Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

giovedì 9 maggio 2019

Forze d'intervento rapido



Ragioni d’economia all’interno di un netto peggioramento del quadro geopolitico costringono le grandi potenze occidentali e il “ Pentagono “ a rendere più incisivo un eventuale intervento militare.
Mi rifaccio qui a quanto affermato in un Libro di Carlo Jean e Giulio Tremonti intitolato Guerre stellari edito a Milano nel 2000 dalle Edizioni Franco Angeli. Vero è che il quadro presentato nel testo è vecchiotto e che quindi sicuramente saranno state adottate nuove e diverse tattiche ma è altrettanto certo che la linea di base dovrebbe ancora valere.
Punto di forza dell’esercito USA infatti è tuttora la supremazia nelle : << .. Tecnologie d’informazioni e dell'integrazione sistemica .. >>, collegate a : << .. Sistemi d'arma di grande gittata e precisione .. >>, fatto che rende possibile affondi “ chirurgici “ agli obiettivi militari e industriali del nemico diminuendo l’impiego massiccio di uomini e mezzi che conquistino le regioni ostili. Utilizzo che per altro necessita del relativo trasporto in zona operativa con dispendio di tempo, navi e aerei nonché con il pericolo che gli stessi vengano intercettati e colpiti, oppure attirino su di sé l’astio delle popolazioni locali.
Gli USA e questo per lo meno sino al mandato presidenziale di Trump, in caso di conflitto avrebbero cercato, in primis, di coinvolgere i governi europei trasformando così la NATO in una specie di alleanza militare a valenza globale nonché di legittimare il proprio intervento militare : << .. Senza espliciti mandati del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Quest'ultimo, quindi, vedrebbe ridimensionato il pro­prio ruolo di tutore dell'ordine e della pace internazionale, che d'altronde è sempre stato più teorico che reale .. >>.
Da un punto di vista più strettamente operativo la capillare rete informativa e integrata, oltre a consentire di colpire obiettivi strategici senza bisogno di costosissime campagne militari terrestri, permetterebbe pure l’impiego di gruppi di forze speciali più piccole che penetrino in profondità nel territorio nemico e utilizzino una grande potenza di fuoco. Il concentrarsi quasi esclusivamente a colpire i centri nevralgici del nemico poi, ridurrebbe pure i danni “ collaterali “, inflitti al territorio e alla popolazione avversaria.
L’obiettivo del “ Pentagono “ dunque, quale che sia la tattica adottata, volge a risolvere rapida­mente un conflitto : << .. Regionale maggiore .. >>, contrattaccando con la potenza necessaria ad annientare il nemico. Ciò ovviamente non può escludere la riconquista di territori perduti per mezzo di operazioni : << .. Aero-terrestri di ampie di­mensioni, con elevati costi, perdite e tempi di esecuzione .. >>, ma la potenza e la precisione delle armi a lunga gittata USA può consentire ottimi risultati con una diminuzione degli effettivi dell’esercito a 500.000 uomini dal milione e mezzo che erano a fine ‘900.
L’obiettivo agognato dallo Stato Maggiore americano è lo spostamento di questa forza d’intervento rapida in pochi giorni in qualsiasi parte del mondo per mezzo di : << .. Aerotrasporti strategici .. >>.
L’attacco delle forze USA poi sarebbe preceduto dalla distruzione e dalla paralisi dei sistemi di comando e controllo del nemico anche per mezzo d’intrusione informatica ( strategia ormai pienamente maturata  negli ultimi conflitti che hanno visto gli americani protagonisti ).
All’epoca della stampa del libro sopra citato, da cui traggo queste informazioni, si stava valutando la possibilità d’integrare la paralisi elettronica delle comunicazioni nemiche con bombardamenti effettuati dalla cosiddetta  : << .. Artiglieria globale .. >>. Non so se a tutt’oggi si sia realizzato il progetto descritto ma mi pare interessante riportarlo. Questa artiglieria sarebbe : << .. Schierata nel territorio degli Stati Uniti ( 6 super-cannoni sulla costa del Pacifico e 6 su quella dell'Atlan­tico). .. >>, e : << .. Capace di colpire in 30-40 minuti qualsiasi punto del globo, con proiettili da 1000 libbre dotati di sub-munizioni intelligenti auto-guidate, cioè capaci di ricercare e colpire autonomamente gli obiettivi per i quali tali sub-munizioni sono state programmate. Tali proiettili verrebbero spa­rati da ciascun cannone con una celerità di 2-6 colpi l’ora. Nel comples­so, l'artiglieria strategica globale avrebbe la capacità di lanciare ogni gior­no 480 tonnellate di munizioni letali e non letali (effetti suono, luce o im­pulso elettromagnetico) per colpire le infrastrutture e le sedi di governo e amministrative, oltre che le forze d'invasione.
Il grande vantaggio dei cannoni rispetto ai missili balistici, che potreb­bero tecnicamente raggiungere risultati analoghi, è il loro costo ridotto: 1.000 dollari per libbra, contro gli almeno 10.000 dollari dei missili. Un altro vantaggio dei «supercannoni», del tipo di quello «Babilonia» proget­tato per Saddam Hussein dal famoso tecnico canadese Gerard Bull, consi­sterebbe nella possibilità di azioni di fuoco prolungate e di riprogramma­zione rapida degli obiettivi da colpire.
Altri obiettivi dei primi attacchi sarebbero i posti comando, i centri logi­stici, i siti delle armi di distruzione di massa e le concentrazione di mezzi corazzati. I cannoni «globali» sarebbero lanciatori elettromagnetici o ad idrogeno gassoso, e avrebbero la capacità di sparare proiettili con velocità iniziali di 9 km al secondo (rispetto agli 0,8-1,5 km al secondo delle attuali artiglierie pesanti, a propulsione chimica tradizionale).
L'artiglieria globale verrebbe integrata da laser a raggj X attivati con piccole esplosioni nucleari sotterranee negli Stati Uniti e riflessi da una se­rie di specchi spaziali sul teatro d'intervento. Anche tali laser saranno ca­paci di distruggere obiettivi puntuali, «duri» e mobili come i carri armati, in qualsiasi parte del globo. .. >>.
.. E il bello è che tutto ciò non può più venir bollato come fantascienza e in quanto tale relegato nel subconscio quale  ordito fantastico .. Si tratta piuttosto di progetti realizzabili e in una certa qual misura già attuati se non addirittura sospesi perché obsoleti .. E se a noi appaiono fuori dall’ordinario è  perché si è dei piccoli provinciali .. Saperlo però può aiutarci a capire come vanno le cose fuori dal nostro “ giardino “ e renderci più consapevoli ..


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