In quanto moralista vuole battersi per una giusta causa
L’essere stato
allevato nell’ottica che si debba fare bene ed essere buoni ha comportato, per
l’1, l’assoggettamento a una così dura autodisciplina da non poter sopportare
la mollezza, il pressapochismo e i vizi altrui.
La sua
integrità morale tuttavia, nel caso come
già accennato che l'1 reagisca dominato da passioni risibili come la gelosia o
l’invidia, non gli consente di sfogare la propria rabbia sugli altri. Ciò
significa che si conterrà sino a quando, dopo aver ponderato per benino il
caso, non si sia messo in condizione d’essere inattaccabile. E’ solo a questo
punto che la coscienza gli permetterà di
esplodere il livore represso contro l’ennesimo torto giocatogli dal prossimo.
Così accade,
spiega la Palmer,
che : << .. Quando sono sicuri della propria posizione, i Perfezionisti
si trovano a disposizione potenti ondate di energia. Il critico interno si
ritira ( .. ) e allora l'espressione
della rabbia trattenuta è sentita come liberante. .. >>.
Il fatto di
percepirsi migliore dunque, fa si che il nostro Tipo si senta in diritto di far
regnare il bene per mezzo di strumenti propri della rabbia quali la critica, la
prepotenza e la volontà di dominio. Di tali modi però, non avverte il legame
con una passione esecrabile come l’ira, visto che i nobili fini perseguiti
fanno si ch’essa appaia necessaria piuttosto che un malanno. E questo anche
se poi per raggiungere i suoi scopi
elevati potrebbe essere costretto a torturare, uccidere, ferire, tradire,
eccetera.
Al riguardo
perciò Naranjo
scrive : << .. Siamo di fronte a una persona cui piace lottare per una giusta causa. Ma sarebbe un errore
pensare che sia la causa a stimolarlo alla lotta, perché la verità è l'opposto
: la sua aggressività necessita di una giusta causa per sentirsi giustificata.
.. >>.
In questo caso
il considerarsi generoso e libero da interessi personali : << .. Diventa
un passaporto per il potere, una strategia. Sostenendo una purezza che rasenta
la religiosità, l'Uno manipola gli altri attraverso la 'moralità ', o meglio il moralismo. " Tu
devi .. ", " Al rogo se non .. ". L'impurità della persona '
pura ' sta appunto nella manipolazione implicita del culto della purezza. Se ci
chiediamo dove sia la mancanza di virtù in una persona eccessivamente virtuosa,
dobbiamo concludere che si cela appunto dietro questo eccesso di virtù : il
ricorso alla virtù per distinguersi, per godere di speciali privilegi, per
sentirsi superiore. Diversamente da ciò che afferma, la virtù del Puritano non
è bontà amorevole ma un mezzo per comperare amore. Riecheggia il comportamento
del bambino che, comportandosi palesemente bene, sta dicendo: " Vedi come
sono bravo? Adesso dammi quello che mi merito! " .. >>..
Si ha quindi a
che fare con una personalità che :
a ) sebbene
secondo Naranjo
sia : << .. Critica ed esigente non .. >>, è : << .. Odiosa e
sgarbata .. >>, o violenta ma
è un tipo : << .. Controllatissimo e più che educato .. >>;
b ) per la
Palmer gli 1 diventano :
<< .. Consapevoli della propria rabbia. .. >>, quando arrivano :
<< .. Al punto di rottura .. >>. Nutrono poi : << .. Giudizi
rigorosi che, nel linguaggio del corpo si traducono in rigidità muscolare ..
>>, e : << .. Criticano in continuazione i comportamenti altrui ma,
( .. ) credono di farlo perché ' oggi sono molto carico ', o ' forse sono un
po' irritato ', o ' mi sono stancato troppo '. .. >>. Tanto è vero che di solito, dicono Rohr ed
Ebert è chi li : << ..
Circonda .. >>, a capire per primo che in realtà sono furiosi.
Helen Palmer,
L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
Claudio
Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio –
Ubaldini Editore
Claudio
Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
Helen Palmer,
L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
Richard Rohr
e Andreas Ebert, Scoprire l’Enneagramma, Cinisello Balsamo 1993, San Paolo
Edizioni
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