiderio di eccellere che contraddistingue la natura dell’orgoglio. .. >>.
L’uomo dunque non è una macchina a cui sia facile amare a comando e la pressione esercitata dalle richieste primarie sottovalutate dal 2, che tipicamente sono d’affetto sincero, vengono quindi tacitate da reazioni stordenti come mangiare smodatamente o provare forti emozioni. Altro modo per rintuzzarle, spiega ancora Naranjo è il voler essere bene accetto a tutti i costi ( istrionismo ), o l’adottare comportamenti materni o di sostegno emotivo che inducano gli altri a fare altrettanto.






[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[3] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

sabato 14 novembre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : terzo paragrafo

Seduce adeguandosi ai gusti dell’altro, adulando ed eccitando eroticamente


Secondo Naranjo[1] i Donatori, che desiderano piacere in quanto hanno capito : << .. Che con lo zucchero si prendono più mosche che con l’aceto .. >>, cercano di diventare il prototipo della desiderabilità di coloro da cui sono attratti. 
E’ per questa ragione, spiega la Palmer[2], che il nostro 2 osserva : << .. A chi il compagno rivolge la sua attenzione .. >>, e : << .. Se il compagno sorride o si irrigidisce di fronte a partico­lari argomenti di conversazione .. >>. Sulla base di queste reazioni infatti calibrerà il proprio comportamento in maniera da rendersi gradito agl’interlocutori.
Il concentrarsi sui desideri dell’altro, prosegue l’autrice, provoca per altro : << .. Una sistematica mancanza di attenzione per i propri bisogni. Da un punto di vista psicologico, i bisogni repressi vengono soddisfatti facendo si che l’altro viva in .. >>, un : << .. Modo che il Due è disposto a condividere. .. >>. E’ bene dunque , conclude la studiosa, che il 2 impari : << .. A costruire un io stabile .. >>, modificando l’abitudine a cercare l’approvazione altrui.
Per Naranjo[3] il fatto che il 2 faccia propri i gusti e i punti di vista di chi gli interessa in modo da divenirgli caro, implica che per costoro : << .. Conta l’apparire più di ciò che sono in realtà. Più è svilup­pata la teatralità, più queste personalità mancano di emozioni vere : sono falsi, incapaci di rapporti duraturi o di affetti profondi. Esiste solo un pal­coscenico di esperienze teatrali e imitative; questo è il massimo della perso­nalità isterica .. >>[4].
L’autore definisce istrionismo l’insieme degli atteggiamenti caratterizzanti l’immagine : << ..  Ideale tipica che il 2 impersona e con cui s’identifica. .. >>. Ne sono esempi : << .. Il suo atteggiamento affettuoso .. >>, il : << .. Falso amore e il suo autocompiacimento .. >>, la felicità, l’indipendenza : << .. Che si fonda sulla negazione del bisogno di dipendenza .. >>, e la libertà, ma non quella : << .. Che nasce dall'essersi affrancati dalle strutture caratteriali .. >>, bensì quella relativa al dar : << .. Libero sfogo alla testardaggine, all’impulsività e alla sfrenatezza. .. >>.
Il fatto che il Donatore quando cerca di piacere al prossimo non sia disinteressato ma cerchi di accaparrarsi i favori di chi ha adocchiato, fa si che le sue profferte di amicizia non siano così sincere come proclama.
Ne consegue, spiega Naranjo[5], che, a : << .. Differenza delle personalità dipendenti che in genere si legano a un unico oggetto di attaccamento, le personalità istrioniche mancano di fedeltà e lealtà. L’insoddisfazione che gli procura un solo legame, unita al bisogno di attenzione e di stimoli continui, si traduce in un modello di rapporti personali seduttivi, teatrali e capricciosi. .. >>.
Il Donatore è inoltre incapace : << .. Di rimanere fedele a un impegno .. >>, e sebbene : << .. L’adulazione possa essere considerata un mezzo di seduzione  con cui il 2 si mette in mostra .. >>, il nostro tipo : << .. E’ incline in eguale misura al disprezzo. .. >>. Sebbene ciò infatti possa apparire a prima vista strano : << .. Questo individuo adula coloro che rimanendogli vicino gratificano il suo orgoglio e disprezza gli altri con arrogante superiorità. .. >>.
