a
) Generalità
E’ il dito usato
per indicare una direzione, ripartire i compiti, ammonire e sottolineare.
Questo, sia perché e il più lungo della mano e in quanto tale emerge dagli
altri soprattutto se sono richiusi su se stessi, sia in quanto i movimenti più
autonomi gli consentono di rimanere teso senza affaticare più di tanto il suo
proprietario.
Ciò fa si che i movimenti del dito accompagnino l’uomo
con precisione ed energia mentre
organizza l’attività, dà indicazioni e sottolinea con enfasi ciò che va dicendo.
Così facendo del resto attrae l’attenzione di chi ascolta sull’importanza del
punto.
Data la funzione di questo arto dunque, si reputa che chi lo usa abitudinariamente
sia un soggetto autorevole o comunque saccente. Puntare il dito contro
terzi quindi è anche un fatto irritante in quanto è facilmente usato nei
confronti di chi ha commesso un errore oppure a chi si dà ordini. La cosa ha un
senso un poco più neutro ed è fonte di minori tensioni se lo si punta con una
penna biro, la pipa o gli occhiali fra pollice e indice piegato. A volte chi
parla fa dei buchi con l’indice, oppure può avvicinare la punta dell’indice al
pollice dominante e poi con questo ‘becco appuntito’ dare ‘beccate’ su di noi o
su un oggetto
b
) Segnali di minaccia
Agitare l’indice è considerato un gesto aggressivo a
vuoto in quanto, effettuato durante una discussione accalorata, simbolizza un
bastone, una lama o comunque un’arma con la quale si vorrebbe percuotere
l’altro. È un gesto che piace molto
agli insegnanti, ai politici e agli oratori molto autoritari.
Molto diffuso in tutto il mondo è pure il
puntare l’indice verso l’interlocutore. Si tratta di un gesto egualmente aggressivo
con l'indice che agisce come se fosse un bastone alzato e pronto a colpire.
Data la sua valenza negativa che crea ansia in colui che ne è oggetto, si tende
a insegnare ai bambini a non farlo. Secondo Joe Navarro ( Non mi freghi!, Venezia 2010, Sonzogno di Marsilio Editori S.p.A.
), alcuni studi : << .. hanno
dimostrato che un pubblico ministero dovrebbe evitare di indicare un imputato
nel corso della dichiarazione di apertura. È un comportamento che ai giurati non
piace perché, secondo loro .. >>, costui : << .. Non ha il diritto di segnare a
dito finché non ha provato le sue accuse. È molto meglio fare gesti a mano
aperta ( palmo all’insù ) nei confronti dell’’imputato. Solo una volta esposte
le prove, nell’arringa finale, il pubblico ministero può permettersi di
indicare il colpevole. .. >>.
Ne consegue che se s’impartisce un ordine puntando l’indice ma tenendo però il palmo
girato verso l’alto l’interlocutore non sente la richiesta come una
prevaricazione ed eseguirà più volentieri quanto gli viene richiesto.
Pare che in Olanda usi “ affilare “ un indice con un altro,
quasi come se si stesse rendendo tagliente una lama per poter ferire più
efficacemente l’altro. Ovvio che, se non si tratta di un atto scherzoso, è da
valutare con una certa apprensione.
A quanto pare in Giordania
e in Libano quando l'indice destro si
infila in una «V» formata dalle dita della mano sinistra può voler dire :
<< Ti violento >>, oppure indicare una pugnalata simbolica. In
entrambi i casi non si tratta di uno scambio di gentilezze.
In Italia mordersi simbolicamente la nocca
dell'indice piegato significa che il soggetto è arrabbiato e fa a se stesso
ciò che vorrebbe fare all'interlocutore.
c
) Segnali d’indicazione spazio-temporali
Quando qualcuno chiede dov’è un determinato posto
viene spontaneo indicarglielo con
l’indice se è vicino oppure, se è lontano, spiegargli come ci si arriva sempre indicando con l’indice la
direzione da prendere. L’indicazione congiunta, verbale e gestuale, serve a
completare il quadro chiarificatorio sul dove andare : come a dire che in tal
modo si è fatto il possibile per far comprendere all’altro dove dirigersi.
