A proposito della supremazia del lavoro di gruppo
rispetto all'iniziativa individuale : l'effetto Ringelmann
Ecco qua uno stralcio
del libro di Jonathan Littman e Marc Hershon intitolato : " Io
odio la gente " [1]che la dice lunga
sull'efficacia del lavoro di gruppo a fronte delle potenzialità del singolo.
Gli autori infatti in
questo passo affermano :
<< .. Ci hanno
tartassato con l’idea che il team vince sul singolo. Ma dov’è la prova?
Le ricerche di quasi
un secolo fa suggeriscono semmai il contrario, ovvero che man mano che il
gruppo cresce, la produttività individuale diminuisce. Nel 1913 Maximilien
Ringelmann, un ingegnere agrario francese, ( .. ) Ha organizzato un vero e
proprio tiro alla fune per misurare la differenza tra le prestazioni
individuali e quelle del gruppo, con singoli e gruppi a tirare la corda
collegata a un estensimetro.
Sorpresa, il suo
esperimento ha rivelato che già un secolo fa esistevano gli scansafatiche: nel
gruppo di otto ogni individuo tirava mediamente con la metà della forza
applicata da quello che tirava da solo. Anche quando il gruppo era ridotto a
tre individui, le singole prestazioni erano più basse del venti percento
rispetto a quella del tiratore singolo. Un risultato che ha stuzzicato il
buonsenso comune, dimostrando che più gente metti a risolvere un problema,
minore è il contributo di ognuno.
Ringelmann ha
attribuito questo calo di efficienza alla minore coordinazione e all’« ozio
sociale », il concetto per cui la gente in gruppo lavora meno. Oggi, questo
concetto viene chiamato effetto Ringelmann.
Ricerche più recenti
hanno dimostrato che anche la minor motivazione può contribuire al calo di
prestazioni. Le vogatrici della categoria élite in equipaggi da otto, per esempio,
remano con meno vigore quando sono insieme. I ricercatori ascrivono questa
forma di ozio sociale alla durata del compito. Più a lungo il gruppo rema, più
il rendimento soffre.
Ma non è solo il
debilitante effetto Ringelmann a ridurre le performance di chi lavora in
azienda.
David Johnson, il
nostro psicologo, sostiene che uno dei problemi che i solisti si trovano
davanti nelle grandi aziende è che molti hanno obbiettivi diversi dal conseguimento
dei risultati. « Molti vengono a lavorare nelle grandi aziende perché cercano
amicizie e relazioni. Gli piace stare con gli altri, chiacchierare, lavorare
insieme agli altri. »
Potrebbe essere il
maggior conflitto di interessi che affronterete nella vostra carriera.
Queste persone in
cerca di relazioni, spiega Johnson, non sempre mettono il lavoro al primo
posto. « A loro importa stare con voi, e non si accorgono che è proprio quello
che a voi dà fastidio», continua. «Perché voi volete solo fare il vostro
lavoro. .. >>
[1] Jonathan Littman e Marc Hershon, Io odio la gente,
Milano 2009, Casa Editrice Corbaccio s.r.l.
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