a ) Generalità
Il
pollice è il dito più forte della mano poiché, opponendosi agli altri permette
di afferrare. È considerato il simbolo dell’ego e ostentarlo
significa voler comunicare
predominio, capacità di farsi valere e talora aggressività. Secondo Joe
Navarro ( Joe Navarro, Non mi freghi!,
edito a Venezia nel 2010, da Sonzogno di Marsilio Editori S.p.A. ), il motivo che
porta a una simile conclusione sta nell’essere un gesto antigravitazionale,
ovvero un atto che richiede una certa qual energia e sicurezza e ciò è tipico
di chi assuma la posa del “tipo in gamba”. La spiegazione più completa a
mio avviso sottende piuttosto al fatto che è il dito che determina in modo
cosciente l’abilità di presa della mano e quindi la capacità e la potenza della
persona. Quanto più questa è abile e forte tanto più è attiva e quindi atta a
variegare la gamma dei movimenti che coinvolgono quelle dita.
Si
tratta comunque di un atto istintivo la cui valenza è subliminale in quanto,
associato a una serie di altri atteggiamenti ( sguardo fisso, dondolamento sui
tacchi per parere più alto, eccetera ), impressiona gl’interlocutori
accentuandone le insicurezze. Del resto, l’avere uno status sociale elevato e
un’alta opinione di sé portano a marcare la valenza di detti segnali.
Non
è un caso che, l’autore americano sopra citato, affermi in seguito che :
<< .. Le persone che tengono spesso il pollice rivolto verso l’alto sono
in genere più consapevoli dell’ambiente circostante, più acute nel ragionamento
e più penetranti nelle osservazioni. .. >>.
b ) Pollici in alto
Pare che quando la folla romana voleva che un gladiatore
vinto venisse risparmiato perché aveva combattuto bene, coprisse i pollici. Se
invece non gli era piaciuto abbassava il pollice imitando l’azione di
trafiggerlo mortalmente. L’ucciderlo in questo caso risultava l’azione giusta
da farsi e così a poco a poco è invalso l’uso di mostrare il pollice alzato se tutto va OK e il pollice giù quando
qualcosa non va.
In Giappone alzare
il pollice può simboleggiare sia, una persona maschile visto che il mignolo
rappresenta la donna, sia il numero 5 dato che quando contano con le dita indicano l’1 alzando
il mignolo e finiscono appunto levando il pollice al 5. Uno
statunitense o un europeo quindi che in quello stato alzasse il pollice per
segnalare che le cose sono a posto vedrebbe l’espressione dei residenti
divenire pensosa invece che sorridente. E questo perché costoro non capirebbero
come mai di punto in bianco l’ospite straniero indichi il numero 5 oppure il
genere maschile.
Le cose andrebbero peggio in
Spagna dove alzare il pollice è
diventato l'emblema dei baschi,
attivisti o simpatizzanti del movimento separatista. In questo caso infatti i visitatori che volessero far saper con
quel gesto che per loro va tutto bene potrebbero trovarsi nei guai se avessero
come interlocutori le forze dell’ordine spagnole o facinorosi contrari alla
secessione di quella regione.
In Sardegna, Grecia, Turchia, parte del Medio
Oriente, Africa e Australia poi, il
pollice rivolto verso l’alto viene facilmente interpretato come un insulto. Il
motivo è piuttosto semplice : abbassarlo e alzarlo ritmicamente è facilmente
associabile all’idea della penetrazione e il farlo davanti a terzi, maschi o
femmine che siano, è interpretabile come
l’invitarli non proprio gentilmente ad andarselo a prendere in quel posto. Non
è che qui in occidente un simile augurio sia sconosciuto ma a quanto pare gli
abitanti dei paesi sopra menzionati hanno vedute più ristrette e quindi si
offendono con maggior calore se inviati a farsi “ friggere “.
c ) L’autostop
Per parecchio tempo è invalso l’uso, di
origine statunitense, di muovere, all’avvicinarsi di automobili, il pollice dritto in modo rapido e curvo
nella direzione desiderata. Si tratta del famoso segnale di autostop
con cui milioni di giovani della nostra generazione riuscivano a spostarsi
gratis e rapidamente.
