Ai veri scrittori piace mettere in imbarazzo i loro protagonisti e
questo anche per renderli più vivi e più apprezzabili. I lettori infatti
capiscono meglio un individuo che di tanto in tanto sbarelli e in cui possano
riconoscersi che un genio la cui perfezione appia inumana. Ciò premesso
godiamoci i seguenti estratti.
Cominciamo con un brano di ALDO BUSI tratto da : “ SODOMIE
IN CORPO 11 “ :
<< .. Amenità gardesan-africane :
il venditore di cedri all'entrata di
Sirione - cedri a quarti, e arance, ma soprattutto noci di cocco: un
pezzo lire 500 -, dopo anni che sognava di venire in Kenia, appena messo piede
nel giardino del Whitesands Hotel, disseminato di palme gigantesche e
esili, è stato atterrato da una noce di
cocco - con mallo- che gli ha spaccato la testa. E' già in lista d'attesa per
il volo immediatamente successivo – dopodomani - e con una mezza prognosi
riservata e l’altra mezza di dominio pubblico. Divertiti i suoi compari.
E' probabile che con questa botta e
l'orecchio ciondoloni non faccia neppure in tempo a cambiare mestiere o a
optare per un agrumeto, full-board a Agrigento, mettiamo, da tenere sottocchio sulla carrozzella.
L'umiliazione più cocente per i visionari di ricordi nasce dal non essere stati
sbranati nel posto giusto dal cliché giusto - che racconta adesso? Che è stato
sbranato dalle fauci di una noce di cocco? Non avrà infatti mai l'ardire di
raccontare agli avventori dell'osteria, ansiosi di aneddoti africani, che tutta
l'avventura consiste nella vendetta della memoria collettiva delle noci di
cocco che lui da una vita sventrava con
un coltellaccio gridando << Coccobello! Coccobello! >>, e mettendo
da parte per la caccia grossa. .. >>.
Non scherza neppure WILLIAM GOLDING che ne : " RITI DI PASSAGGIO ", scrive :
<< .. Indossavo un vecchio pigiama
e la cintura della vestaglia mi stringeva un pò sopra al punto in cui avrebbero
dovuto stringermi i pantaloni, che però erano troppo vecchi perché la loro
estremità elasticizzata potesse provvedere a tale bisogna. Si stavano
comportando come facevano di solito, anche in condizioni opposte. Se stavo
dimagrendo, cadevano. Se stavo ingrassando, idem. Avevo in mano il fucile
carico, nell'altra la pila e non disponevo di una terza da dedicare ai
pantaloni, che a quel punto caddero all'improvviso sotto la vestaglia, in modo che riuscii a
trattenerli soltanto stringendo le ginocchia.
Del gran maestro ERNEST HEMINGWAY ho scelto il seguente brano estrapolato da :
" AVERE E NON AVERE " :
<< .. Dietro la folla, due giovani
cubani che erano appena arrivati e non riuscivano a passare fecero un passo
indietro, presero la rincorsa e si gettarono avanti insieme. La prima fila
ondeggiò e si gonfiò, poi, a metà di un urlo, la signora Tracy e le due donne che
la sostenevano persero l'equilibrio, si piegarono in avanti nel disperato
tentativo di ritrovarlo e poi, mentre le due donne riuscivano a mettersi in
salvo aggrappandosi freneticamente alla banchina, la signora Tracy, sempre
urlando, cadde nell'acqua verde, e l'urlo divenne un tonfo e un gorgoglio.
Due uomini del guardacoste si tuffarono
nell'acqua verde chiaro dove la signora Tracy annaspava sotto la luce del
riflettore. Lo sceriffo si sporse dalla
poppa stringendo fra le mani una gaffa della barca, e finalmente, spinta dal
basso dai due uomini della guardia costiera, tirata per le braccia dallo
sceriffo, la donna venne issata sulla poppa dell'imbarcazione. Nessuno tra la
folla aveva mosso un dito per aiutarla e, mentre stava grondante, sulla poppa, la donna alzò gli occhi, agitò i
pugni e gridò : “ Bashtardi! Puttane! “.
Poi guardando nel pozzetto, gemette : “ Albert. Dove sei? “.
“ Non è a bordo, signora Tracy “, disse
lo sceriffo, prendendo una coperta per mettergliela sulle spalle. “ Cerchi di
calmarsi, signora Tracy. Cerchi di farsi coraggio “.
“ La dentiera “, disse in tono tragico la
signora Tracy. “ Ho perscio la dentiera “. .. >>
Con il tipico humour inglese, EDWARD MORGAN FORSTER fa dire alla
protagonista di : “ MAURICE “ :
<< .. Questa si scusò
per l'esiguità della comitiva.
