Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

giovedì 6 luglio 2017

Il Tipo 5 dell'Enneagramma, detto anche l'Osservatore : settimo paragrafo

Passivo-aggressivo, è impavido e solitario.


Il 5 è un passivo-aggressivo[1] perché, pur non combattendo apertamente le richieste invise, evita di soddisfarle. Un comportamento del genere tuttavia, che non prelude a una brillante risoluzione del problema in quanto il nostro tipo teme uno scontro aperto, fa si che, sia la propria l’autostima, sia l’opinione che ha del prossimo non sia molto alta. Come l’1 ossessivo dunque, manifesta una forte ambivalenza solo che questi la combatte autodisciplinandosi a essere ordinato, preciso, scrupoloso e competitivo, in modo da sentirsi Ok in un mondo che non lo è mentre il 5, che non riesce a fare come quello, né a organizzarsi diversamente,  non  sfugge l’interiore convivenza di pulsioni opposte. Rimane così preda dell’irresolutezza e manifesta comportamenti contraddittori, a volte bizzarri e imprevedibili.
Secondo Naranjo[2] il 5 manca : << .. Di capacità pratiche .. >>, e ha : << .. Ripugnanza per ogni specie di pubblicità. .. >>. Si : << .. Lascia tormentare e sfruttare nel modo più indegno purché lo si lasci seguire in pace il corso delle sue idee .. >>, ed è : << .. Cattivo docente giacché nell’esercizio della sua attività didattica pensa alla materia d’insegnamento invece di limitarsi a esporla. .. >>.
Avendo poi bloccato i sentimenti suscitati da un qualsiasi oggetto, colpisce per : << .. La sua tranquillità o passività o anche per un razionale dominio di sé .. >>. Data una simile premessa ne deriva pure la mancanza : << .. Di qualsiasi effusione e l’oggetto, se ne è cosciente, ha costantemente l’impressione di essere tenuto in poco conto. .. >>.
Può inoltre : << .. Facilmente porre a un altro il problema generale del perché si esista e quale sia la ragion d’essere degli oggetti .. >>, dato che secondo lui : << .. Tutto ciò che è essenziale accade senza di noi. .. >>.
Il 5 non ha paure perché la : << .. Perdita di consapevolezza dei sentimenti e anche un’interferenza con l’insorgere del sentimento .. >>[3], conducono all’insensibilità.
Sempre secondo Naranjo[4] i 5 vivono : << .. Un'atmosfera di occultamento. Non si svelano direttamente e sono le persone più nascoste di tutte.
Anche i Sei hanno paura ma non sono altrettanto nascosti. Non nascon­dendosi sono più in contatto con le loro paure; mentre, nascondendosi, i Cinque non lo sono. I Cinque non hanno paura perché evitano le situazioni che la risveglierebbero. Naturalmente possono dire : " Non ce la faccio a parlare a mio padre ", " Non oso parlare al mio capo ", " Non me la sento di chiedere un aumen­to ", " Non ho il coraggio! ". Ma questo non è sentire la paura, è una fantasia su ciò che potrebbe fare paura. Spesso questo carattere anticipa la paura. Spinti .. >>, però : << .. Da altri a fare qualcosa, si rendono conto che non hanno paura. Per­tanto, quando non evitano le cose, capiscono di non essere intimoriti come immaginavano. Può trattarsi di un'angoscia inconscia.
Non sentire e non agire ma essere osservatori della vita, conduce natu­ralmente alla sensazione di non stare vivendo e ciò può stimolare un desi­derio di esperienze. Dal conflitto tra la paura e il desiderio di esperienze nasce la sete di conoscenze e il desiderio di vivere senza entrare nella vita. .. >>
Secondo la Palmer[5] i : << .. Cinque si sentono vivi quando sono soli. Spesso .. >>, dunque : << .. Devono allontanarsi dagli altri per ricaricare le batterie e lasciar emergere i sentimenti che hanno sospeso mentre erano in compagnia. .. >>. La cosa fa si che amino : << .. Stare in compagnia dei propri pensieri e, a meno che la privacy non diventi isolamento, raramente sono annoiati  per non avere nulla da fare. .. >>.
Visto poi che : << .. Non cercano l’approvazione degli altri, vogliono l’indipendenza economica .. >>, ed : << .. Esigono la libertà di andare e venire a piacere .. >>, possono vivere in piena autonomia : << .. Rimanendo in casa in felice compagnia dei propri progetti e fantasie. .. >>. Solo che : << .. L’amore della privacy diventa solitudine se il Cinque si isola e non esce più da se stesso. .. >>. E’ in questo frangente che, se : << .. Nasce un desiderio di contatto, si accorge della difficoltà di andare verso gli altri e di quanto spesso rimane a osservare la vita che trascorre. .. >>.
Essendo comunque umani, spiega Naranjo[6], e : << .. Avendo bisogno di relazioni, concentrano tutto in una o due amicizie. Da ciò nasce una grande necessità di ave­re fiducia, il bisogno di fidarsi con grande intensità di questi pochi eletti. .. >>.




[1] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[2] L’autore qui si rifà a quanto scritto da Carl Gustav Jung in Tipi psicologici, Opere, vol. 6, edito a Torino nel 1979 da Boringhieri
[3] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[4] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
[5] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[6] Claudio Naranjo, Gli Enneatipi in psicoterapia, Roma 2003, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore

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