Ciò perché il suo amor proprio, che si insuperbisce credendo e/o “ sentendo “ di essere diventato indispensabile a molti, giunge a considerare indegni di attenzioni coloro che non ne riconoscono il fascino e la funzione.
Il voler piacere agli altri a tutti i costi d’altronde non può prescindere dall’eccitazione erotica. L’essere desiderati fisicamente infatti è per il Donatore la massima forma di apprezzamento e quindi, dato l’esasperato bisogno di risultare necessario a persone importanti o comunque di essere il più amato della comunità, lo porta a essere eccessivamente possessivo nei rapporti e a oltrepassare i limiti.
Il voler affascinare il prossimo prova, spiega Naranjo[6] che il 2 ha una forte brama d’amore ma : << .. Mentre nel tipo Uno il desiderio d'amore diventa ricerca del rispetto, nel Due diventa ricerca d'intimità e l'espressione di sentimenti di tenerezza attraverso le parole e le carezze.  .. >>, nonché l’essere per l’altro prima che per sé.
Il nostro uomo soffre dunque di una contraddizione insanabile. Sebbene desideri invero amare ed essere amato, egli pensa di non essere in grado di riuscirvi se non sviluppando quasi esclusivamente le proprie capacità ammaliatrici. Questo a scapito appunto di requisiti indispensabili a un rapporto sentimentale maturo quali la spontaneità, l’attaccamento al partner e l’accettazione naturale di ciò che verrà, nel bene e nel male.
Avendo dunque un concetto dell’amore un poco squilibrato in quanto teso alla “ cattura e al trattenimento di prede che siano strategiche “ piuttosto che al godimento reciproco di ciò che due persone possono darsi spontaneamente, ne risulta per la Palmer[7] che : << .. La maggior parte dei 2 sa adeguarsi al sentire degli altri con un minimo di contatto fisico .. >>, e poiché : << .. Si conoscono attraverso il riscontro dell’altro, sono costretti  a presentarsi in modo da eccitare le fantasie del compagno .. >>, e reprimere : << .. Nel contempo i propri bisogni sessuali .. >>.
Sempre per l’autrice, da tali premesse ne consegue che :
a ) molti 2 confessano, nonostante le esplicite avances che spesso rivolgono a chi li bazzichi, di essere più interessati : << .. A ricevere attenzioni sessuali che al sesso occasionale. Anzi, spesso c'è una reale paura dell'intimità, perché uno stretto contatto può rivelare il fatto di un io venduto per piacere all'altro, rivelazione esiziale per una persona che fa dipendere la propria sicurezza dall'intensità del rapporto con gli altri. .. >>;
b ) spesso il 2 teme il bisogno sessuale perché : << .. Questo sentimento in origine era diretto verso un genitore oppure era avvertito in un genitore come incestuosamente diretto verso il bambino. Nell'infanzia il Due ha dovuto reprimere quelle prime risposte sessuali nell'interesse della sua sopravvivenza emotiva ma a livello più profondo si tratta di interrelazioni genitori-figli mai risolte .. >>.  Ecco perché i Donatori, sebbene possano aver paura dell’intimità, continueranno : << .. A offrire un’immagine di sé fortemente sessuata per verificare l’attenzione sessuale inconscia in ogni nuova situazione. .. >>;
c )  i : << .. Due s’imbarcano spesso in triangoli amorosi .. >>, anche se, perseguendo lo scopo di piacere, non desiderano : << .. Danneggiare il coniuge legittimo .. >>.
Per l’autrice la ragione di un simile comportamento va ricercata, sia nelle : << .. Implicazioni sessuali nel rapporto con un genitore, che da adulto diventa il bisogno di essere il “ preferito di nascosto “ e colui che “ capisce veramente l’altro “ .. >>, sia dal fatto : << .. Che i Due sentono che compagni diversi fanno emergere aspetti diversi di sé, di cui non si sa quale sia l’autentico. Dover scegliere tra due amanti può diven­tare molto difficile. .. >>.
<< .. Spesso è la non disponibilità dell’altro ad attrarlo. .. >>, e : << .. Se il compagno è sposato, il Due non prova il desiderio di rompere il matrimonio ma quello di es­sere amato e diventare una figura ' speciale '. .. >>.






