Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

lunedì 8 giugno 2015

Il Tipo 1 dell'Enneagramma, detto anche Perfezionista : primo paragrafo

Da che mondo è mondo ha sempre sicuramente affascinato sapere che tipo di carattere si abbia e abbiano coloro che ci sono vicini, tant'è vero che sono molti gli studi e gli scritti al riguardo. Propongo dunque qui, e di ciò ho accennato negli articoli di maggio 2015, una descrizione dei tipi psicologici desunta dalla teoria dell'Enneagramma. Delinearne i tratti non sarà, né breve, né agevole da scrivere, vuoi per il tempo che manca, vuoi per il carattere tecnico che spesso caratterizza i lavori degli studiosi da cui traggo le informazioni. Ma sicuramente sarà interessante e istruttivo ..  Vicino a noi e vivo .. Attuale! .. Così come dovrebbe essere secondo me il tenore che ispira la cultura e la ricerca.  

Le origini del Tipo 1, ovvero il Perfezionista

I futuri adulti di questo tipo hanno di solito genitori Perfezionisti che in quanto tali si attengono rigidamente  a un codice etico elevato e pretendono che i loro pargoli facciano altrettanto. Oppure, afferma  Naranjo[1] :   << .. Un padre Sei dotato di un eccessivo senso del dovere .. >>, nonché una madre : << .. Troppo accomodante .. >>, ( tipo 6 o 9 ) che tradisce : << .. Il bambino, perché il suo bisogno di assecondare un com­pagno troppo esigente è più grande del bisogno di schierarsi dalla parte del figlio. .. >>.
Si tratta dunque di piccoli la cui naturale esuberanza viene mortificata a tutto vantaggio dell’assunzione di un comportamento responsabile, educato, privo di frivolezza o cedimenti, con spiccata tendenza alla pulizia, all’ordine e via discorrendo.
L’adozione di una simile condotta tuttavia non induce questi avi, che sono tutto fuorché amorevoli, a premiare i buoni risultati dei loro piccoli con manifestazioni affettuose o concessioni ai loro desideri, bensì con una riduzione proporzionale della disapprovazione e con l’accettazione del soggetto ( Non è un caso che la Palmer[2] dica di un simile genitore : << .. Esigeva molto senza premiare .. >>, e considerava la virtù come : << .. Premio a se stessa .. >>.
Non è molto ma i giovani non possono aspettarsi di più da tipi freddi e duri come quelli e quindi non resta loro che superare lo sconcerto suscitato dal senso d’inferiorità causato appunto del vedersi giudicati inadeguati e puniti come tali, cercando di divenire inappuntabili. Ne consegue che :
a ) l’insoddisfazione suscitata dal sentirsi valutati malamente e trattati di conseguenza, genera loro una tal rabbia, vuoi verso di sé, vuoi verso gli altri, che li determina a migliorarsi, e questo anche se cercano di non manifestarla apertamente, in quanto atto moralmente reprensibile;
b ) il voler essere all’altezza delle aspettative dei genitori li costringono a un’ autodisciplina  e a una rinuncia tale dei piaceri della vita da renderli sordamente ostili verso i loro critici e più in generale verso i “ difetti “ altrui ( non possono fare diversamente visto che inibiscono le incivili manifestazioni rabbiose ). Così facendo, spiega la Palmer[3], alla lunga sostituiscono : << .. Il piacere della ricompensa .. >>, con il : << .. Piacere dell’autocontrollo .. >>;
c ) dato che genitori tutt’altro che teneri e affettuosi ne hanno spietatamente criticato le manchevolezze e li hanno trattato con spregio, i piccoli imparano che per cambiare la propria sorte non serve conquistarne l’amore bensì essere nel giusto. Ciò fa si, afferma Naranjo[4] : che il loro : << .. Bisogno di tenerezza .. >>, venga : << .. Rimosso .. >>, e rimanga : << .. Latente .. >>;
d ) il voler diventare a tutti i costi irreprensibili li porta ad acquisire pian piano il gusto per la competizione e poi per il virtuosismo. Obiettivo, quest’ultimo, che acquista il sapore di una rivalsa rancorosa, vuoi nei confronti di chi li ha sempre denigrati, vuoi verso chi non è all’altezza della situazione. Raggiunta infatti quella che ritengono essere la perfezione, da un lato pretendono la considerazione dei diffamatori, dall’altro, supportati dalla propria visione di come ci si debba comportare eticamente, criticano gl’incoerenti e cercano di obbligarli a fare quel che devono;
e ) questi tipi sono più frequente fra le donne. Il punto di vista dei loro severi educatori per altro, che viene fatto rispettare con così tanta forza ed energia, viene visto dai futuri perfezionisti come un modello di coerenza e virtù da seguire. Tenderanno così, spiega  Naranjo[5] a : << .. Voler far propria la personalità stacanovista e perfezionista di uno dei genitori. .. >>.





[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[3] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[5] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

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