Secondo i vari autori il futuro
imprenditore viene abituato a ricevere riconoscimenti e attenzioni in base ai
risultati ottenuti, cosa che per altro gl'insegna che se vuole essere accettato
e amato deve avere successo.
Convintosi dunque di dover catalizzare
l’attenzione del prossimo sul proprio valore cerca di riuscirvi, vuoi millantandosi,
vuoi assumendo le pose e facendo proprio il punto di vista delle persone più in
vista del suo gruppo.
Determinante per la formazione della personalità
dell'uomo di successo, pare sia l'eccessivo decantare, da parte della figura
materna, le abilità e i risultati del figlio, nonché lo spingerlo a dimostrarsi
degno di tali apprezzamenti e quindi a nascondere gl'insuccessi che possano incrinarne
il prestigio.
Naranjo al riguardo sottolinea
che la fissazione del Tipo a volersi mostrare vincente a tutti i costi deriverebbe
dal timore di essere ripreso o addirittura rifiutato se avesse deluso i suoi
non ottenendo i risultati che quelli si aspettavano.
L’autore parla addirittura della paura
d’essere ignorato e di una educazione dove lo stimolo a “ emergere “ lo lega a
filo doppio a una dinamica di gruppo, si tratti della famiglia o della comunità
dove vive.
L’insegnamento ricevuto dunque non lo
stimola a pensare e ad agire in autonomia ma facendo sempre attenzione all’opinione
altrui.
L’essere spinto ad eccellere poi lo porta
a un grande autocontrollo, necessario sia per evitare di dire o fare cose
controproducenti, sia quale conseguenza della disciplina che deve imporsi chi
come lui voglia conquistare l’ammirazione del prossimo.
Naranjo del resto, e a differenza degli
altri autori, afferma che a rendere il nostro futuro Imprenditore sicuro e
iperattivo contribuisce pesantemente la figura materna che spesso è una persona
4 : << .. Lamentosa e problematica. .. >>. La pessima autostima di
questa infatti e l’eccessiva dipendenza di lei dal sostegno esterno
costituirebbe per il futuro 3 un modello negativo che per di più lo costringe a
prendersene cura.
Da ciò ne deriverebbero due conseguenze :
in primo luogo quanto appena detto fa nascere al celebre psichiatra il sospetto
che la propensione all’efficienza del nostro soggetto possa in qualche modo
derivare anche : << .. Dal bisogno di prendersi cura di sé.
.. >>. In secondo luogo l’abitudine a fare e a piacere per ricevere gratificazione
fa si che alla lunga confonda l’amore con l’ammirazione e il fascino suscitati
dal suo aver successo e dall’essere attraente.
Secondo Rognoni fin da piccolo il
nostro uomo è competitivo, si dedica allo sport e quando non riesce a
primeggiare meritoriamente non si fa
scrupolo di “ barare “, sia facendosi vedere bene occhi di chi conta, sia “ sminuendo
“ gli avversari.
Sembra poi che gli piaccia cercare di
dimostrare più anni di quanti ne ha e che, quando diviene adolescente, acquisti
quella scaltrezza e capacità di calcolo che determinerà la qualità
utilitaristica dei rapporti che costruirà
Non sorprenderà sapere dunque che si sposerà con un tipo : << .. “
Non troppo impegnativo “, che lo lasci libero di perseguire i suoi scopi. ..
>>, consentendogli per di più di dare : << .. Un’immagine positiva
di sé al mondo .. >>, e di avere un valido appoggio per la sua scalata
sociale.
Tutto ciò fa si che si abbia a che fare
con un tipo la cui affabilità cela in realtà una personalità snob, egoista e
niente affatto tenera. Uno di quei personaggi che spesso i moralisti denominano
spregiativamente “ arrampicatore sociale “.
Claudio
Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
Andrea
Rognoni, L’Enneagramma, Milano, 1997, De Vecchi
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