[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio. L’autore qui riprende quanto affermato da Catherine R. Coulter in Portraits of Homeopathic Medicines, primo volume North Atlantic Books, Berkeley 1986
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Astrolabio, Roma, 1996
[3] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Astrolabio, Roma 1996
[4] Qui l’autore cita quanto K. Schneider dice, Die psychopathischen Persönlichkeiten, Deuticke, Vienna 1923
[5] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi,  Roma 1996, Astrolabio L’autore qui riporta quanto scritto da T. Millon in Disorders of Personality : DSM-III, Axis II, Wiley, New York 1981
[6] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[7] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio

mercoledì 28 ottobre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : secondo paragrafo

E’ un emotivo che vuole piacere ma la sua generosità non è disinteressata.


Il fatto che il nostro Donatore sfrutti il suo fascino per accattivarsi la simpatia e l’affetto dei genitori e più in generale degli adulti sensibili alle sue carinerie ( invece di coltivare la forza e l’autonomia in sé ), fa si che la sua sicurezza e l’autostima non dipendano dai risultati della propria creatività o capacità professionale, bensì dalla quantità di rassicurante intimità che riesce a instaurare.
Non è un caso infatti, spiegano Baron e Wagele[1], che non essendo al centro dei suoi interessi la cura di capacità analitiche, organizzative e decisionali particolari, rifiuti i complimenti pensando di non averli meritati, si sminuisca d’importanza e contraccambi generosamente i favori.
Così come non stupisce il fatto che, non sentendosi sicuro nel campo del problem solving e vista l’attenzione accordata alla conquista dei favori del prossimo più intrigante, cosa che peraltro lo fa andare  “ in tilt “ nel caso che quello mostri disinteresse o disapprovazione, tenda a essere, scrive Naranjo[2] : << .. Cordiale, servizievole, sensibile, comprensivo .. >>.
Tutto ciò, ovvero la dipendenza del suo benessere interiore dallo sfruttamento e dal perfezionamento della seduttività ispirata dal bell’aspetto e dal modo di fare gradevole al fine d’instaurare con il prossimo una rassicurante complicità, lo connota come un emotivo.
Anzi, dice Naranjo[3] : << .. Il più emotivo di tutti i tipi .. >>, dato che il suo temperamento : << .. riflette una disattivazione e svalutazione dell’intelletto al servizio del predominio dell’emozione – che a sua volta serve segretamente la volontà -, che la si chiami passione o ardore, capriccio, insistenza o semplicemente desiderio. .. >>.
Si ha dunque a che fare con un tipo che non intende affermarsi sulla pelle degli altri, cosa per cui peraltro non è attrezzato, bensì “ legandoli a sé “ compiacendoli e divenendo loro indispensabili. Quando vi riesce la sua autostima sale alle stelle mentre qualunque segnale meno che buono l’intacca decidendolo immediatamente a ripristinare la “ vicinanza “ interrotta.
Alla luce di tutto ciò gli autori definiscono il nostro Donatore un seduttivo che, secondo Naranjo[4], nel caso sia donna, cerca di diventare la : << .. Prediletta dal padre .. >>, per dimenticare la : << .. Frustrazione .. >>, derivante : << .. Dall’esperienza di “ relativo “ rifiuto da parte della madre .. >>.