“ Oh, non fa nulla “, rispose Maurice, e
vide che Clive gli scoccava un'occhiata maliziosa : aveva commesso una piccola
gaffe. .. >>
Molto gustosa è la disavventura descritta
da ANDREA CAM1LLERI ne " IL CORSO DELLE COSE " :
S i riferiva a una storia di paese diventata leggendaria, quella
di un pescatore, zio Manuele appunto,
il quale, una notte di burrasca,
essendosi accorto che una barca si era sciolta dall’ormeggio e veniva portata
al largo dalla corrente, si era messo sgangheratamente a ridere,
rappresentandosi la faccia, l'indomani, dell'ignaro proprietario : solo quando
per la barca non c'era più niente da fare, che era andata a fondo presa dalle
ondate, zio Manuele aveva finalmente capito che si trattava del suo legno, nello scuro non riconosciuto.
JACK
LONDON
invece, ne : “ IL CORAGGIO DELLE DONNE
“ racconta :
<< .. Poi un giorno, incontrammo
due fantasmi che viaggiavano attraverso il Silenzio. Erano un uomo e un
ragazzo, ed erano bianchi. Il ghiaccio si era rotto sul Lago Le Barge, e così
avevano perduto il loro equipaggiamento. Ciascuno di loro portava sulle spalle
una coperta. Di notte, accendevano un fuoco e vi si accucciavano accanto fino
al mattino. Possedevano un pò di farina, che mescolavano con l'acqua calda e
bevevano. L'uomo mi mostrò le tazze di farina, e Pelly, devastata dalla
carestia, si trovava a 300 km di distanza. Aggiunsero che dietro di loro veniva
un indiano; e che avevano spartito la farina in parti uguali, ma che lui non ce
la faceva a tenere il passo. Non credetti che avessero diviso in parti uguali,
o l'indiano sarebbe stato in grado di mantenere l'andatura. Ma cibo non potevo
dargliene. Cercarono di rubare un cane - il più grasso, che era molto magro -
ma gli misi la pistola sotto il naso e dissi loro di andarsene. E si
allontanarono, come ubriachi, verso Pelly, attraverso il Silenzio. .. >>.
Citiamo adesso ancora ANDREA
CAMILLERI. Ne : " IL LADRO DI
MERENDINE " narra :
“ Qual'era la posizione? >>,
s’informò suo malgrado il commissario.
“ Appena fuori dalle nostre acque territoriali “.
“ E voi siete corsi “.
“ Veramente tocava alla motovedetta Lampo
che la xera più vicina “.
“ E perché la Lampo non ci andò? “.
“ Perché un’ora avanti era stato lanciato un SOS da un peschereccio che
imbarcava acqua da una
falla. Alla Lampo ghe xé andà drio il Tuono e cuss’ un largo tratto de mare
restò sguarnìo “.
“ Fulmine, Lampo, Tuono : sempre malotempo
in marina “.
Il colmo dell’equivoco lo raggiunge la
protagonista di JIL KAROLY in “ WONDERBRA DELLE MIE BRAME “, leggiamolo
:
<< .. “ Sotto di me vegeta un
professore di latino incartapecorito. Hai presente il genere? Di quelli con la gotta al braccio e quattro
capelli in croce. Soffre di insonnia
presenile e cammina avanti e indietro tutta
la notte! “.
“ Declamando Tacito? “, chiese il tipo. Però; non ero la sola dotata di fervida fantasia.
“ Esattamente! “. A dire il vero non
avevo mai visto in faccia il professore in questione, ma tutti i professori di latino erano così.
Era impossibile avere anche solo una
punta di vitalìta’ insegnando una lingua
morta come il latino.
“ Chissà che palle! “, disse e insieme
cominciammo a fantasticare senza freni sulla vita squallida del professore di
latino, mentre io divoravo avidamente il mio kebab. Eravamo d'accordo sul fatto che non avesse discendenti -quale donna
si sarebbe fatta mettere incinta da un professore di latino? - e che un giorno o l’altro l'avrebbero portato fuori in una bara.
Dopo un'altra birra lasciammo il -Kara
Deniz-. Mi fermai davanti a casa e con le punte degli stivali raspai nella neve.
“ Buonanotte “. Dissi. “ A proposito,
come ti chiami? “.
Il tipo guardava per terra imbarazzato. “
Julius “, disse dopo una breve
esitazione.
Con quel nome mi sarei vergognata anch'io,
al posto suo.
