Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

martedì 5 gennaio 2016

Il Tipo 2 dell'Enneagramma, detto anche Donatore : ottavo paragrafo

Desidera la libertà, è capriccioso, testardo e delega le responsabilità


La scelta del donatore, di risultare desiderabile agli occhi di persone che “ contano “, comporta una tale costrizione dei propri desideri da generare una grande ira ch’egli controlla sino a quando non gli sembri che ci si approfitti della sua bontà. A questo punto la rabbia repressa esplode.
Lo stesso accade quando, a fronte del beneficio che ne ricava, gli diviene così “ pesante “ continuare a circondare il proprio “ beniamino “ delle solite attenzioni che qualunque sua minima resistenza o critica diventa intollerabile. Giunto a questo punto la frustrazione si trasforma in avversione per ogni norma e coercizione e lo fa reagire testardamente al fine di prevalere a qualunque costo, per principio.
Da qui l’esaltazione della libertà che, venendo concepita come poter fare ciò che vuole, può giungere alla dissolutezza  o un vero e proprio comportamento antisociale.
Una tale licenziosità, spiega Naranjo[1], viene così a giustificare per il 2 : << .. L’ideale della gratificazione degli impulsi e non è soltanto al servizio dell’edonismo ma diventa anche un modo per evitare l’umiliazione di doversi sottomettere al potere di un altro, alle regole sociali e a ogni sorta di limitazione. .. >>, ( << .. Non solo è troppo orgoglioso per adeguarsi a tali regole ma si ribella all'autorità in genere, spesso con fare malizioso e senso dell'umorismo. .. >>.  ).
Altrove il celebre psichiatra[2] scrive : << .. Riuscite a immaginare una femme fatale che rispetta la fila? In banca puntano diritti verso l'ufficio del direttore. Essere al quinto posto in una coda è un'offesa al loro orgoglio. Vogliono godere del privilegio di essere sempre i primi e pensano che non dovrebbero mai aspettare. .. >>.
Ciò connota il nostro tipo come capriccioso e caparbio mentre : << .. Il suo atteggiamento esigente e il suo comportamento insop­portabile .. >>, precisa l’autore, deriverebbero dall’aver voluto misurare l’amore genitoriale. Quindi,  alla fine della fiera : << .. Più si mostrava ' difficile ' e maggiore era la prova di essere amata che voleva ottenere, come se il suo ragionamento fosse qualcosa di simile a ' mi amano nonostante tutto '. .. >>.
Il seguire le voglie del momento e la relativa incostanza, sommate poi al limitato sviluppo delle sue capacità riflessive e tecniche, fa si che il nostro uomo preferisca delegare a terzi il peso delle responsabilità. Del resto il cercar di divenire indispensabile agli altri emotivamente e fattualmente ha proprio lo scopo di poter fruire di altrettanti servigi quando ne abbia la necessità. E’ proprio quando non si sente corrisposto oppure l’altro l’abbia “ deluso “, che in lui si scatenano le ire di cui si è accennato sopra.
Il fatto è tuttavia, precisa il celebre psichiatra[3],  che il Donatore chiede così tanto : << .. Ad amici, parenti e cono­scenze in termini di tempo, sollecitudine ed energie emotive .. >>, che spesso : << .. Gli altri finiscono col sentirsi prigionieri. .. >>.





[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[3] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio. qui l’autore riprende quanto affermato da Catherine R. Coulter in Portraits of Homeopathic Medicines, primo volume North Atlantic Books, Berkeley 1986

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