Il fatto era però che questo gesto in Sardegna, Grecia, Turchia e parte del Medio
Oriente, Africa e Australia era confuso con un altro molto simile e che
consiste nel lanciare il pollice rigido più volte in aria. Questo atto, in
dette regioni, non viene effettuato per chiedere uno “ strappo “ ma mima il
coito e indica, o invia, l’interlocutore, a farsi penetrare da chicchessia,
augurio che non è mai molto carino (In Turchia è usato più specificatamente
come segnale di invito omosessuale.).
Se ne deduce che, anche se da allora sono passati molti anni e il
turismo ha consentito di far conoscere gli usi e i costumi dei diversi popoli,
la prudenza consiglia, se si va nei sopraddetti stati, di chiedere un
passaggio con la mano ondulata e in posizione orizzontale piuttosto che agitare
il pollice. Mia nonna comunque, per non sbagliarsi, non si è mai mossa dal suo
paese.
d ) Pollice e indice a cerchio
Una variante dell’OK con il pollice alzato e le altre dita
strette a pugno è appunto l’indirizzare
a terzi il pollice e l’indice unito a cerchio.
Negli USA il gesto manifesta approvazione e, data
l’influenza mediatica di questa nazione, il suo significato è divenuto noto,
sia in Europa, sia in genere un poco dappertutto. Ciò non significa tuttavia
che abbia completamente soppiantato il senso originario che aveva in alcune
regioni del mondo.
In alcune plaghe della Francia, del Belgio e della Tunisia
infatti, il segno viene inteso come zero e quindi le persone cui ci si riferisce vengono considerati zero. in
Giappone invece, data la forma rotonda
rappresenta le monete.
In Russia, Turchia e Brasile può venire considerato un insulto (in Brasile lo è quando, mentre
si compie il gesto, il palmo della mano è rivolto verso se stessi ).
e ) Pollice verso la bocca
Sempre nei paesi latini e nei paesi arabi è in voga
una variante di questo atto. Consiste nel tenere
il pollice e il mignolo estesi e le
altre dita curve mentre la mano compie movimenti
ad arco attorno alla bocca.
In questo modo si mima l’atto di bere schiacciando l’estremità di un
contenitore di pelle per farne schizzare l’acqua nella bocca aperta.
Sempre in sudamerica tenere il pollice e il mignolo estesi e le altre dita curve mentre la
mano viene ruotata in avanti e in indietro è usato a
indicare che il soggetto è ubriaco e che in quanto tale non riesce a tenere la
bottiglia ferma.
f
) Ostentare i pollici
Afferrarsi il
bavero della giacca mostrando i pollici mentre si parla è considerato un gesto di autocompiacimento. Sembra infatti assodato
che ogni volta che qualcuno cerca di portare il discorso e l’attenzione su di
sé i pollici vengono messi in mostra istintivamente in quanto fondamentali per
prendere, stringere, eccetera, ovvero agire per catturare, uccidere e costruire.
Lo stesso vale se il soggetto porta le bretelle, vi infila i pollici sotto e le tira in
alto e in avanti. Si sottolinea, rispetto al precedente, che in questo caso
la persona che compie l’atto si sta ponendo in maniera più aggressiva rispetto
al modo descritto sopra.
Considerazioni molto simili ai due casi precedenti
fa nascere poi il vedere una persona con
le mani in tasca e i pollici fuori. Tra l’altro sembra sia comune notarlo
assumere dal principe Carlo e comunque, più in generale, da un capo che cammini
per l’ufficio o un insegnante che giri in classe fra i banchi degli allievi.
L’infilare le
mani nelle tasche posteriori tenendo i pollici in vista dà invece l’impressione che il soggetto cerchi di nascondere il
desiderio di dominare la situazione o i presenti.
