Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

lunedì 1 maggio 2017

Il Tipo 5 dell'Enneagramma, detto anche l'Osservatore : quinto paragrafo

Si aiuta con tattiche discorsive e idealizza l’autonomia


Secondo Beesing, Nogosek e O’Leary[1] i 5 hanno : << .. Difficoltà a sostenere conversazioni .. >>, normali, vuoi in quanto ricercando l’esattezza : << .. Di giudizio su ciò che è osservabile .. >>, vogliono : << .. Evitare di essere sciocchi .. >>, vuoi perché ritengono che : << .. Per arrivare a un giudizio corretto sia indispensabile affrontare da soli la fase di studio e di ricerca .. >>, (  solo così non si sentono : << .. Svuotati e vani .. >> ). Dicono poi : << .. Solo in parte ciò che sanno .. >>, poiché il raccontare tutto li ha spesso lasciati : << .. Con una sensazione di vuoto .. >>, che li ha indotti, dice Eric Salmon[2], a pensare che : << .. Meno si dà, più ci si sente sicuri .. >>.
Sempre Beesing, Nogosek e O’Leary[3] spiegano che soventemente i 5 : << .. Attendono proprio la fine di una riunione prima di aggiungere qualcosa e di sintetizzare brillantemente quanto è stato detto. .. >>. Se invece : << .. Comunicano le loro riflessioni, lo fanno come se si trattasse di un trattato : danno prima un quadro generale sud­diviso in vari punti e poi si sforzano di chiarirli uno per uno. Dato che questo tipo di esposizione non è la più adatta a una conversazione rilassante, può provocare un senso di noia negli altri, il che viene interpretato dai tipi cinque come una dimostrazione di superficialità. .. >>.
Gli autori affermano poi che : << .. Per sfuggire la noia se ne vanno con discrezione senza dare una spiegazione o perfino senza salutare .. >>, e, visto che per costoro : << .. Il tempo è prezioso .. >>, non vogliono sprecarlo facendo cose che non apportano : << .. Loro alcun beneficio. .. >>. Hanno poi : << .. Uno scarso senso del presente, che fa loro dimenticare facilmente i nomi e perfino non riconoscere  persone incontrate di recente. .. >>.
Se lodati per la loro cultura : << .. Probabilmente rispondono che in verità non hanno avuto abbastanza tempo per imparare tutto al riguardo. Questa non è falsa modestia ma il modo in cui veramente percepiscono la realtà. Per loro non c'è mai abbastanza tempo per cono­scere una questione così bene come dovrebbe sempre essere. .. >>.
Possono inoltre : << .. Presentarsi inaspettatamente a un raduno e restare lì con gli altri senza però parteciparvi veramente. .. >>. Se gli si chiede : << .. Come si sentono, probabilmente rispondono dicendo cosa pensano .. >>, e questo perché : << .. Percepiscono la realtà in base a ciò che è significativo piuttosto che in base a ciò che è sentito. .. >>. E’ per lo stesso motivo che quando : << .. Parlano, la loro voce ha poche inflessioni emotive. .. >>, e ha un tono : << .. Molto basso .. >>.
Hanno poi : << .. Uno speciale senso umoristico, che tende a diventare senso dell’assurdo .. >>, e che : << .. E’ generalmente apprezzato dagli altri, specialmente perché salta fuori inaspettatamente. .. >>. Fanno di tutto infine per : << .. Esprimersi in un linguaggio conciso e comprensibile : è infatti importante per loro essere compresi dagli altri. .. >>.
Naranjo[4] spiega che : << .. Il grande bisogno di autonomia .. >>, dei 5 : << .. E’ il comprensibile corollario della rinuncia al rapporto cogli altri. .. >>. Secondo la Palmer[5] infatti, i 5 che sono diffidenti : << .. Perché i desideri potrebbero renderli dipendenti da altri .. >>; sono poi interiormente : << .. Vuoti e incapaci di agire per ottenere, diventano estremamente attaccati al poco che hanno. .. >>. Vivono così : << .. Un’atmosfera di scarsezza .. >>, in quanto preferiscono : << .. “ L’indipendenza “ alla soddisfazione. .. >>.
Sempre per l’autrice, visto che : << .. La loro indipendenza si basa sulla capacità di distogliere l'attenzione dalla vita emotiva e istintiva, con lo spiacevole effetto collaterale di vivere soprat­tutto a livello mentale .. >>, sanno : << .. Vivere bene da soli, hanno bisogni modesti, traggono soddisfazione dalla loro vita fantastica e non si fanno sviare spendendo tempo ed energia in cose inutili. .. >>. Ciò fa si per altro che : << .. Nei momenti difficili .. >>, preferiscano : << .. Ridurre le proprie pos­sibilità piuttosto che ricorrere ad altri per aumentarle. La reazione preferita è la ritirata : riduzione delle spese, riduzione dei bisogni personali alle necessità primarie e nessuna dipendenza dagli altri. Il pensiero " non ne ho bisogno, posso farne a meno " dà un senso di indipendenza.  .. >>.
Secondo Naranjo[6] il 5 idealizza l’autonomia e ciò : << .. Rinforza la rimozione dei desideri .. >>, ( esaltando così la spartanità che è : << .. Un corollario dell’evitamento dei rapporti .. >> ).




[1] Maria Beesing – Robert J. Nogosek - Patrick H. O’ Leary, L’Enneagramma, Cinisello Balsamo 1996, San Paolo Edizioni
[2] Eric Salmon, Il manuale dell’Enneagramma, Bresso 1997, Hobby & Work Italiana Editrice S. p. A.
[3] Maria Beesing – Robert J. Nogosek - Patrick H. O’ Leary, L’Enneagramma, Cinisello Balsamo 1996, San Paolo Edizioni
[4] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
[5] Helen Palmer, L’Enneagramma, Roma 1996, Astrolabio
[6] Claudio Naranjo, Carattere e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio

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