E’ un edonista chesvaluta la
ragione e non è in contatto col desiderio d’amore
L’estrema
sensibilità del Donatore ai segnali di accettazione o ripulsa emessi
dagl’interlocutori lo abituano, dapprima, a convivere con picchi emotivi
straordinari poi, intanto che perfeziona la strategia di adeguamento alle
aspettative altrui, l’abitudine alle sensazioni intense gli fa preferire
abbandonarsi all’impulso del momento. Ciò da una parte lo aiuta a vincere la
noia e dall’altra a bruciare la tensione che gli causa il fingersi d’accordo
con chi conta invece di dare libero
sfogo ai propri sentimenti.
L’ossessione a
compiacere infatti non lo pone nell’ottica di corrispondere all’amore altrui come
qualsiasi individuo medio farebbe ma di trarre rassicurazione e benefici
diversi, cosa che fa si che il bisogno d’amore frustrato venga in un certo qual
modo compensato soddisfacendo le voglie del momento.
Questa sua spasmodica
ricerca del piacere, che sessualmente lo porta a preferire, sia il rapporto
fisico, sia il divenire oggetto di mille gratificanti attenzioni, lo qualifica come edonista.
La ricerca
indefessa del godimento peraltro fa si che, da un lato sia allegro e vivace, dall’altro
che non sopporti limitazioni alla costante ricerca di vita spensierata e
irresponsabile. Non deve dunque sorprendere se a volte lo si vedrà arrabbiarsi
come pochi e reagire in modo inaspettatamente aggressivo se offeso da contrarietà
ambientali o “ sgarbi “.
Secondo
Naranjo poi l’epicureismo del
nostro tipo è volto in particolar modo a sfoggiare o consumare beni, che siano
cibi, vestiti, arredi, eccetera. Altre personalità invece risultano preferire
le comodità ( è il caso dei “ ciccioni “ mesomorfici ), o emozioni raffinate (
come il narcisista ).
Altra
caratteristica del Donatore che per l’autore potrebbe discendere addirittura
da una sua predisposizione costituzionale all’emotività è l’avversione
all’intellettualità. Non lo spinge a diventare un intellettuale in effetti, né
la sua sensibilità che lo fa cadere preda di emozioni che rubano “ spazio “ ed
energie allo sviluppo della ragione, né la ricerca del piacere che consegue al
seguire impulsi che sono egualmente antitetici alla crescita della razionalità.
Il celebre
psichiatra tuttavia va oltre perché a suo avviso la rimozione dei bisogni non
funzionali alla strategia di risultare gradito alle persone che contano implica
l’impedimento : << Alle fantasie istintuali di giungere alla coscienza ..
>>, e quindi : << .. Un “
non voler sapere “ inconscio .. >>,
che è possibile : << .. a prezzo di un certo offuscamento della ragione, una
sorta di indeterminatezza, un venir meno della precisione o della chiarezza che
si accompagna a una svalutazione della sfera cognitiva, o meglio, ne è alimentata. .. >>.
Si ha dunque a
che fare con la personalità meno intellettualizzata. Può essere creativo e
fantasioso ma non è assolutamente interessato ad ascoltare né tantomeno
impegnarsi in discorsi e ragionamenti “ difficili “. Studiare lo annoia e,
seppur mostra di avere convinzioni radicate, in realtà sono così poco
approfondite che la loro testarda difesa è condotta più per non darla vinta
all’interlocutore che per sua intima persuasione. E’ dunque facile a improvvise
“ conversioni “, sempreché gli riesca in qualche modo di non passare per un
voltagabbana.
Spesso poi tira
a indovinare e questo suo disinteresse per la cultura e il sapere, associato al
credere di far del bene agli altri disinteressatamente, fa si che non soffra
dei rimorsi tipici del Perfezionista, ovvero non abbia mai lo scrupolo di aver
sbagliato o comunque di non aver fatto il proprio dovere. Non è dunque soggetto
alla pressione del Super-Io.
Naranjo spiega che il nostro
tipo : << .. Non s’interessa dei fatti, delle statistiche, delle idee o
delle teorie erudite. La sua mente si trova più a suo agio nell’affrontare i
dettagli della vita quotidiana e i rapporti umani .. >>, dove : <<
.. Influenzata dalle sue emozioni, interpreta sistematicamente astrazioni e
concetti in termini personali, alla luce dei suoi pensieri, sentimenti e
preferenze. .. >>.
Ma torniamo un
attimo a considerare i sentimenti del nostro tipo. Se amare significa buttarsi a
capofitto per condividere gioie e dolori assieme alla persona cui si è
fortemente attratti, il sentimento del Donatore risulta alquanto “ ristretto “
in quanto cerca di fare innamorare piuttosto che lasciarsi andare. Costui
dunque fa di tutto per essere amato fisicamente e non, e una simile finalità lo
intriga in quanto risultati eclatanti in questo senso placano il suo bisogno di
conferme e lo inorgogliscono.
E’ questo che Naranjo[4]
intende dire quando afferma che la strategia adottata nel Donatore per ottenere
amore : << .. Interferisce con la soddisfazione .. >>, del
desiderio. Lo sviluppo dell’apparato seduttivo infatti : << .. Lo rende
incompleto e quindi meno amabile .. >>, e questo perché ha rimosso il proprio
desiderio di darsi all’altro sino a perdere la cognizione di sé. E’ solo così
che può mantenersi freddo quanto basta per esaltare il proprio fascino e godere
dei favori e dell’affetto di chi fa innamorare di sé.
Secondo
l’autore inoltre è un errore ritenere che : << .. L’intenso bisogno di
amore del tipo due .. >>, preceda l’orgoglio. A suo avviso infatti
l’atteggiamento eccessivamente romantico con cui il nostro Donatore affronta la
vita ne è solo : << .. Una conseguenza .. >>, perché è grazie
all’amore altrui che viene rassicurato del proprio : << .. Valore ..
>>, e dunque migliora l’autostima.
Ciò detto non
resta che completare il profilo del nostro seduttore ricordando ch’egli ama
socializzare. E’dunque una persona che non tollera la solitudine e che tende a
intrecciare relazioni così intense con amici, parenti e figli da diventare a
volte asfissiante. Cura poi il proprio aspetto e la casa rendendola il più
vivace e accogliente possibile. Con gli altri cerca il contatto ravvicinato e,
sia la voce che i toccamenti sono dolci e carezzevoli.
Claudio
Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio –
Ubaldini Editore
Claudio
Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
Claudio
Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
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