Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

sabato 4 giugno 2016

Il Tipo 3 dell'Enneagramma, detto anche Imprenditore . sesto paragrafo

Controlla l’emotività negando i propri sentimenti a vantaggio della propria vanità


A differenza dei caratteri che si sentono circondati dai pericoli e quindi tendono a evitarli facendo dei piani, oppure sfoderano un’aggressività “ difensiva “, o si arrendono agli avvenimenti; e diversamente delle personalità muscolari che tendono all’impulsività o dai viscerali votati alla paciosità; il nostro Imprenditore  è un emotivo, così come il Donatore e il Romantico-Tragico, tipo quest’ultimo, che analizzeremo nel prossimo capitolo.
L’emotivo è colui che si sente bene nel momento in cui ha un buon rapporto con gli altri e la definizione non potrebbe essere più calzante nel caso del nostro Imprenditore che vuole diventare addirittura il personaggio maggiormente ambito della sua cerchia. Solo che a differenza del Donatore che cerca di ottenere l’amore del prossimo aiutandolo, l’Imprenditore, rivestendo panni che in realtà non gli sono naturali, deve controllare la propria emotività per calarsi il più efficacemente nella parte che ha deciso di fare propria.
Non è un caso che  Naranjo[1] scriva : << .. Il più patologico Tre è il meno emotivo di questi tre tipi, perché le considerazioni pratiche e razionali hanno la meglio sulla vita emotiva. Solo nel caso di personalità più sane e sviluppate, i Tre permettono al loro lato emotivo di manifestarsi .. >>, e questo : << .. Perché non hanno più bisogno di tenersi costantemente sotto controllo .. >>. Giungono così : << .. A trascendere la menzogna emotiva contenuta nell'affermazione implicita di essere quella persona sorridente e sicura di sé. .. >>.
Il cercare di dominare i propri impulsi naturali per cercare di essere la persona esemplare che tutti vorrebbero essere implica il non sentire veramente i sentimenti che dice di avere. Cosa che in momenti di crisi, familiare o lavorativa, può emergere nettamente alla coscienza e farlo sentire un mentitore, sia verso se stesso che di fronte agli altri. E tutto per nascondere un vuoto interiore che non sa riempire altrimenti che fingendo di essere quel “ qualcuno “ o quel “ qualcosa “ che gli possa far ottenere un poco d’amore e d’attenzione.
Quanto appena detto tuttavia non inficia le scelte di fondo dell’Imprenditore. Per costui in fondo non si tratta altro che del prezzo da pagare nel caso che la sua strategia fallisca  e non è un caso  ch’egli cerchi di scongiurare l’avvenimento con tutti i mezzi. Questo in quanto c che conta per il nostro Tipo, spiega Naranjo[2], è il riuscire a incarnare il ruolo vincente per compensare l’ingiusta mancanza di attenzioni di cui ha sofferto. Angheria a suo avviso tanto più grave in quanto convinto d’avere atleticità, bellezza e intelligenza tali da essere naturalmente predisposto a poter ambire a grandi onori nella vita.
Da qui l’esaltazione di sé ottenuta incarnando un ruolo prestigioso e costruendosi una carriera vincente ( e dunque avvantaggiandosi, senza esclusione di colpi, sui concorrenti meno cinici, oppure meno aggressivi  o in difficoltà ), curando e ostentando l’aspetto esteriore e, dice la Palmer[3], gli : << .. Status symbol che sono la prova tangibile del successo. .. >>.
Per Naranjo[4] si tratta dunque di una personalità vanitosa, cosa che implica: << .. Perfezionismo per ciò che attiene alla forma, spirito d’imitazione e atteggiamento camaleontico ( in virtù del quale, ad esempio, nell’ambito della controcultura, la vanità può manifestarsi nel coltivare un’immagine di sé  in cui colpisce il disinteresse per l’aspetto esteriore ). .. >>.
Visto che, spiega la Palmer[5], la loro : << .. Vanità scaturisce dal fare e nell’apprendere e non dal senso illusorio di un valore personale innato .. >>, se : << .. Non riescono a raggiungere una buona condizione sociale e il rispetto degli altri cadono in frustrazione. .. >>.
Naranjo infine ci ricorda che : << .. La grande capacità di conseguire gli scopi propri della vanità tiene viva la vanità stessa .. >>, e quindi è probabile che : << .. Una bella donna adotti la strategia della vivacità e del brio ( e commetta il corrispondente errore esistenziale di scambiare il fascino di cui è dotata per il proprio vero sé ). .. >>.





[1] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[2] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[3] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[5] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio

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