Solo l’uomo è in grado di compiere simili segnali
con le dita. Questi e altri gesti inoltre, allorché cominciammo a unirci in
comunità e a cacciare, divennero particolarmente importanti per indicare silenziosamente
ai colleghi dove posizionarsi, ordinare l’azione e coordinare le persone
coinvolte in inseguimenti furtivi. Del resto data l’esperienza positiva avuta
in questo contesto la cosa prese campo in altri contesti.
Alzare la mano, con il
palmo rivolto verso il compagno e l'indice eretto, viene eseguito in
un contesto formale allo scopo d’attirare l’attenzione dell’insegnante o del
cameriere. Si tratta di
un atto diffuso in tutto il mondo.
In
contesti religiosi l'indice viene alzato alto in aria per indicare che
quanto va affermando è conforme ai dettami di Dio. Anche in questo caso il
gesto è diffuso in tutto il mondo.
Tipico
dei paesi occidentali è l’alzare l’indice sopra la testa quando uno
sportivo vince una competizione, a indicare d’essere il numero uno.
Leccando l'indice per poi tracciare un immaginario «1» nell'aria si
mima il segnare i punti su un tabellone. E’ un gesto un po’ teatrale che viene spesso usato in Occidente per
irridere chi dava torto al punto di
vista.
Si fa compiere all'indice
rigido, tenuto orizzontalmente, una qualche rotazione con movimenti
semi-circolari. per lasciar
intendere che ci si vedrà più tardi. Secondo Desmond Morris (, I gesti nel mondo, Milano
1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A ) in questo modo : << .. il
dito descrive un movimento in avanti, come se voltasse le pagine del tempo, o
seguisse il corso del sole. .. >>.
Se l’atto accompagna
spiegazioni verbali può pure sottendere e facilitare la comprensione che
l’incontro avvenga l’indomani oppure dopodomani. In questo caso tuttavia intero l’atto è ripetuto, dopo una breve
pausa, una seconda volta, a significare che, passato il primo giorno ne
seguirà un secondo prima che ci si veda.
Il fare cenno con l’indice piegandolo e distendendolo più volte, avendo
il palmo della mano rivolto verso l'alto e tutte le altre dita chiuse,
invita l’altro ad avvicinarsi. L’intento può essere sarcastico o malizioso.
Quando l'indice destro di un abitante dell’Arabia Saudita batte leggermente sulle punte delle dita dell’altra mano riunite a
grappolo intende dire che quella persona ha almeno cinque padri, ovvero uno
per dito visto che l'indice destro sta per il figlio. Non si tratta certo di un
complimento visto che s’intende dire che sua madre è una puttana.
Puntare perpendicolarmente l’indice di una mano sul palmo dell’altra è
un insulto ebraico che suona così : « Sulla
mia mano crescerà l’erba prima che quanto dici diventi vero».
Tipicamente italiano invece è l’unire pollice e indice a mò di O con il palmo della mano rivolto
verso l'alto e la mano che si muove diverse volte avanti e indietro tra chi
compie l’atto e il suo interlocutore. Più spesso si fa lo stesso movimento con la punta del pollice poggiato
sui polpastrelli delle altre dita ma il significato, piuttosto irrisorio, è lo stesso, ovvero : << ..
Che minchia vai dicendo? .. >>.
Spesso si uniscono
pollice e indice a formare una O. La cosa può simboleggiare lo zero e
quindi voler indicare che tizio o caio valgono meno di niente. Se si discorre
con persone che con lo stesso gesto intendono far sapere che va tutto bene ( ok
), si possono creare equivoci più o meno assurdi.
In
Sudamerica toccare la parte sotto al mento con la punta dell'indice mentre
il viso adotta un'espressione dolcemente sorridente, viene usato per
insultare la virilità di un uomo facendo capire che «È effeminato.».
In Grecia, indice e medio puntati vengono spinti vigorosamente verso l'interlocutore,
come per buttargli qualcosa in faccia. Si tratta di un gesto chiamato «Moutza-a-metà» che viene usato
come forma di insulto grossolano per mandare all’inferno la persona invisa.
In
Arabia Saudita può capitare di vedere che l'indice sinistro venga posto
sotto una «V» rovesciata formata dall'indice e dal medio della mano destra. il gesto imita l'azione che si compie per
cavalcare e la «V» rovesciata rappresenta le gambe del fantino. Il significato
dell'insulto è : «Ti cavalcherò come un asino».
