Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

sabato 12 marzo 2016

Il Tipo 3 dell'Enneagramma, detto anche Imprenditore : primo paragrafo

Le origini


Secondo i vari autori il futuro imprenditore viene abituato a ricevere riconoscimenti e attenzioni in base ai risultati ottenuti, cosa che per altro gl'insegna che se vuole essere accettato e amato deve avere successo.
Convintosi dunque di dover catalizzare l’attenzione del prossimo sul proprio valore cerca di riuscirvi, vuoi millantandosi, vuoi assumendo le pose e facendo proprio il punto di vista delle persone più in vista del suo gruppo.
Determinante per la formazione della personalità dell'uomo di successo, pare sia l'eccessivo decantare, da parte della figura materna, le abilità e i risultati del figlio, nonché lo spingerlo a dimostrarsi degno di tali apprezzamenti e quindi a nascondere gl'insuccessi che possano incrinarne il prestigio.
Naranjo[1] al riguardo sottolinea che la fissazione del Tipo a volersi mostrare vincente a tutti i costi deriverebbe dal timore di essere ripreso o addirittura rifiutato se avesse deluso i suoi non ottenendo i risultati che quelli si aspettavano.
L’autore parla addirittura della paura d’essere ignorato e di una educazione dove lo stimolo a “ emergere “ lo lega a filo doppio a una dinamica di gruppo, si tratti della famiglia o della comunità dove vive.
L’insegnamento ricevuto dunque non lo stimola a pensare e ad agire in autonomia ma facendo sempre attenzione all’opinione altrui.
L’essere spinto ad eccellere poi lo porta a un grande autocontrollo, necessario sia per evitare di dire o fare cose controproducenti, sia quale conseguenza della disciplina che deve imporsi chi come lui voglia conquistare l’ammirazione del prossimo.
Naranjo del resto, e a differenza degli altri autori, afferma che a rendere il nostro futuro Imprenditore sicuro e iperattivo contribuisce pesantemente la figura materna che spesso è una persona 4 : << .. Lamentosa e problematica. .. >>. La pessima autostima di questa infatti e l’eccessiva dipendenza di lei dal sostegno esterno costituirebbe per il futuro 3 un modello negativo che per di più lo costringe a prendersene cura.
Da ciò ne deriverebbero due conseguenze : in primo luogo quanto appena detto fa nascere al celebre psichiatra il sospetto che la propensione all’efficienza del nostro soggetto possa in qualche modo derivare anche : << ..  Dal bisogno di prendersi cura di sé. .. >>. In secondo luogo l’abitudine a fare e a piacere per ricevere gratificazione fa si che alla lunga confonda l’amore con l’ammirazione e il fascino suscitati dal suo aver successo e dall’essere attraente.
Secondo Rognoni[2] fin da piccolo il nostro uomo è competitivo, si dedica allo sport e quando non riesce a primeggiare  meritoriamente non si fa scrupolo di “ barare “, sia facendosi vedere bene occhi di chi conta, sia “ sminuendo “ gli avversari.
Sembra poi che gli piaccia cercare di dimostrare più anni di quanti ne ha e che, quando diviene adolescente, acquisti quella scaltrezza e capacità di calcolo che determinerà la qualità utilitaristica dei rapporti che costruirà
Non sorprenderà sapere dunque  che si sposerà con un tipo : << .. “ Non troppo impegnativo “, che lo lasci libero di perseguire i suoi scopi. .. >>, consentendogli per di più di dare : << .. Un’immagine positiva di sé al mondo .. >>, e di avere un valido appoggio per la sua scalata sociale.
Tutto ciò fa si che si abbia a che fare con un tipo la cui affabilità cela in realtà una personalità snob, egoista e niente affatto tenera. Uno di quei personaggi che spesso i moralisti denominano spregiativamente “ arrampicatore sociale “.






[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] Andrea Rognoni, L’Enneagramma,  Milano, 1997,  De Vecchi

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