“ E tu? “, ora era lui a raspare nella
neve con i suoi stivali.
“ Caro .. “, ingoiai il suffisso : “ line
“, per precauzione .
“ Allora
ci vediamo! “.
Non troppo presto, possibilmente, presi
di tasca le chiavi di casa e feci per
aprire il portone. Julius non accennava
ad andarsene.
“ Sono
stanca, morta! “, sbadigliai ostentatamente. “ Ho urgente bisogno di
andare a nanna “.
“ Anch' io “.
Era in cerca di un'avventura da una
notte? O era uno stupratore ricercato dalla polizia che aveva scelto proprio me
come valvola di sfogo dei suoi istinti più biechi? Già mi immaginavo la classica
scena, da thriller. Mi avrebbe spinta nell'androne squallido e buio e si
sarebbe avventato su di me stringendomi
alla parete. Era visibilmente più forte di me e, se avesse voluto, mi avrebbe
violentata senza fatica. C'era solo da sperare che Elsie avesse il sonno
leggero e udisse in tempo le mie urla
disperate.
“ Be', che aspetti? “, Julius adesso
cercava di entrare.
“ Che aspetto? “, gridai in preda alla
collera. “ Che tu te ne vada, cazzo! “.
“ lo abito qui “, disse con affettazione. “ E non vedo l'ora di dedicarmi
alle mie letture notturne di Tacito “.
Brandì una chiave del portone identica alla mia, aprì, accese
la luce e mi spinse nell'ingresso.
“ Sei
tu il professore? “, chiesi esterrefatta. .. >>.
Questa volta non si tratta di una
disavventura ma di un fatto tragico. E’
JACK LONDON, un autore che ha vissuto in prima persona la dura vita della
fame, della sete in condizioni estreme, a raccontarcelo ne : “ L’AMORE DELLA VITA “ :
<< .. Per tutta la notte udì
il lupo malato che
tossiva e i
gridi rauchi dei giovani
caribù. Era circondato dalla vita,
ma si trattava di una vita forte,
in buona salute e
prosperante, e sapeva che
il lupo malato stava
seguendo la pista dell'uomo nella
speranza che l'uomo sarebbe morto per
primo. Il mattino dopo, aprendo gli
occhi, lo sorprese che lo guardava
avido e affamato.
Se ne stava raccolto, con
la coda tra le gambe, come un
cane miserabile e desolato. Rabbrividiva al freddo del mattino, e digrignò
i denti
depresso quando l'uomo gli
rivolse la parola con una voce che
non era più che un
rauco bisbiglio. .. >>.
Ancora la bizzarria lessicale condita con
la causticità causata dalla falsità del prossimo di ALDO BUSI. Sentiamo cos’ha da dirci in questo brano tratto da : “ SUICIDI DOVUTI “ :
<< .. “ Ma suor Lucia, l'Attanasio
respira ancora “, le dissi quando per la prima e non l'ultima volta vidi le
tenaglie appannarglisi in bocca al morto, “ Dà qua, cagasotto “, mi disse suor
Lucia strappandomele di mano e poi disse, “ Cosa vuoi che respiri e respiri?
Perché mai dovrebbe respirare uno di 90 anni con quel bisogno di posti-letto
che abbiamo? Eh, perché? Questo qua respira come te .. >>, e io, “ Però,
a me, sembra che.. “, suor Lucia ci diede un taglio, “ Tua nonna respira!.. “.
( .. )
.. Si, volevo dire a suor Lucia, mia
nonna per respirare respirava, ma respirava per sé, per me mai una sola volta,
lei il fiato era buona solo a togliermelo, era della stessa stirpe delle
Bentivoglio, quella petenfia .. E suor Lucia fece leva sui manici per quel poco
che restavano fuori dalla mandibola inferiore, “ Ecco fatto “, disse agitandomi
sotto il naso il dente d'oro stretto nei magli delle tenaglie e il vecchio
Scutari Attanasio, mi ricordo ancora come si chiamava per intero, diede in un
rantolio, sbatté le gambine nude già sotto il sudario e spirò al 100%. ..
>>.
Sempre Aldo Busi in : " VITA STANDARD DI UN VENDITORE PROVVISORIO
DI COLLANT " :
<< .. Chissà se il professor
Schmidt o Muller o Gottlieb erano stati messi al corrente che quella donna
aveva subito due elettroshock durante la guerra e che lui, Angelo a quei tempi
era ancora un'errabonda possibilità nelle palle di suo padre che spiccavano
un salto da un convoglio di prigionieri
diretto in Germania e a piedi raggiungevano Brescia dal
Brennero. .. >>.
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