In Inghilterra ( ma non
solo ), il descrivere una O orizzontale
con il pollice e con l’indice che si muove in alto e in basso indica che la
persona in oggetto è capace di soddisfarsi sessualmente unicamente masturbandosi.
L’unire pollice e indice ad anello tenendolo
orizzontale simboleggia un orifizio. Si tratta di un
gesto molto antico che è stato addirittura ritrovato in alcuni vasi dipinti risalenti
alla Grecia antica. Anche se può riferirsi sia all’orifizio maschile che a
quello femminile, oggi il gesto viene usato quasi sempre per sottolineare l’omosessualità
o l’effeminatezza maschile. Pare che sia in uso in Germania, Sardegna, Malta,
Tunisia, Grecia, Turchia, Russia, Medio Oriente e alcune parti del Sudamerica.
L'indice rigido viene
inserito in un anello formato dall'altra mano stretta a pugno. Il dito viene
poi mosso in su e in giù nell'apertura in modo ritmico, imitando così l'inserimento
del pene nella vagina. Il gesto viene usato sia come azione volutamente oscena,
sia come sfacciata richiesta di sesso.
Stesso significato ha il
gesto, comune in Sudamerica, di spingere l'indice teso della mano destra contro la
mano sinistra, in modo
tale che vada a introdursi tra il pollice e l'indice sinistro.
In Egitto battere gl’indici uno contro l’altro
viene inteso come : «Vieni a letto con me.». La ragione per cui questo gesto
viene interpretato così sta nel fatto che in questa regione le dita
rappresentano l'uomo e la donna che hanno un contatto sessuale.
Può capitare di vedere
uno spagnolo tenere l'indice in basso
con il pollice. Il gesto descrive il segno della croce formata dall'indice
e dal pollice e implica che l'altro è così cattivo da indurre chi lo fa a
richiamare la protezione divina contro di lui. Per chi comunque ha poca
dimestichezza con la religione resta il fatto che chi è così indicato viene
insultato in quanto spregevole.
Nel
Galles, in Germania e in Austria
può capitare di vedere un tizio
che, davanti a un altro, sfrega un indice contro l'altro, come
per «tagliarlo». La cosa simboleggia il “ segare “ l’altro indice e potrebbe
voler significare ciò che costui vorrebbe fare all’altro. Nel migliore dei casi
indica che v’è dell’attrito.
e
) Segnali amichevoli
In Europa chiudere il pollice e l'indice a mò di O
portandoli poi alle labbra, per baciarli prima e allontanarli poi, significa che ciò che si vede o si
gusta è “ delizioso “. Non a caso si tratta di dare un bacio ( ovvero il segno
umano di maggior gradimento accettato in pubblico ), alle dita della mano
chiuse come se tenessero un qualcosa che in questo caso funge dall’oggetto o dalla
persona gradita
Anche in
questo caso il pollice e l'indice della mano formano una «O» verticale e come la maggior parte di questo tipo di
gesti il suo significato trae origine dal cercare di far presa visiva
sull’interlocutore circa la bontà della propria spiegazione. L’atto infatti
mima il tenere in mano un qualcosa di piccolo ma prezioso o quanto meno curioso
e così è invalso l’uso di adottarlo quando si vuole essere molto precisi nel
discorso. Dato questo aspetto ne è conseguito, in alcune regioni, il segnalare
un qualcosa di bello oppure fatto molto bene e, vista l’influenza che gli USA
hanno conquistato, il loro OK, che aveva appunto questo significato è
divenuto noto in tutto il mondo.
Nella maggior parte dei paesi arabi però questo significato non ha preso
piede, soprattutto perché lì vi sono due altre versioni di questo gesto, una
minacciosa e una oscena.
In Medio Oriente affiancare gli indici tenendoli premuti l'uno contro l'altro oppure sfregandoli leggermente, indica
l’andare d’accordo. Nell’Africa del Nord lo stesso gesto significa essere molto
amici.
Una variante avente lo stesso significato è usata in Arabia Saudita e
consiste nel mostrare al compagno l'indice e il medio tenuti
saldamente l'uno contro l'altro. L’amicizia in questo caso sarebbe dimostrata dalla vicinanza delle due
dita.
Un altro atto significante amicizia e comune
in tutto il mondo consiste nel tenere agganciati gli indici. In
Marocco tuttavia vuol dire inimicizia. Per quanto stramba possa pare la cosa e
ingenerare confusione in questa nazione agganciare gli indici indica attrito
perché prima o poi le due dita dovranno sganciarsi.