Sempre nel tentativo di contenere proprio cipiglio
dominante il soggetto può intrecciare le
dita delle due mani anche se i pollici rimarranno ben alti fino a toccarsi.
Le braccia
conserte con i pollici puntati verso l’alto sono
indicatori di un doppio segnale. Da una parte infatti denotano un gesto
difensivo, ovvero le braccia incrociate, dall’altro la costrizione momentanea
di una persona che comunque si sente superiore ( i pollici alzati ).
Le donne
esibivano di rado i pollici prima degli anni Sessanta, epoca in cui hanno iniziato a portare i pantaloni e ad assumere ruoli di
autorità nel mondo sociale.
Puntare il pollice obliquamente
in direzione di qualcuno indica
in chi lo fa un certo qual disprezzo verso colui che è così indicato. Se fosse
altrimenti l’altro l’avrebbe chiamato per nome e vi si riferirebbe
amichevolmente o quanto meno educatamente.
Trattandosi di un gesto ridicolizzante la cosa infastidisce molto il
soggetto cui è riferito al punto che, se piuttosto irascibile, può indurre a
reazioni aggressive. Essendo poi meno portate allo scontro fisico le donne non lo usano quasi mai e se un
marito si riferisce a queste in tale modo con un terzo significa che cerca
lite. Il risultato è quasi certo : o la sopprime fisicamente o va a dormire sul
divano.
Secondo Desmond Morris ( I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore
S.p.A ), in Sudamerica si usa puntare il pollice dietro la spalla e muoverlo avanti e indietro
se si vuol evidenziare che quanto si narra è accaduto in passato. Ci si riferisce invece al futuro portando
l’indice davanti e ruotando la mano. Maggiore è il numero dei movimenti fatti
in questo modo e più si cerca di convincere l’interlocutore che l’evento in
questione accadrà in un momento distante dal presente.
Per quanto mi riguarda tuttavia mi pare però che l’atto di puntare il
pollice dietro la spalla e muoverlo avanti e indietro sia usato più
frequentemente e con senso malevolo, nei confronti di chi ci sta intorno a cui
sostanzialmente s’intima e non solo a gesti, di
stare alle nostre spalle.
h ) Pollici infilati in cintura o
nei passanti dei pantaloni e le altre dita rivolte in basso
Come detto precedentemente i pollici sono i protagonisti indiscussi di
tutta una serie di prese e quindi non deve sorprendere se a volte li si vede infilati nella cintura o
nei passanti dei pantaloni mentre le altre dita sono rivolte in basso. In questo
modo solitamente si sottolinea la propria virilità e la cosa ha lo scopo di
attirare l’attenzione di una esponente del gentil sesso verso una zona erogena
del maschio che, se consistente, può far nascere fantasie erotiche tutt’altro
che insipienti. Può quindi significare che il protagonista in oggetto sia
attratto dalla signora alla quale sta mostrando l’attrezzatura ma può pure
segnalare a un interlocutore maschio un aspetto di sé di cui va fiero. Comunque
sia è una postura molto maschile che
ha anche un significato di sfida.
Alcuni autori tra cui Marco
Pacori ( Come interpretare i messaggi del corpo,
Milano 2002, DVE ITALIA S.p.A ), sostengono che produce lo stesso effetto l’infilarsi
il pollice in tasca lasciando le altre dita rivolte in basso. Asserzione
che parrebbe in contraddizione con un altro assunto, sostenuto a esempio da Joe
Navarro ( Non mi freghi!, Venezia
2010, Sonzogno di Marsilio Editori S.p.A. e Ti faccio vedere io!, Venezia 2011, Sonzogno di Marsilio Editori in
Venezia ), secondo il quale mettere il pollice in tasca lasciando fuori le
altre dita è segno d’insicurezza. La generalità degli autori in effetti,
interpretano qualunque gesto che comporti il nascondere il pollice come indizio
di disagio e quindi pure il metterlo in tasca lasciando le altre dita fuori
potrebbe essere visto in questo modo.
