Charlie lo guardava con gli occhi
socchiusi, come sulla spiaggia. La linea della sua schiena ferita. La prima
lieve brina dell'età sui lati della nera chioma.
Da : " LA TAMBURINA " di JOHN
LE CARRE’
… …
a
) Vita, morte e miracoli del capello
Dice il Morris :
<< .. Ciascun capello cresce da una piccola sacca cutanea detta follicolo che ha alla sua base una papilla. Ricca di vasi sanguigni, essa
fornisce le materie prime che vengono convertite nelle cellule del pelo. Queste
si formano di continuo sulla superficie della papilla, le nuove spingendo verso
l’alto le vecchie e facendo cosi crescere il capello in lunghezza. Infine la
radice del pelo ( la parte sotto la superficie della pelle ) diventa cosi lunga
che dal follicolo comincia a emergere la punta del pelo. Man mano che cresce,
il pelo si indurisce. La sua sezione visibile, lo stelo, aumenta in lunghezza
di circa un terzo di millimetro al giorno. .. >>.
La crescita media annua dei capelli è di circa 13 centimetri ma
ciò non vuol dire ch’essa non conosca accelerazioni o rallentamenti. Si
allungano infatti più lentamente da vecchi, durante le malattie, in gravidanza
e nella stagione fredda. E’ invece più rapida nella convalescenza, forse per
compensare il periodo di rallentamento causato dal malanno, in giovane età e
con il caldo.
Quando un capello cade la papilla alla base del follicolo
comincia a produrne uno nuovo. Dopo circa 6 anni essa smette l’attività e per
circa 3 mesi diventa dormiente. In questo lasso di tempo il capello da essa
formato cade e allo scadere del trimestre, giorno più giorno meno, il processo
ricomincia daccapo. Ciò significa che normalmente il 90% dei capelli cresce
mentre il restante 10%, disseminato in mezzo agli altri, rimane inattivo per 3
mesi prima di cadere.
Ne consegue
che in testa mediamente, abbiamo 100.000 capelli e ne perdiamo circa 100 al
giorno. Data la nostra attuale longevità
poi, si ipotizza che ogni papilla dia
vita a 12 capelli. Se non li tagliassimo mai raggiungerebbero i 110
centimetri di lunghezza e, a differenza degli altri mammiferi, non siamo
interessati da alcuna muta.
In alcuni
casi, molto rari per altro, i capelli femminili
continuano a crescere invece di cadere al sesto anno. Lo testimonierebbero
signore aventi una capigliatura talmente lunga da calpestarla e situazioni
eccezionali di donne aventi chiome lunghe dai 4 ai 5 metri : un vero delirio.
Accanto alla
radice del pelo, all’interno del follicolo, vi sono le ghiandole sebacee che secernono
il sebo. Questa è una secrezione oleosa che lubrifica i capelli e li
mantiene in salute. Se iperattive le ghiandole producono troppo sebo, cosa che
rende i capelli unti. Se ipoattive diventano secchi. Lavarli frequentemente
comporta l’eliminazione di questo prodotto e la relativa perdita della sua
protezione. Non che, comunque, ci si guadagni molto a non tenerli puliti.
Raro, anche se
la cosa non è priva di conseguenze negative per chi la vive, è l’ipertricotiscmo, ovvero l’aver la faccia
completamente ricoperta di capelli. E’ ovvio che la vita sociale nonché l’autostima di chi ne è affetto
diventi alquanto negativa ma, mentre in passato a costoro non restava che
mostrarsi al pubblico per soldi ai circhi
o alle fiere, oggi possono cercare di apparire un po’ più normali e
quindi accettabili dalla comunità seguendo programmi depilatori molto severi e
continui.
Si ritiene che
ciascun capello abbia una resistenza alla trazione di 160 grammi e possa
allungarsi del 20 – 30% prima di strapparsi. Non è un caso che vi siano stati
acrobati che eseguissero esercizi stando appesi per quelli.
Una persona bionda ha, in media, 140.000
capelli perché più fini; una castana 108.000; una rossa 90.000. Le donne bionde, che tra l’altro hanno
i peli pubici egualmente chiari, hanno maggiori livelli di estrogeni, sono
considerate più fertili e danno la sensazione di un maggior senso di giovinezza
visto che i peli dei piccoli tendono a scurirsi dopo la nascita.
b
) Capelli e razze umane
E’ probabile che man
mano che l’Homo Sapiens migrò in nuove parti del mondo e quindi era costretto
ad adattarsi ai diversi climi, acquisì particolari peculiarità fisiche, tra le
quali uno specifico colore dei capelli e della pelle ( visto che entrambi hanno
lo stesso sistema di pigmentazione ). La cosa del resto, data la successiva
tendenza a stanziarsi e ad accoppiarsi fra membri dello stesso gruppo, diede
vita alle razze umane, ovvero ceppi più o meno estesi d’individui con fattezze
e caratteristiche differenti gli uni dagli altri. Desmond Morris,
che parte dal presupposto che l’origine delle diverse etnie sia dovuta alle
evidenti modificazioni subite dal corpo per adattarsi ai nuovi e a volte
estremi ambienti che via via gl’individui andavano colonizzando, ritiene falsa
l’opinione che ve ne siano di superiori e inferiori.
Che simili
pregiudizi del resto siano strampalati lo dimostra il fatto che i paesi del
terzo e quarto mondo, allorquando intoppino in condizioni favorevoli, riescono
a ottenere risultati socio economici brillanti.
L’opinione avversa
deriva dal fatto che gli europoidi raggiunsero per primi, grazie alla
concomitanza di fattori favorevolissimi, livelli demografici, produttivi e
bellici di prim’ordine, tanto che finirono per assoggettare gran parte delle
altre popolazioni. Da ciò ne derivò l’acquisizione di un senso di supremazia
razziale che ancora oggi, nonostante il decadimento dell’Occidente, fa fatica a
venire spento.
