Paideia : 1 l'attualità del concetto di Paideia e di
Enneagramma
La plurisecolare supremazia
occidentale sta finendo e con essa il benessere e la stabilità politico
culturale che ci ha consentito di controllare la disoccupazione creando nel
pubblico impiego milioni di posti di lavoro e di sostenere la “ produzione
“ incrementando a dismisura la spesa pubblica.
Ciò, che ha significato la
generalizzazione del passaggio a una esistenza più agiata dove il singolo, per
altro, viene fatto sentire un “ signore “ nella misura in cui allarga i cordoni
della borsa, è dunque un processo destinato a finire.
Che le cose stiano andando in questo
senso del resto lo dimostra la concorrenza sempre più generalizzata delle merci
dei paesi asiatici e la delocalizzazione all'estero degl'impianti industriali,
fatto implicante che in questo modo quei paesi incamerano quantità sempre più
grandi di valuta pregiata mentre contemporaneamente le nostre tasche si
svuotano.
Significa imprese che chiudono,
disoccupazione, il ricorso sempre più massiccio agli ammortizzatori sociali e
ai servizi pubblici la cui espansione è però frenata dalla mancanza di risorse
( meno vendite e più stagnazione = minori incassi erariali ), dall'inefficienza
e dalla corruzione.
Siamo dunque un paese che vende poco e
produce ancor meno e quindi non ha più risorse sufficienti a finanziare gli
investimenti e i sussidi. Senza contare poi il fatto che non si vedono vie
d'uscita. Questo in quanto le potenze emergenti sono ben lungi dall’avere
esaurito le cartucce in loro possesso e, cosa non meno importante, non hanno
alcuna intenzione di ritornare succubi di un Occidente ormai alle corde.
Siamo nel bel mezzo dunque di
cambiamenti che fino a pochi anni fa erano inimmaginabili ed è impensabile
ritenere che si possa fronteggiarli continuando a fare come si è sin qui fatto.
L’ammettere tuttavia che ci si debba
dar da fare e l’aver voglia d’impegnarsi in tal senso non è però destinato a
risolvere automaticamente il problema. Anche perché non è assolutamente
chiaro come ci si debba muovere, quanti investimenti necessitino per dar
luogo ai necessari cambiamenti e quanta resistenza opporranno i “ falchi
“ e le “ colombe “ delle lobby e dell’opinione pubblica.
I mass media d'altronde che seguono la
corrente esaltando l'effimero ( ovvero i vizi e il lusso funzionali a un
claudicante consumismo ), difficilmente potranno aiutare le nuove generazioni a
chiarirsi le idee sul da farsi. E questo in quanto è improbabile che i tipi di
uomini ch’essi in fondo esaltano, ovvero giovani rampanti, piacenti e
sfrontati, possano affrontare qualcos’altro che non siano le copertine patinate
delle riviste di gossip oppure il mondo dorato dello spettacolo.
In un simile contesto già di per sé
confuso e difficile è poi facile supporre che la scuola, così come concepita,
non possa fare miracoli.
Essa certamente fa del suo meglio per
inculcare nella testa dei ragazzi le debite conoscenze tecnico-professionali e
un certo bon ton. Solo che adesso non possiamo più illuderci di essere la
quinta potenza economica mondiale ed andare così fieri del nostro Made in Italy.
Non solo! Nulla può assicurare che si
possa ritornare ai fasti dello scorso ventennio e allora questo bon ton volto a
volerci conferire aspetti di signorilità e raffinatezza adeguati al nostro
grado di civilizzazione, chi potrà mai far innamorare di sé quando poi
anche i mass media con le loro inchieste, gli show, i film, i serial, i
reportage, ecc. mostrano che per fare carriera servono molto di più belle
chiappe e ampie tette, nonché pettorali scolpiti e la ricerca di santi buoni a
raccomandarci a destra e a manca? ( salvo poi dimenticare di dirci che a parte
i figli di papà e mammasantissima che finiranno a dirigere le aziende di
famiglia, oppure nello spettacolo o nelle copertine dei mass media, gli altri
avranno pochissime possibilità di avere carriere strepitose e questo seppur la
chirurgia plastica riuscisse a trasformarli in sosia di Madonna o di Brad Pitt
).
Tutto questo aiuterà forse a inculcare
l'amore per lo studio, per l'analisi scientifica e la ricerca, l'esaltazione di
qualità quali la tenacia, la capacità decisionale, il senso di responsabilità,
ecc.?
E' forse questo il modo di prepararsi
alle sfide inusitate che la competizione internazionale ci costringerà, volenti
o nolenti, ad affrontare?
Io credo di no.
Io penso che assieme alle nozioni tecnico-professionali
i giovani, non appena siano in grado di apprenderle, necessitino, oltre a
un sano bagno “ di umiltà “, informazioni di carattere scientifico attorno ai
più disparati problemi e situazioni possano loro capitare in futuro. Dalla
conoscenza delle personalità ( prendendo spunto anche dell’Enneagramma ),
ai segnali del corpo, all'igiene del " corpo e della mente ",
ai rudimenti bancari, finanziari e di economia politica. Alla politica trattata
come scienza, al sapersi orientare con le stelle, a fare il “ punto “ con
rudimentali attrezzi, apprendere nozioni di geologia, biologia, fisica a
partire dai casi quotidiani che possono capitare a ciascuno di noi, eccetera.
Vi sembra una stupidaggine? Io penso
di no. Sarà sicuramente un'impresa immane ma l'unica che possa " formare
" uomini coscienti delle proprie capacità, alieni da illusioni
idealistiche o comunque fuori luogo e capaci di agire e di fare.
.. Forse sarà la volta buona che si
riuscirà, come dice Werner Jaeger[1],
a educare l'uomo : << .. Alla sua vera forma, alla vera umanità. È'
questa la vera Paideia greca, .. >>.
Ma avremo ben presto modo di tornare
sull'argomento ..
[1] Werner Jaeger, Paideia, Milano II
Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S.p.A.
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