Sulla falsariga della tesi iniziale ritengo che tutti i gesti comportanti una qualche
attività del pollice, in questo caso l’incastrarsi nel bordo delle tasche
per sostenere le dita, siano da
reputarsi manifestazioni di attività coscienti volti ad afferrare qualcosa e
quindi ad affermarsi. Anche se, è bene ricordare, che quella dei gesti non è
una scienza esatta e quindi il singolo soggetto può comportarsi diversamente
dagli altri per i più svariati motivi.
Se ostentare i pollici viene considerato
un gesto di autocompiacimento è ovvio che il
nasconderlo nel pugno o comunque il cercare di ritrarlo alla vista altrui
paia un indizio di disagio.
l ) Distendere il pollice, l'indice
e il mignolo richiudendo le altre dita
Questo : << .. E’ un gesto preso in prestito dal linguaggio dei
segni americano .. >> ( Desmond Morris, I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
), che significa : << .. Ti amo! .. >>, ed è usato in particolar
modo dalle pop star nei concerti per rafforzare nei fans l’idea che i beniamini
provino per loro un sentimento fortissimo.
A dire il
vero, vedendolo fare in particolar modo dai rapper USA famosi per prediligere vite
violente o comunque ai margini della legalità, pensavo avesse una valenza più
provocatoria ma evidentemente mi sbagliavo.
Essendo poi,
data la sua ricercatezza, un atto poco spontaneo è difficile che rifletta un
vero amore per gli spettatori . E’ più probabile che la ripetizione continua
dell’atto, immortalata nei video, sia un espediente elaborato per rafforzare,
assieme alle dichiarazioni verbali d’amore, la fidelizzazione del proprio
pubblico.
In Arabia Saudita e Giordania può capitare di vedere
qualcuno che unisce indice, medio e
pollice e le muove rapidamente in avanti. L’azione simboleggia la minaccia
di un pugnale conficcato in un corpo e lascio immaginare cosa voglia intendere
chi lo fa : posso solo sperare che non sia uno che passi ai fatti.
n ) Insulti simbolici
E’
praticamente d’uso quotidiano dare della bestia a chi si reputa poco e con ciò
ovviamente intendiamo paragonarli a quegli animali che consideriamo stupidi,
brutti e pigri. Come risaputo l’asino è uno degli animali più vituperati per la
sua “ impermeabilità “ ai comandi dell’uomo e ciò ce lo fa apparire poco intelligente,
cosa che rende quasi spontaneo paragonare a costui chi faccia fatica a capire.
E visto che l’aspetto fisico che contraddistingue quest’animale sono le lunghe
orecchie è venuto in uso dare dell’ignorante a terzi puntando i pollici contro i padiglioni auricolari
e agitando rapidamente le altre dita.
Essendo però un gesto molto vistoso è venuto in uso farlo per divertire
i bambini che a loro volta lo imitano stemperando in tal modo la sua valenza
offensiva. E’ un atto comunque comune in
Europa, America e a quanto pare anche nei paesi arabi.
Toccarsi rapidamente le unghie
dei pollici imitando un applauso indica
il non apprezzamento dell’attività o del comportamento altrui e la sua
connotazione negativa va dalla derisione sino
al potersi considerare un vero e proprio insulto se lo si fa al posto
dell’atteso applauso. Sembra sia comune vederlo fare in Spagna, Olanda e
Sudamerica.
Succhiarsi il pollice tra le
labbra, che è un
tipico gesto infantile, in Olanda viene effettuato per indicare che si ritiene
l’interlocutore un bugiardo.
In Spagna pressare insieme le unghie dei pollici, come se si
schiacciasse un insetto sta a indicare che colui cui ci si riferisce è un
pidocchio.