Nei paesi cattolici si usa la
mano pantea ovvero sollevata con il palmo rivolto in fuori, il pollice, l'indice e il medio tesi
mentre le altre due dita sono piegate. E’ il tipico gesto con cui i prelati
impartiscono le loro benedizioni e secondo alcuni le tre dita tese e unite
simboleggiano la Santa Trinità. Altri aggiungono che le dita tese e unite immobilizzano
la mano rendendole impossibile sia l'azione di afferrare che di stringere e
spingere. Si tratterebbe dunque di un
atto dal carattere già di per sé tranquillizzante visto che in ciò
l’interlocutore non intravvede alcuna possibile minaccia; ma che viene esaltato
dall’aggiungersi della valenza simbolica del divenire oggetto del favore
divino.
In Arabia Saudita la falange media dell'indice piegato viene
simbolicamente morsa a dimostrazione di quanto dispiaccia il comportamento
tenuto. Si tratta dunque di una sorta di
autopunizione, da non confondere con il gesto di mordere l’indice che è
un atto più minaccioso anche se controllato .
f ) Rimproveri
Pare che in America del Nord usi strofinare
in su e in giù un indice contro l'altro. Un tale atto simboleggerebbe un
attrito ed eseguito davanti all’interlocutore suonerebbe come un rimprovero. A
me verrebbe da pensare che s’intenda far
capire all’altro che in quel contesto vi è della tensione ma Desmond Morris ( I gesti nel
mondo, Milano 1995, Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A ), la pensa diversamente.
g
) Ordini
Quando l'indice viene portato alle labbra e tenuto
per un attimo in quella posizione è come se bloccasse simbolicamente la
parola. Il gesto quindi invita perentoriamente al silenzio ed è conosciuto in
tutto il mondo.
Una variante del portare l’indice alle labbra e
tenervelo per un attimo per imporre
il silenzio consta nell’ avvicinarlo
alle labbra e poi soffiarvi sopra.
Pare che in Arabia Saudita facciano così
h
) Indicazioni qualificative
In Italia, Medio Oriente
e Sudamerica si usa, per indicare un qualcosa di molto piccolo, tendere
l'indice orizzontalmente e appoggiare il pollice sulla prima falange. Più
spesso però, per evidenziare meglio le piccole dimensioni della cosa si usa
fare la stessa cosa con il mignolo.
Quando in Giappone
l'indice viene tenuto brevemente piegato come se fosse “ agganciato “,
s’intende far capire che si considera la persona in questione un ladro. Secondo
Desmond Morris ( Desmond Morris, I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
) : << .. Il gesto imita il comportamento di un ladro che porta via
qualcosa a qualcuno .. >>, ma a dire il vero l’atto in se a me non dice
proprio nulla.
Quando in Giappone si
vede l’interlocutore battere insieme e rapidamente gli indici, significa che i
rapporti fra coloro che si sottende sono tesi.
In Italia del Sud e in
Grecia battendo un indice contro l’altro s’intende riferito a due sposati.
Quando uno spagnolo appoggia
gli indici uno contro l'altro e poi li stacca bruscamente, muovendoli avanti e
indietro vuole significare o rafforzare l’affermazione discorsiva che i due in
questione sono nemici o comunque in disaccordo. Secondo Desmond Morris (
Desmond Morris, I gesti nel mondo,
Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A ) pare che in spagnolo un
tale gesto si chiami : “De punta “, ovvero : “ In disaccordo “.
In Giappone, se si
uniscono pollice e indice a formare una O s’intende parlar di soldi e se si fa
ciò mentre si discorre con persone che con lo stesso gesto intendono far sapere
che va tutto bene ( ok ), si possono creare equivoci più o meno assurdi.
Se si uniscono pollice e
indice a formare una O, tenendo però la mano orizzontalmente e si enfatizza la
cosa con uno o più brevi movimenti verticali della mano, s’intende che la cosa
non solo va bene ( come con il gesto dell’ok ), ma è perfetta. Secondo Desmond
Morris ( Desmond Morris, I gesti nel mondo,
Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A ), si usa fare ciò in
Sudamerica.
In Italia se qualcuno
chiude il pollice e l'indice a mò di O ma questa è rivolta verso il basso, è
probabile che si riferisca a una persona giusta e retta.
