Vuole il comando ed è ansioso. E’ ipercontrollato e
quindi rigido, anti istintivo e pedante.
Dall’ossessione perfezionistica a
essere giusto e migliore ne discendono tutta una serie di tratti tipici.
Vediamone ora i primi.
Tanto per cominciare è ovvio che un tipo siffatto non tolleri di dover
obbedire a decisioni prese da persone da poco. Vuoi quindi che non si fidi di
costoro, vuoi che non ritenga giuste
quelle disposizioni, brigherà per avere lui la situazione sotto controllo e
poter prendere le risoluzioni necessarie
Ciò, sommato alla paura di sbagliare, al timore dei giudizi negativi
altrui, nonché alle difficoltà che riscontrerà a rimanere coerente coi propri
principi, lo rende ansioso perché dubbioso e diffidente. E’ pur ovvio poi che tutto ciò lo faccia diventare irresoluto
sino a quando non sia assolutamente certo di aver fatto la cosa giusta.
Il voler essere ammodo poi, che come già detto in altri paragrafi,
implica un autocontrollo “ bestiale “ sulla propria sfera istintuale e
passionale, ha un bisogno assoluto del sostegno di un raziocinio privo di pregiudizi che sceveri i casi alla ricerca
del bandolo della matassa. Un simile risultato e il porselo come principio
guida tuttavia fa si, spiega Naranjo,
che il pensiero divenga : << .. Troppo logico e metodico con una perdita
di creatività e intuizione .. >>.
Non solo, con una simile impostazione il soggetto ha : << ..
Difficoltà a funzionare in situazioni non strutturate e ogni volta che si renda
necessaria l’improvvisazione .. >>.
<< .. Il controllo sul
sentimento ( .. ) porta non solo al blocco dell’espressione dell’emotività ma
anche all’alienazione dall’esperienza emotiva .. >>, e al blocco
affettivo.
L’autore parla inoltre di : << .. Orientamento antiistintivo. ..
>>. La ricerca della perfezione infatti implica una : << .. Griglia
cognitiva, uno squilibrio fra lealtà al dovere e dedizione al piacere, fra
pesantezza e leggerezza, lavoro e gioco, ponderatezza matura e spontaneità
infantile. .. >>.
Ciò, se da un lato lo fa risultare : << .. Noioso ..
>>, va : << .. Di pari passo
con un assetto rigido, con un senso di goffaggine, una certa mancanza di
spontaneità .. >>.
Altrove Naranjo
afferma che l’attenzione alla correttezza del nostro Perfezionista, che lo fa
soppesare ogni singola parola e gesto, lo rende pedante.
Del resto, prosegue l’autore, vi sarebbe uno stretto rapporto tra rabbia
e pedanteria in quanto quest’ultima è sempre accompagnata da un senso di
superiorità ( che in questo caso deriva dall’essere una persona degna di rispetto
), volto a intimorire i presenti facilitando così la presa del controllo della
situazione :
<< .. Il tipo Uno può far sentire a disagio con la sua sola
presenza. Quando ci troviamo accanto a un pedante ci sentiamo spesso sbagliati,
come se ci facesse difetto qualcosa. Non si tratta solo di correttezza ma
della giusta virtù morale.
La rabbia benevolente, mascherata da buone intenzioni, esibisce una
bontà deliberata ( ovvero non spontanea ), come nei maestri di scuola (
descritti da Dickens nei suoi racconti ) che pretendono di giustificare la
severità appellandosi al bene degli scolari. .. >>.
Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia,
Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
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