Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

martedì 26 maggio 2015

Paideia : 2 il punto della situazione


Dal secondo dopoguerra ad oggi abbiamo conosciuto in Europa Occidentale un periodo di pace e benessere senza precedenti che ha indotto a tralasciare modi di essere che non fossero “ faciloni “ ed edonisti. Ma i tempi stanno cambiando ed è probabile che le incertezze individuali diventino man mano più esasperanti.
Se è vero infatti che le nuove generazioni hanno una migliore opinione di sé, questa sicurezza non è conseguenza di un maggior equilibrio interiore ma delle attenzioni della famiglia e della società ed è quindi probabile che si sciolga come neve al sole all’insorgere delle prime difficoltà. Il benessere poi, che offre soluzioni e status symbol che in realtà hanno poco a che vedere con le effettive esigenze individuali, crea non poca confusione a livello di ricerca di obiettivi formativi validi. Senza contare infine che sempre più spesso gli uomini di spicco sono frutto di operazioni mediatiche e non di eccellenze di vita o professionali. Cosa che esaspera l’illusione che il successo conseguibile adottando opportunisticamente stili di vita e discipline “ alla moda “ renda felici.
Del resto, se è innegabile che la nostra società genera opportunità che hanno del fantastico ( lotterie e giochi milionari, gare di solidarietà, carriere straordinarie a sconosciuti in forza di fortunati influssi mediatici, ecc ), è altrettanto scontato che queste sono per pochi e ai milioni di esclusi non resta che rodere d’invidia. Con i più vivissimi ringraziamenti di maghi, astrologi, chirurghi plastici, dietologi, sette religiose e non, produttori e spacciatori di droghe, meretrici, pervertiti, psicologi, consulenti matrimoniali e chi più ne ha ne metta, che si spartiscono i miliardi di euro di onorari che gli ambiziosi, gl’insoddisfatti, i delusi e quelli “ andati fuori di melone “, sono disposti a sborsare, vuoi  per cercare di “ rimanere “ in gioco, vuoi per procurarsi una qualche forma di conforto. Sempre ché poi non decidano di suicidarsi, fenomeno in costante aumento.
Qualcosa non funziona dunque e questo “ qualcosa “ ha a che vedere con la sottovalutazione dell’essere in armonia con sé stesso e con l’Universo, a fronte di un presunto diritto a “ Essere “. Il diritto però è una prerogativa umana, non naturale.
In Natura infatti non vi sono cose giuste o sbagliate ma un precario equilibrio complessivo mantenuto dalla temporanea risultante ( e qui il tempo si misura in Ere ), delle tensioni contrapposte in gioco.
Nell’Universo dunque non c’è spazio per pretese o certezze. Indipendentemente dalla nostra bontà o cattiveria la Terra da un momento all’altro potrebbe essere oggetto di sconvolgimenti tali da venire distrutta, oppure da cancellare gran parte delle forme di vita oggi esistenti.
In Natura poi non esiste altra legge che quella dei rapporti di forza. Il fiume in piena infatti e a onta di qualunque preghiera o “ magia “, romperà gli argini a meno che questi non vengano sufficientemente rinforzati, così come la fiera affamata strazierà la preda che sia meno veloce o abbia minori difese.
Dimenticarsi di questo significa stravolgere, sia l’ordine naturale delle cose, sia il ruolo dell’uomo che è quello di sopravvivere e curare i suoi cari sino a quando le proprie forze, l’intelligenza e l’eventuale solidarietà della comunità non lo assistano più.
Sono dunque da mettere al bando presunzioni e ostentazioni non giustificate ed è auspicabile il ritorno a una visione delle cose improntata all’essenzialità. Se l’uomo infatti non può e non deve aspettarsi nulla dalla vita se non di sopportare il proprio carico di dolore, allora non deve illudersi di poter essere altro che quello che può essere per sé e gli altri sulla base di ciò che sa fare e a questo punto anche le “ pillole di saggezza “ desumibili da ciò che si sa delle ricerche di studiosi  sull'argomento possono tornare utili.
Anzi, in un’epoca come la nostra dove l’Ontologia è morta, la Teologia non convince più e dove dietro l’egida dello Stato Etico si giustificano appetiti non certo cristallini, l’uomo che cerca conforto e forza in se stesso non può che rimanere attratto da teorie atte a fortificare lo spirito e la volontà individuale.
Non solo! Vale la pena poi ricordare che l’uomo non si è evoluto scoprendo la “ pietra filosofale “. La nostra civiltà infatti ha progredito unicamente grazie al lento ampliamento del patrimonio delle conoscenze e delle applicazioni che quelle hanno dato luogo. E se questo è il tema costante della nostra esperienza, nulla indica che in futuro possa andare altrimenti.
Meglio meno ma meglio dunque! Visto che i miracoli non sono né frequenti, né a buon mercato, tanto vale allora pubblicizzare con passione le pillole di saggezza spicciola faticosamente delineate da uomini straordinari. Meglio meno ma meglio, appunto!
Ancora una cosa. Non vogliatemene per i troppi errori e le manchevolezze, conseguenza della mia personale limitatezza. Spero di scioglierne alcuni più avanti, continuando a studiare e a proseguire sulla via della “ crescita interiore “.
Magari assieme a Voi, o con la volontà rafforzata dalla Vostra simpatia.


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