In Olanda e nel
napoletano è in uso indicare una persona o una situazione molto bella o
comunque deliziosa chiudendo il pollice
e l'indice a mò di O, tenendolo orizzontale e muovendo la mano lateralmente.
In Italia, paese cattolico per eccellenza, è in uso tracciare il segno
della croce cristiana nell'aria con l'indice teso. L’atto mima il segno della
croce e spesso si usa come un giuramento, ovvero a riprova che quanto si
afferma è veritiero.
In Sudamerica gli indici vengono inanellati, con uno che spinge l'altro
indietro. Si tratta di una variante degli indici agganciati, che però in questo
caso viene compiuto da una persona sola invece che da due. L'inanellamento
delle due dita simboleggia il potente legame tra un uomo e una donna che si sono
sposati.
In Libano, Siria e Arabia Saudita, l'indice viene introdotto orizzontalmente
nella bocca, morsicato, quindi tolto e scosso. Il gesto paia voglia
significare che si è fortunati in quanto il dito «aggredito» è stato abbastanza
favorito da «scappare».
Negare con l'indice teso movendolo da destra a sinistra e viceversa,
ricorda lo scuotere la testa ed è usato con lo stesso significato negativo. Non
è detto tuttavia che il rifiuto sia sempre netto. Spesso può avere un valore
più scherzoso e quindi indicare che la persona è meno determinata a mantenerlo.
Alcune tribù indiane del Nordamerica tengono l'indice leggermente curvo
e viene puntato verso il basso. In questo modo la mano compie il gesto verso il basso che di
solito viene compiuto dalla testa., ovvero dicendo un bel no!
Sganciare gli indici e allontanarli forzatamente rappresenta il
contrario dell’unirli a gancio. Se in questo caso infatti si suole indicare
l’unione fra due persone, lo sganciarsi implica marcare il fatto che il
sodalizio è rotto. Esiste anche una variante con i mignoli al posto degli
indici.
Tenere la punta dell'indice piegato tra le labbra mentre la persona
pensa è la versione adulta del succhiarsi il pollice infantile e ha lo scopo di
ricostruire quell’atmosfera così confortevole di cui il piccino poteva
momentaneamente fruire.
Nei paesi arabi invece succhiarsi brevemente l'indice teso e poi
tirarlo via, sta a indicare che non si hanno più soldi.
Quando un hombre colombiano «sega» con l'indice destro la punta
dell'indice sinistro teso, quasi a tagliarlo in due,
intende ripartire il ricavato a metà.
Non deve sorprendere se, nel mentre uno espone il proprio punto di
vista, l’altro tenga l’indice teso o leggermente piegato sulle labbra, di traverso;
la nocca all’incirca sopra l’apertura della bocca oppure prema il polpastrello
sulle labbra. In entrambi i casi chi lo fa ha dei dubbi al riguardo a quanto
affermato dall’altro ma non intende o non può manifestare un aperto dissenso.
L’origine del segno è nel respingimento infantile di un alimento
sgradito oppure offerto da una persona invisa.
In Francia puntare l'indice di lato sotto il naso viene chiamato «Sous
le nez» o semplicemente «Pfuit» e chi lo compie vuole far sapere che ha fatto
tardi e non è riuscito a raggiungere un certo risultato.
i ) Riferimenti bibliografici
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gesti che seducono, Milano I998, Giovanni De Vecchi Editore
Anna Guglielmi,
Il linguaggio segreto del corpo, Casale
Monferrato, II Edizione 2000, Edizioni Piemme S.p.A.
Giuseppe
Maffeis, Guida pratica – Il linguaggio
del corpo, Milano 2011, Edizioni Riza S.p.A.
Samy
Molcho, I linguaggi del corpo, Como
I997, Lyra Libri
Desmond
Morris, I gesti nel mondo, Milano 1995, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Desmond
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Milano, V edizione 1987, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Desmond Morris,
L'occhio nudo, Milano I edizione
Oscar saggi Mondadori 2002, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Desmond
Morris, L'animale uomo, Milano 1994, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A
Joe
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Venezia 2011, Sonzogno di Marsilio Editori in Venezia
Joe Navarro, Non mi freghi!, Venezia 2010, Sonzogno di Marsilio Editori S.p.A.
Marco Pacori, I
messaggi segreti del corpo, Milano 2012, Giunti Editore S.p.A.