Sempre l’autore[5] ricorda che se è vero però che il 2 : << .. Prospera quand’è indispensabile, perché in questo modo riceve conferme come persona .. >>, è altrettanto vero che non è detto che cerchi di diventarlo “ soccorrendo “ ( che è più tipico di un’altra personalità, ovvero il 9 ). Al nostro tipo infatti è più congeniale dare : << .. “ Appoggio emotivo “ .. >>, tant’è vero che,  adottando : << .. Uno stile infantilmente subordinato ma ingannevole .. >>, e spesso : << .. Contemporaneamente tenero e aggressivo  .. >>, questa personalità : << .. E’ meglio descritta dalla parola “ amante “, più che soccorritore “ .. >>.
Se da piccolo del resto, il cercare di entrare nelle grazie dei genitori lo rassicura emotivamente e lo avvantaggia affettivamente e materialmente poiché il genitore che lo preferisce sarà sicuramente più generoso con lui che con altri, col passare degli anni e delle complicazioni della vita le attenzioni del nostro 2 saranno rivolte ad ammaliare persone che contano e che quindi contraccambino le sue gentilezze aiutandolo concretamente.
I Donatori dunque adottano una strategia adescatoria[6], dove la generosità non è disinteressata ma sottintende una contropartita. Offrendo aiuto infatti il 2 confonde l’umiliazione causata dal non essere in grado di provvedere a sé autonomamente e trae motivo di orgoglio per le profferte e la stima che gli si dimostra.
Non è un caso quindi che la Palmer[7], affermi : << .. Se i risultati tar­dano, c'è una buona dose di recriminazione  .. >>, per indurre i debitori a restituirgli al più presto il piacere.
Il nostro Donatore pertanto non può avere tutta quella capacità di amore per il prossimo che sbandiera. Solo che non può convenirne perché, come dice Naranjo[8] : << .. Sennò dovrebbe ammettere che in realtà cerca qualcuno che gli dedichi la propria vita senza ricevere gran ché in cambio .. >>.
L’offrire aiuto del resto, spiega ancora la Palmer [9],  agisce : << .. A livello inconscio .. >>. Ecco perché :
a ) << .. Molti 2 dicono di non accorgersi quando scivolano in sentimenti di fusione con un’altra persona, e che non sono consapevoli che l’abitudine a presentare le qualità desiderabili per l’altro è dichiaratamente e apertamente seduttiva .. >>;
b ) << .. Se la manovra di seduzione è inconscia, i Due possono incorrere nell’accusa di offerta sfacciata da parte di chi ne subisce la forte proposta sessuale. In questo caso la reazione è difensiva : " Non ho fatto niente per sedurre, non ho detto niente di scorretto. Ho agito in piena innocenza ".  E possono anche crederci, perché non sono consapevoli della forza con cui le loro trasformazioni interiori si trasmettono agli altri. Un Due in­consapevole può mettere in mostra la biancheria intima e portare il di­scorso su temi erotici senza rendersi conto di mandare espliciti segnali sessuali per ottenere conferma alla sua attrattività e gradevolezza. .. >>.
<< .. La sindrome della mamma è una delle tante strategie inconsce del dare per avere. Un’altra strategia consiste nel presentare agli altri aspetti differenti di sé, come nel caso della ' santa e della puttana ', tanto per le donne nei confronti degli uomini che viceversa. Un'altra tattica del dare per avere è evidente nella sfacciata offerta sessuale di alcuni Due. .. >>.

