Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

venerdì 9 ottobre 2015

Il Tipo 1 dell'Enneagramma, detto anche Perfezionista : diciassettesimo paragrafo

Dinamiche evolutive


Nella realtà le qualità caratterizzanti il nostro tipo non sono mai presenti con la stessa intensità. In certe persone alcune sono più accentuate infatti e altre meno così come diverse possono essere le combinazioni prevalenti. Da qui quelle sfaccettature di temperamenti che rendono difficile accettare teorie come questa. L’Enneagramma tuttavia dirime la questione premettendolo e spiegando che per soprammercato i vari tipi possono acquisire sfumature di indole  proprie di quelli numericamente vicini ( le cosiddette ali ).
Nel nostro caso il volere imporre a sé e agli altri quel ch’è giusto comporta una elevata conflittualità che l’1 può contenere  rivalutando valori tipici del mediatore 9 come la pace e il vivere armoniosamente oppure divenendo più affabile,  socievole e tollerante come il donatore 2[1].
Non solo. Una serie costante di eventi positivi o negativi farà loro acquistare caratteri di altre personalità. Vediamo ora più nel dettaglio cosa può succedere al nostro 1.
Se l’astio verso se stesso non viene stemperato da buoni risultati e se il prossimo non si lascia “ redimere “, l’ira e l’aggressività dell’1 salgono ai massimi livelli spingendolo a chiudersi in sé in una illusione di superiorità ( compulsione verso i tratti negativi del romantico-tragico 4 ).
Secondo la Palmer[2] per l’equilibrio dell’1 è fondamentale capire che la perfezione non esiste e che pertanto non è data una volta per tutte. All’uomo è unicamente possibile : << .. Dare il meglio di sé attimo dopo attimo .. >>, cosa che a sua volta comporta l’errare in buona fede e  l’imparare dagli errori per commetterne meno successivamente.
Nella sua mente dunque deve farsi spazio : << .. L’idea che sperimentazione ed errore siano momenti indispensabili sul cammino .. >>, della propria crescita.
Non solo. L’1 deve : << .. Consentire che tutti gli impulsi salgano alla coscienza, senza reprimere quelli ritenuti “ inaccettabili “ .. >>..
Ciò vale in particolar modo per l’ira, perché arrabbiandosi si libera : << .. Un’enorme energia che in genere resta imbottigliata nel corpo. .. >>. Ciò porta a un : << .. Allentamento della tensione .. >>, che : << .. Causa un momentaneo senso di energia e di libertà di poter sperimentare tutto senza giudizio. .. >>.
In questo modo, dice l’autrice, la : << .. Rabbia è stata espressa e l’1 è sopravvissuto, e c’è la temporanea serenità derivata dal lasciare che i sentimenti nascano e muoiano liberamente, senza doverli bloccare. .. >>.





[1] Vincenzo Fanelli, Enneagramma e Programmazione Neurolinguistica, Istituto delle Motivazioni, Torino, 2003
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Astrolabio, Roma, 1996

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