Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

lunedì 4 maggio 2020

Dondolarsi




Il farlo, sia da seduti, sia da in piedi può significare stati d’animo molto diversi.
Ci si può dondolare oscillando monotonamente il corpo avanti e indietro  quando si è annoiati, angosciati o in preda a un conflitto. In questo modo si lenisce il relativo disagio ripetendo oscillazioni ritmiche consolatorie ricordanti il battito cardiaco materno o, comunque, il venir cullati.
V’è poi il caso di chi si dondola avanti e indietro portando anche il peso su un’unica anca perché vuole andarsene ed è in attesa di cogliere il momento giusto per farlo senza apparire maleducato. Non ci si può confondere sulle intenzioni del soggetto : costui infatti rispetto al caso precedente è più energico e manifesta impazienza.
Dondolarsi in una sedia nel mezzo di una discussione e dando per di più chiari segni d’insofferenza indica il non vedere l’ora che l’altro finisca di parlare per poter dire la propria opinione, che, manco a farlo apposta, è contraria. E’ d’altronde ovvio che il comportamento poco condiscendente dell’interlocutore metta ansietà in chi parla che, se insicuro, cercherà di concludere più in fretta il suo discorso per vederla scemare ma se nervosetto, potrebbe attaccar lite.

a ) Riferimenti bibliografici

Milton Cameron, Gesti e atteggiamenti che parlano da soli, Vicenza 2004  1° edizione, Edizioni Il Punto d’Incontro
Anna Guglielmi, Il linguaggio segreto del corpo, Casale Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Desmond Morris, La scimmia nuda, Milano 1968, Bompiani editore.
Angelo Musso, Ornella Gadoni, Giusy Musso, Il linguaggio segreto del corpo, Milano 2000 1° edizione, Gruppo Editoriale Futura SpA

Manipolare una ciocca di capelli



Il rigirarsi una ciocca di capelli tra le dita non ha un significato univoco. Se la donna è impegnata in una conversazione e mentre lo fa sorride guardando l’interlocutore indica che è interessata a costui al punto da offrirgli allo sguardo una parte di sé che da sempre è oggetto d’ammirazione. Se fa così quando è da sola è comunque  probabile che lo sguardo e la sua attenzione siano spersi in qualche pensiero o ricordo piacevole.

A volte però, se si vede che tira i capelli più che giocarci e fissa ciò che sta facendo senza fare attenzione a ciò che dice chi è con lei, segnala uno stato di tensione. E’ possibile che le avances dell’uomo, anche se desiderabile, l’abbiano imbarazzata perché troppo esplicite o che il discorso contenga critiche più o meno velate oppure sia scivolato su questioni che in qualche modo abbiano a che fare con frustrazioni irrisolte.
Nel caso in cui  il gesto sia riscontrabile quando la donna è da sola, oltre a tirare quei poveri ella guarderà in basso e da esso non trapelerà positività ma angoscia o comunque preoccupazione.
Il comportamento in questione pare che sia legato alla rassicurante abitudine infantile di toccare o stringere i capelli materni, quando il farlo, sia che ci si addormentasse o meno, era volto a mantenere il più a lungo possibile il legame  con la persona più importante della nostra vita. In età adulta, quando è sciolto il cordone ombelicale che ci teneva uniti alla famiglia, quella piacevole usanza, anche se non può più venire ripristinata per sedare l’agitazione causata da situazioni stressanti, viene in un qualche modo riprovata per mezzo di un sostituto : i propri capelli invece di quelli materni. Di sicuro non è la stessa cosa poiché la persona non ritroverà certo l’originaria sensazione rilassante ma d’altronde non ha molta altra scelta.

a ) Riferimenti bibliografici

Giovanni Chimirri, I gesti che seducono, Milano I998, Giovanni De Vecchi Editore
Anna Guglielmi, Il linguaggio segreto del corpo, Casale Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Marco Pacori, I messaggi segreti del corpo, Milano 2012, Giunti Editore S.p.A.
Marco Pacori, Come interpretare i messaggi del corpo, Milano 2002, DVE ITALIA S.p.A.