Il fatto è che,
nonostante la scienza non abbia più dubbi sul livello d’intelligenza degli altri
gruppi umani, le differenze a volte estreme di costumi, tradizioni e credenze e
questo nonostante che le migrazioni spingano alla loro amalgamazione, non
favoriscono, nè una pacifica convivenza, né un giudizio positivo su chi sia “
diverso da noi “.
Per fortuna tuttavia
non sono le differenze dei capelli a incidere sulla consistenza dell’antipatia
per gli stranieri, tanto più poi che la moda abbisogna di esempi sempre nuovi
di tagli di abiti, accessori e acconciature e quindi spesso propone e pubblicizza
stili che attingono a piene mani dai contenuti etnici. Si tratta di
un’operazione di marketing estremamente efficace : basta associare agli
appartenenti di comunità lontane uno spirito che possa risultare in un certo
qual modo romantico e in questo modo le loro caratteristiche fisiche e
abitudinarie acquisiranno una valenza estetica gradevole per un certo tipo di
pubblico. E questo indipendentemente dal fatto che in realtà quelle costumanze
siano parte integrante di gruppi sociali brutali o comunque con connotati
negativi.
c
) Capelli, clima e loro colore
Tornando a temi più classici le cellule dei popoli abitanti in paesi
tropicali hanno molti granuli di melanina allungati e ciò li fa apparire
neri. Nei climi temperati, dove
l’irraggiamento solare è più limitato e la melanina è meno necessaria, le
capigliature tendono al castano mentre nei
climi freddi dove il sole si vede poco e quindi v’è ancor meno bisogno di
melanina, il colore dei capelli che va per la maggiore è il biondo. Gli albini, tanto per non farci mancare
niente, non hanno melanina e quindi i peli del loro cuoio capelluto sono
addirittura bianchi.
Molte persone hanno i granuli di melanina di forma sferica invece
che allungata e ciò dà ai loro capelli un colore rosso. Questo capello ha
la massima diffusione nella Scozia meridionale senza che però i loro
proprietari ne traggano grandi benefici.
Chi manca
completamente dei granuli di melanina allungati e li ha solo sferici avrà capelli biondo dorati. Se quelli saranno modesti rispetto agli sferici
avranno un colore bruno rossastro, se in
numero notevole rispetto agli sferici appariranno neri ma con sfumature
rossastre.
I capelli grigi in sé non significano nulla non essendo
altro che un misto di capelli vecchi, che mantengono il loro colore e quelli
nuovi, bianchi, che sono disseminati con gli altri. Allorché la quantità di
questi ultimi aumenti, segno che i vecchi cadono più rapidamente, il nostro
capo sembra tingersi di grigio. Quando
poi la sproporzione è tale da lasciar predominare solo i nuovi la nostra
capigliatura diviene sempre più bianca e segnala che siamo vecchi.
d)
Capelli, clima e loro forma
Che la quantità di melanina dei capelli
così come quella della pelle incidano sulla nostra capacità di adattarsi al
calore, cosa che come si è visto non parrebbe convalidata dai possessori delle
chiome rosse, è ancor più messa in discussione dalle forme dei capelli.
Se è vero infatti che i capelli a spirale, ovvero quelli crespi
( eliotrici ), dei negroidi
intrappolano nel loro interno dell’aria che funziona da isolante nei confronti
del diretto irraggiamento solare, è altrettanto vero che i capelli ondulati ( cimotrici ) degli europoidi e quelli lisci (
lissotrici ) della razza mongoloide potrebbero fare altrettanto nei
confronti del freddo se fossero crespi come quelli dei negroidi, cosa che
purtroppo non avviene.
Secondo
Desmond Morris l’ipotesi più probabile
che da ciò può trarsi è che i capelli lisci e lunghi delle popolazioni
mongoliche, potendo scaldare il collo e le spalle di una persona, siano tipici
delle zone fredde mentre i capelli ondulati o ricci degli europei, più adatti a
climi miti, erano un compromesso fra questi e quelli crespi dei negroidi, che
per altro, non pendendo sul collo e le spalle, evitavano che queste parti del
corpo sudassero.
La differenza
però le fecero le grandi migrazioni degli europei e dei popoli mongolici che li
spinsero ad adattarsi discretamente bene in habitat del tutto diversi da quello
loro originario e in tempi così brevi ( alcuni secoli ), da non consentire
mutamenti genetici ( questi infatti abbisognano di tempi lunghissimi prima di
potersi ingenerare ). Da ciò ne conseguirebbe che le varie forme di capelli costituirebbero, assieme agli altri tratti
caratteristici quali la densità delle ghiandole sudoripare, la maggior presenza
di grasso nelle popolazioni mongoliche tipiche dei climi freddi, ecc., evidenti
indicatori dell’etnia di appartenenza. Segnali invitanti evidentemente, i
membri che li riconoscono come comuni a sentirsi più facilmente parte di un certo
gruppo e d’altro canto a essere accettati da questo, pur essendone
estranei.
e
) Riferimenti bibliografici
Tonino
Lasconi, Il misterioso linguaggio del
corpo, Leumann ( Torino ) terza ristampa 1994, Editrice ELLEDICI
Desmond
Morris, Il nostro corpo, Milano 1°
edizione 1982, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond Morris, L’animale donna, Milano
1° Edizione Oscar Saggi 2005, Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A
Allan & Barbara Pease, Perché gli uomini lasciano sempre alzata
l’asse del water e le donne occupano il bagno per ore?, Milano 3° edizione
BUR 2010,
Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1° edizione
1982, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond Morris, Il nostro corpo, Milano 1° edizione
1982, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
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