Il Donatore rimuove i bisogni “
Emozionalizzando “
Il fatto che il Donatore cerchi di
piacere alle persone che reputa importanti arrivando al punto di voler
condividere il loro pensiero, comporta la rimozione dei propri bisogni. Di modo che, spiega Naranjo[1],
la : << .. Persona agisca spinta
dagli impulsi senz’averne coscienza. ..
>>. E’ per questa ragione che il nostro soggetto manifesta :
<< .. Un atteggiamento irresponsabile e ci dà la sensazione dell’inganno.
.. >>.
Le attestazioni d’affetto di chi gli vuol
bene del resto, sommate alle impressioni di debolezza che gli suscita chi sia
soggiogato dalle proprie occorrenze, lo inorgogliscono. Non potrebbe essere
diversamente visto che, grazie alla propria capacità interiore, se ne sente
immune. Reputandosi più forte del prossimo d’altronde attenua l’invidia dato
ch’essa imperversa laddove le esigenze individuali non riescano a trovare
soluzione ed è per la stessa ragione che nel contempo può concedersi d’essere
più generoso della media.
Il mettere in secondo piano i propri
bisogni che per altro, spiega la Palmer, è funzionale
all’ottenere l’approvazione di chi egli desidera perché non è detto che costui
li approverebbe, fa si poi che spesso il donatore abbia la sensazione :
<< .. Di stare ingannando gli amici .. >>, sebbene comunque senta
che : << .. Ogni amicizia è vissuta
sinceramente e alcune in modo molto profondo .. >>.
Si tratta dunque di persone che :
<< .. Sanno accontentare meglio gli altri che se stessi. Un bambino la
cui sicurezza dipende dalla disponibilità a dare .. >>, e che riesce a
fare ciò, afferma Naranjo,emozionalizzando. Fenomeno che consiste
nel distogliere : << .. L’attenzione dalla consapevolezza del bisogno o,
più precisamente, da una rappresentazione intellettuale dell’istinto. ..
>>.
In che modo? Privilegiando “ l’ascolto “
degli impulsi e ampliandone l’importanza, di modo ché paia indispensabile darvi
sfogo. Non solo! Perché il soggetto riesca a distrarre efficacemente
l’attenzione dalle vere necessità emotive deve far si che l’attrazione
rappresentata dei moti istintivi non s’abbassi mai al di sotto di una certa
soglia, da qui la sua : << .. Sete
insaziabile di intensità. .. >>, che lo rende preda di fervori
tanto esagerati quanto passeggeri. Passioni che se non vengono immediatamente
sostituite da quelle al momento ipervalutate lo deprimono.
D’altronde, spiega ancora l’autore, la
sua : << .. Incapacità di vivere una vita autentica ( perché si è
occupati a mettere in scena un’immagine ideale per un pubblico scelto di tifosi
.. ), >>, fenomeno di cui non è consapevole poiché : << ..
L’euforia, la vitalità, e l’esuberanza superficiale .. >>, distolgono la
sua attenzione dal riconoscere : << .. Quello che è .. >>, genera
nel nostro Donatore un malessere non ben distinto che Naranjo definisce di
vuoto. Responsabile a sua volta del : << .. Dolore dei sintomi isterici
.. >>, de : << .. L’erotismo .. >>, del tipo e de : <<
.. L’attaccamento morboso ai rapporti affettivi .. >>.
Ecco perché : << .. Questo dolore
può essere trasformato in libido .. >>, e : << .. Se interpretato
come senso di mediocrità personale alimenta il desiderio di eccellere che
contraddistingue la natura dell’orgoglio. .. >>.
L’uomo dunque non è una macchina a cui
sia facile amare a comando e la pressione esercitata dalle richieste primarie
sottovalutate dal 2, che tipicamente sono d’affetto sincero, vengono quindi
tacitate da reazioni stordenti come mangiare smodatamente o provare forti
emozioni. Altro modo per rintuzzarle, spiega ancora Naranjo è il voler essere
bene accetto a tutti i costi ( istrionismo ), o l’adottare comportamenti materni o di sostegno emotivo
che inducano gli altri a fare altrettanto.
Claudio Naranjo, Carattere
e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
Claudio Naranjo, Carattere
e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
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