Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

venerdì 29 maggio 2015

Paideia : 3 alla volta di un nuovo Umanesimo 

 Siamo continuamente chiamati a prendere decisioni importanti e non importa se riguardano il lavoro, l’educazione dei figli, i rapporti con la moglie, la gestione dello stress, l’adesione o meno a un’associazione e così via. Quel che conta è che ogni volta la qualità delle nostre reazioni dipende dall’effetto che il contesto produce in noi e non è assolutamente detto che il giudizio che si ha della situazione sia adeguato. Anzi, nonostante si cerchi spesso di convincersi del contrario, l’emotività e l’ignoranza alterano la valutazione dei fatti. Da cui possono seguire, vuoi azioni esagerate che causeranno danni e sofferenze inutili a noi e a terzi, vuoi atti insufficienti che ci produrranno perdite o pene insensate. Certo, è possibile che non si sia completamente all’oscuro di quanto accade. Magari a grandi linee può essere noto come le cose stanno evolvendo, così come a esempio si può immaginare che se diminuiscono le quotazioni dei titoli di stato o dei titoli di borsa si tenda a disfarsene acquistando magari dell’oro, che in tempi “ grigi “ è sempre un ottimo bene rifugio. E’ possibile dunque che si abbia nozioni su come comportarsi ma è tremendamente facile che la complessità del caso sia tale da farci cadere nell’indecisione oppure farci agire impulsivamente, vada come vuole. Del resto è improbabile che qualcuno si prenda la briga di cavarci le castagne dal fuoco e se comunque accadesse non ci faremmo una gran bella figura. E questo in quanto, alla fine della fiera, è da considerarsi in gamba solo chi affronta e risolve da sé i propri problemi. Il tutto dunque è sempre e solo prerogativa del singolo : sulla “ graticola “ è sempre l’uomo, con le sue paure, il coraggio e l’incoscienza. Si chiami Caio o Mohamed, Kaspar o Grigorij, vuoi che fissi pensieroso l’orizzonte o guardi preoccupato il vicino assembramento di folla, è solo lui che in qualche modo dovrà cercare di cavarsela. Poco importa se, posto di fronte a questioni spinose, il signor Bianchi di turno rimpianga di non aver studiato meglio quella data materia, oppure si penta di non aver dato ascolto a persone più informate. Certo è che difficilmente potrà evitare di scegliere. Forse penserà con invidia a quel suo conoscente che in un caso analogo ha saputo mostrare più grinta, o prudenza o costanza o inventiva. Magari si chiederà come mai lui che a scuola andava meglio non dimostri simili doti, inconsapevole o meno del fatto che non sono questioni che s’imparano a scuola perché questa ha tutt’altre finalità, ma le cose stanno così ed egli dovrà agire per il meglio o rodere d’invidia per il successo altrui. E’ pure probabile, mentre si “ trovi nelle canne “, che gli sorga il pensiero che se fosse più addentro nella conoscenza dei propri limiti e potenzialità, di come migliorarsi e delle leggi che sottendono la costruzione e l’evolvere delle relazioni, potrebbe avvantaggiarsene eppure, se anche prima vi avesse tentato, avrebbe riscontrato notevoli difficoltà. Non che manchi il materiale, beninteso. Pur escludendo infatti la letteratura di psichiatria clinica che qui non c’interessa, i libri e gli articoli prodotti o comunque disponibili in lingua italiana è immenso. Senza contare poi le esperienze professionali acquisite in Centri studi all’avanguardia benché magari poco famosi, o in scuole esoteriche come quella di cui mi vado occupando, oppure con lo studio e la pratica di discipline orientali. Il fatto è tuttavia che le informazioni interessanti a cui è possibile avere accesso ( spesso infatti la conoscenza delle tecniche più soddisfacenti richiede studi specialistici ), sono disperse fra le pagine delle centinaia di documenti pubblicati e se si vuole che queste nozioni diventino alla portata di tutti è necessario analizzare i testi sull’uomo e il suo comportamento, mettere da parte i doppioni e quanto sia banale o strampalato e farne un sunto organico. Ne dovrebbe uscire una serie di manuali che, similmente a quelli scolastici, informino succintamente ma esaustivamente, di quanto si sa al riguardo, quali siano le ricerche in atto e i punti di vista che le questioni insolute hanno fatto insorgere. Non è cosa da poco. Si spazierebbe fra quanto v’è di utile e interessante in antropologia, in sociologia, nella comunicazione umana, nel linguaggio del corpo, nella PNL, nella psicologia subliminale, nell’ipnosi, nella fisiognomica, nell’analisi del carattere, nell’Enneagramma, nella meditazione e chi più ne ha ne metta. Significa sapere come e perché ci si comporta in una data maniera, come potrebbero evolvere certe relazioni, valutare con maggior sicurezza l’impatto che si ha sul prossimo, gestire meglio lo stress che segue al riconoscersi a disagio in certe situazioni. Con ciò non si vuole affatto sostenere che si potrebbe risolvere d’incanto, come con una bacchetta magica, i problemi dei singoli, ma a mio avviso sarebbe possibile acquistare a poco a poco quella diversa disposizione verso sé e gli altri che deriva dalla maggiore consapevolezza di quello che si è e si può diventare. Chissà! Potrebbe essere l’inizio di un nuovo Rinascimento dove il fervore culturale innescato da un diverso modo di essere e concepire se stessi e gli altri si possa riflettere sulla politica, la legge e la religione, ispirando rilevanti riforme strutturali.

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