Ragioni d’economia all’interno di un
netto peggioramento del quadro geopolitico costringono le grandi potenze
occidentali e il “ Pentagono “ a rendere più incisivo un eventuale intervento
militare.
Mi rifaccio qui a quanto affermato in un
Libro di Carlo
Jean e Giulio Tremonti intitolato Guerre
stellari edito a Milano nel 2000 dalle Edizioni Franco Angeli. Vero è che
il quadro presentato nel testo è vecchiotto e che quindi sicuramente saranno
state adottate nuove e diverse tattiche ma è altrettanto certo che la linea di
base dovrebbe ancora valere.
Punto di forza dell’esercito USA infatti
è tuttora la supremazia nelle : << .. Tecnologie d’informazioni e dell'integrazione sistemica .. >>, collegate
a : << .. Sistemi d'arma di grande gittata e precisione .. >>,
fatto che rende possibile affondi “ chirurgici “ agli obiettivi militari e
industriali del nemico diminuendo l’impiego massiccio di uomini e mezzi che
conquistino le regioni ostili. Utilizzo che per altro necessita del relativo
trasporto in zona operativa con dispendio di tempo, navi e aerei nonché con il
pericolo che gli stessi vengano intercettati e colpiti, oppure attirino su di
sé l’astio delle popolazioni locali.
Gli USA e questo per lo meno sino al
mandato presidenziale di Trump, in caso di conflitto avrebbero cercato, in
primis, di coinvolgere i governi europei trasformando così la NATO in una
specie di alleanza militare a valenza globale nonché di legittimare il
proprio intervento militare : << .. Senza espliciti mandati del
Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Quest'ultimo, quindi, vedrebbe ridimensionato
il proprio ruolo di tutore dell'ordine e della pace internazionale, che
d'altronde è sempre stato più teorico che reale .. >>.
Da un punto di vista più strettamente
operativo la capillare rete informativa e integrata, oltre a consentire di
colpire obiettivi strategici senza bisogno di costosissime campagne militari
terrestri, permetterebbe pure l’impiego di gruppi di forze speciali più piccole
che penetrino in profondità nel territorio nemico e utilizzino una grande
potenza di fuoco. Il concentrarsi quasi esclusivamente a colpire i centri
nevralgici del nemico poi, ridurrebbe pure i danni “
collaterali “, inflitti al territorio e alla popolazione avversaria.
L’obiettivo del
“ Pentagono “ dunque, quale che sia la tattica adottata, volge a risolvere rapidamente
un conflitto : << .. Regionale maggiore .. >>, contrattaccando con
la potenza necessaria ad annientare il nemico. Ciò ovviamente non può escludere
la riconquista di territori perduti per mezzo di operazioni : << .. Aero-terrestri
di ampie dimensioni, con elevati costi, perdite e tempi di esecuzione ..
>>, ma la potenza e la precisione delle armi a lunga gittata USA può
consentire ottimi risultati con una diminuzione degli effettivi dell’esercito a
500.000 uomini dal milione e mezzo che erano a fine ‘900.
L’obiettivo
agognato dallo Stato Maggiore americano è lo spostamento di questa forza
d’intervento rapida in pochi giorni in qualsiasi parte del mondo per mezzo di :
<< .. Aerotrasporti strategici .. >>.
L’attacco delle
forze USA poi sarebbe preceduto dalla distruzione e dalla paralisi dei sistemi
di comando e controllo del nemico anche per mezzo d’intrusione informatica (
strategia ormai pienamente maturata
negli ultimi conflitti che hanno visto gli americani protagonisti ).
All’epoca della
stampa del libro sopra citato, da cui traggo queste informazioni, si stava
valutando la possibilità d’integrare la paralisi elettronica delle
comunicazioni nemiche con bombardamenti effettuati dalla cosiddetta : << .. Artiglieria globale ..
>>. Non so se a tutt’oggi si sia realizzato il progetto descritto ma mi
pare interessante riportarlo. Questa artiglieria sarebbe : << .. Schierata
nel territorio degli Stati Uniti ( 6 super-cannoni sulla costa del Pacifico e 6
su quella dell'Atlantico). .. >>, e : << .. Capace di colpire in
30-40 minuti qualsiasi punto del globo, con proiettili da 1000 libbre dotati di
sub-munizioni intelligenti auto-guidate, cioè capaci di ricercare e colpire
autonomamente gli obiettivi per i quali tali sub-munizioni sono state
programmate. Tali proiettili verrebbero sparati da ciascun cannone con una
celerità di 2-6 colpi l’ora. Nel complesso, l'artiglieria strategica globale
avrebbe la capacità di lanciare ogni giorno 480 tonnellate di munizioni letali
e non letali (effetti suono, luce o impulso elettromagnetico) per colpire le
infrastrutture e le sedi di governo e amministrative, oltre che le forze
d'invasione.
Il grande
vantaggio dei cannoni rispetto ai missili balistici, che potrebbero
tecnicamente raggiungere risultati analoghi, è il loro costo ridotto: 1.000 dollari per libbra, contro gli almeno 10.000 dollari dei missili.
Un altro vantaggio dei «supercannoni», del tipo di quello «Babilonia» progettato
per Saddam Hussein dal famoso tecnico canadese Gerard Bull, consisterebbe
nella possibilità di azioni di fuoco prolungate e di riprogrammazione rapida
degli obiettivi da colpire.
Altri obiettivi
dei primi attacchi sarebbero i posti comando, i centri logistici, i siti delle
armi di distruzione di massa e le concentrazione di mezzi corazzati. I cannoni
«globali» sarebbero lanciatori elettromagnetici o ad idrogeno gassoso, e
avrebbero la capacità di sparare proiettili con velocità iniziali di 9 km al
secondo (rispetto agli 0,8-1,5 km al secondo delle attuali artiglierie pesanti,
a propulsione chimica tradizionale).
L'artiglieria
globale verrebbe integrata da laser a raggj X attivati con piccole esplosioni
nucleari sotterranee negli Stati Uniti e riflessi da una serie di specchi spaziali
sul teatro d'intervento. Anche tali laser saranno capaci di distruggere obiettivi
puntuali, «duri» e mobili come i carri armati, in qualsiasi parte del globo. ..
>>.
.. E il bello è
che tutto ciò non può più venir bollato come fantascienza e in quanto tale
relegato nel subconscio quale ordito
fantastico .. Si tratta piuttosto di progetti realizzabili e in una certa qual
misura già attuati se non addirittura sospesi perché obsoleti .. E se a noi
appaiono fuori dall’ordinario è perché
si è dei piccoli provinciali .. Saperlo però può aiutarci a capire come vanno
le cose fuori dal nostro “ giardino “ e renderci più consapevoli ..
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