Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

domenica 24 maggio 2015


L'inganno dei cambiamenti contrattuali

Nonostante che gli spot pubblicitari ordinati dalle Banche e mandati in onda, presentino i loro funzionari come consulenti precipuamente formati per consigliare benevolmente i clienti, che costituiscono " il Sole " attorno a cui ruotano le banche, la verità è tutt'altra.
Da almeno un ventennio infatti la recrudescenza della concorrenza finanziaria internazionale ha posto al primo piano la ricerca del profitto e questa non si può soddisfare se non spellando per benino, piumino dopo piumino, i polli che riescono ad arraffare e che nella fattispecie trattasi di noi correntisti.
Mi è sembrato istruttivo quindi presentare questo stralcio preso dal libro del dottor Vincenzo Imperatore[1] relativo alla pratica delle banche volta a mandare ai clienti lettere semplici e poco chiare quando intenzionate a modificare unilateralmente e, quasi sempre a sfavore del correntista, le condizioni contrattuali.
Ma diamo ora la parola, pardon, la penna, all'autore. Costui scrive infatti :
<< .. La giurisprudenza si sta orientando a valutare come ille­gittima la pratica di inviare le proposte di modifica delle condizioni con missive semplici ( .. ).
Le banche, dunque, a norma di legge, possono apportare modifiche unilaterali al contratto solo in presenza di un valido motivo che provi un più alto coefficiente di rischio a carico dell’istituto, come ad esempio il caso in cui la garanzia offerta dal cliente avesse una diminuzione di valore oppure il rating dell’azienda peggiorasse. Ma per essere legittime, le modifiche devono essere comunicate al cliente personal­mente e in modo formale, con adeguato preavviso e con l’avvertenza esplicita che, qualora il cliente volesse recedere dal contratto, potrebbe farlo prima dell’entrata in vigore della modifica. La legge insomma è dalla parte del correntista e le banche lo sanno, per questo tentano di sistemare in maniera subdola posizioni palesemente irregolari, che non hanno rispettato i criteri minimi di legittimità.
C’è quindi un principio giuridico generale che stabilisce che ogni modifica perpetrata in modo unilaterale senza giustificato motivo rappresenta una grave irregolarità. Se denunciata, può rendere addirittura nullo il contratto. A garanzia del cliente esiste inoltre il cosiddetto «principio di continuità», che rappresenta un altro straordinario strumento dalla parte del correntista che spesso subisce in silenzio e senza aver ricevuto alcuna comunicazione preventiva.
Il principio di continuità è stato inserito come aspetto fondamentale all’interno del regolamento comunitario che doveva disciplinare il passaggio alla moneta unica. L’introduzione dell’euro, a partire da questo principio, non poteva essere invocata da nessuno come occasione per venir meno ai propri obblighi contrattuali, regolarmente sottoscritti, o per imporre una rinegoziazione di rapporti contrattuali preesistenti. Il principio giuridico di continuità può esser fatto valere anche nel caso in cui una banca venga acquisita oppure sia inglobata da un’altra. E' come quando abiti in affitto e il proprietario di casa vende l’appartamento.
L'inquilino deve poter conoscere con tempestività il nuovo creditore. Lo stesso vale per la banca, pena la possibile nullità del contratto. .. >>
Capito dunque come stanno le cose? Ma non è finita qui. Abbiamo altre chicche  che Vi proporremo in  altri articoli. Volete sapere di che si tratta? Seguitemi!



[1] Vincenzo Imperatore, Io so e ho le prove, Milano IV Edizione 2014, Chiarelettere Editore s.r.l.

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