 




[1] Renee Baron ed Elizabeth Wagele, L’Enneagramma facile facile, Cinisello Balsamo 1996, Edizioni San Paolo s.r.l.
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[3] Claudio Naranjo, L’ego patriarcale, Milano 2009, Urra – Apogeo S.r.l.
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[5] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[6] Klausbernd Vollmar scrive ne : Il segreto dell’Enneagramma, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena ( FC ), 1999 : << .. Molte fans disposte a offrirsi ai loro beniamini sono dei 2 poiché questo tipo è sessualmente attratto da coloro che detengono potere. .. >>
[7] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma, 1996, Astrolabio
[8] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[9] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma, 1996, Astrolabio

lunedì 19 ottobre 2015

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : primo paragrafo

Le origini


Il tipo due, definito spesso donatore o aiutante, è soventemente di sesso femminile e comunque, uomo o donna che sia, è solitamente di bell’aspetto. E’ infatti risaputo che i bei lineamenti ingenerano nell’interlocutore simpatia, tenerezza, affetto ed è logico supporre che bambini già naturalmente affascinanti abbiano ben presto capito che accentuando la propria amabilità e gioiosità potevano ottenere di più dagli adulti che li circondavano.
Genitori gioviali dunque, preferiranno e quindi indurranno implicitamente i piccoli a essere vivaci; con parenti più sensuali diverranno vezzosi ( Naranjo[1] si dice convinto che il 2 : << .. Sia prima di tutto un seduttore .. >>, ovvero uno che ama piacere e che, a differenza di quanto diceva Freud, solo : << .. In via secondaria quella seduzione venga caricata di eros. .. >>. ). Adulti fragili spingeranno i giovani a esser loro d’aiuto mentre avi poco presenti li vedranno impegnati a rendersi indispensabili e amorevoli per venire accettati.
Ovvio il tornaconto : affetto, amore, protezione. Nei casi più fortunati l’essere il preferito di casa comporterà il diventare così viziato da disobbedire i genitori perché il farlo : << ..  Mi procurava un'enorme attenzione di tipo possessivo da parte di mio padre, che mi faceva sentire dav­vero importante. .. >>[2].
In circostanze meno propizie invece, ovvero con parenti malati o scostanti, il diventare la “ donnina di casa “ o il fare “ la brava bambina “ implicherà un così grande impegno fisico ed emotivo da venire avvertito come gravoso e successivamente far nascere istinti di ribellione.
Si ha dunque a che fare con un bimbo il cui : << .. Precoce adatta­mento ai bisogni degli altri .. >>[3], e : << .. L’assumere pose un po’ teatrali .. >>, per : << .. Attirare su di sé l’attenzione .. >>,[4] lo gratificano dell’amore altrui. In situazioni meno propizie ne otterrà la benevolenza e nel peggiore dei casi la sua  sopportazione.
Acquisito un simile abito mentale, da grande non potrà che riproporlo ogni qual volta entri in contatto con qualcuno, sebbene esso risulti “ rivisitato e corretto “ sulla base delle proprie esperienze.




[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[3] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[4] Andrea Rognoni, L’Enneagramma,  Milano, 1997,  De Vecchi

venerdì 9 ottobre 2015

Il Tipo 1 dell'Enneagramma, detto anche Perfezionista : diciassettesimo paragrafo

Dinamiche evolutive


Nella realtà le qualità caratterizzanti il nostro tipo non sono mai presenti con la stessa intensità. In certe persone alcune sono più accentuate infatti e altre meno così come diverse possono essere le combinazioni prevalenti. Da qui quelle sfaccettature di temperamenti che rendono difficile accettare teorie come questa. L’Enneagramma tuttavia dirime la questione premettendolo e spiegando che per soprammercato i vari tipi possono acquisire sfumature di indole  proprie di quelli numericamente vicini ( le cosiddette ali ).
Nel nostro caso il volere imporre a sé e agli altri quel ch’è giusto comporta una elevata conflittualità che l’1 può contenere  rivalutando valori tipici del mediatore 9 come la pace e il vivere armoniosamente oppure divenendo più affabile,  socievole e tollerante come il donatore 2[1].
Non solo. Una serie costante di eventi positivi o negativi farà loro acquistare caratteri di altre personalità. Vediamo ora più nel dettaglio cosa può succedere al nostro 1.
Se l’astio verso se stesso non viene stemperato da buoni risultati e se il prossimo non si lascia “ redimere “, l’ira e l’aggressività dell’1 salgono ai massimi livelli spingendolo a chiudersi in sé in una illusione di superiorità ( compulsione verso i tratti negativi del romantico-tragico 4 ).
Secondo la Palmer[2] per l’equilibrio dell’1 è fondamentale capire che la perfezione non esiste e che pertanto non è data una volta per tutte. All’uomo è unicamente possibile : << .. Dare il meglio di sé attimo dopo attimo .. >>, cosa che a sua volta comporta l’errare in buona fede e  l’imparare dagli errori per commetterne meno successivamente.
Nella sua mente dunque deve farsi spazio : << .. L’idea che sperimentazione ed errore siano momenti indispensabili sul cammino .. >>, della propria crescita.
Non solo. L’1 deve : << .. Consentire che tutti gli impulsi salgano alla coscienza, senza reprimere quelli ritenuti “ inaccettabili “ .. >>..
Ciò vale in particolar modo per l’ira, perché arrabbiandosi si libera : << .. Un’enorme energia che in genere resta imbottigliata nel corpo. .. >>. Ciò porta a un : << .. Allentamento della tensione .. >>, che : << .. Causa un momentaneo senso di energia e di libertà di poter sperimentare tutto senza giudizio. .. >>.
In questo modo, dice l’autrice, la : << .. Rabbia è stata espressa e l’1 è sopravvissuto, e c’è la temporanea serenità derivata dal lasciare che i sentimenti nascano e muoiano liberamente, senza doverli bloccare. .. >>.





[1] Vincenzo Fanelli, Enneagramma e Programmazione Neurolinguistica, Istituto delle Motivazioni, Torino, 2003
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Astrolabio, Roma, 1996