Pare che in Sudamerica e in Medio Oriente
usi poggiare il palmo della mano sopra il dorso dell’altro e i pollici liberi
vengano fatti dondolare come le ali degli uccelli. Ciò indicherebbe una
persona effeminata od omosessuale. E’ piuttosto normale infatti che i gesti che
imitano i volatili vengano spesso usati per definire persone “ poco maschie “
In Francia si usava chiudere di scatto le
quattro dita sul pollice, mimando l’azione della bocca che si chiude, per
comandare di tacere.
Pare che in Olanda il pollice
venga spinto fra le labbra chiusa mentre si riempie la bocca di aria e si
gonfiano le guance. Sembra che così facendo quel popolo intenda dire che se
ne infischia altamente.
o ) Vari
In Sicilia sembra sia in uso, o per lo meno lo
sia stato, formare un anello con il pollice e il mignolo e pare che la cosa volesse significare :
<< Non ho niente >>. Bo! Paese che vai, usanze che trovi.
Un buon oratore che stia cercando di
descrivere con precisione una situazione o un concetto piuttosto difficile è
probabile che unisca il pollice e l’indice facendoli appena toccare assieme,
come se tenessero qualcosa di molto piccolo e delicato.
Incrociare le dita mentre i
pollici vengono rotati l'uno intorno all'altro è indizio di noia. Può essere che si sia in
un momento che non si sappia che cosa
fare o si partecipi a un evento dove si debba tenere un certo contegno
ma quel ch’è certo è che in realtà si vorrebbe essere ben lontani da lì ed
essere liberi di fare qualcosa di ben più interessante.
In Siria mordersi il pollice per poi toglierlo dalla bocca
e scuoterlo indica a una ragazza quanto dolore stia
causando al corteggiatore la sua freddezza.
Sembra che in Arabia Saudita usi
tenere il pollice dritto muovendolo in circolo per indicare le ritmiche azioni
del pene nella copula. Si tratta dunque di un gesto osceno mostrato di
volta in volta per scherzare o sminuire la virilità di colui cui ci si riferisce.
Nei paesi latini è in uso il baciarsi
l'unghia del pollice sostenuta dall’indice, quasi a formare una croce
cristiana. In questo caso il bacio ha valenza di : << Lo giuro sulla croce >>.
Tra le tribù beduine pare fosse in uso il mettersi
in bocca le estremità dei pollici, distendendo
e puntando le altre dita contro gl’interlocutori. Ciò
significherebbe : << Mi arrendo >>, e si tratterebbe di una
versione locale delle mani alzate.
In Italia ruotare rapidamente la
mano con il pollice e l'indice dritti, a destra e a sinistra, significa :
<< Non c’è niente da fare.»
Strofinare la
punta del pollice contro quella delle dita della stessa mano
indica volere del denaro o l’essere disposti a fare una certa cosa solo dietro
compenso monetario. Un simile gesto, che è conosciuto in tutto il mondo, ha
origine dall’abitudine a palpare le monete.
p ) Riferimenti bibliografici
Giovanni Chimirri, I gesti che seducono, Milano I998, Giovanni De Vecchi Editore
Anna Guglielmi,
Il linguaggio segreto del corpo, Casale
Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Giuseppe Maffeis, Guida pratica – Il linguaggio del corpo, Milano 2011, Edizioni Riza
S. p. A.
Samy Molcho, I linguaggi del corpo, Como I997, Lyra Libri
Desmond
Morris, L'animale uomo, Milano 1994, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond
Morris, I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Joe Navarro, Non mi
freghi!, Venezia 2010, Sonzogno di Marsilio Editori S.p.A.
Joe Navarro, Ti
faccio vedere io!, Venezia 2011, Sonzogno di Marsilio Editori in Venezia
Marco Pacori, I messaggi segreti del corpo, Milano 2012, Giunti Editore S.p.A.
Marco Pacori, Come interpretare i messaggi del corpo, Milano 2002, DVE ITALIA
S.p.A
Allan e Barbara Pease, Perché
mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi?, Milano 5° edizione
Sonzogno 2006, R:C:S: Libri S.p.A.