E’
autodisciplinato, competitivo e preferisce cure alternative
Secondo
Vollmar il 4 non : << ..
E’ in nessun caso un debole : sa come investire tutte le energie per
raggiungere i suoi obiettivi. La sua debolezza consiste piuttosto nella
tendenza a reagire con furore ferito o offensivo se non ottiene ciò che vuole
.. >>, ( tant’è vero : << ..
Che se i suoi scopi sono collegati ad altre persone, il senso di delusione che
prova si può trasformare in sentimenti di odio profondo .. >> ).
Che il 4 non
sia fragile, scrive Naranjo[2],
lo denotano la ricerca della : << .. Raffinatezza .. >>, e l’adozione di uno stile di
vita elevato, cose che presuppongono l’esercizio della : << .. Disciplina
.. >>, ( elemento fondamentale per chi come : << .. Il tipo Quattro
cerca di essere migliore di quello che è .. >> ).
Sempre
l’autore scrive che il 4 ha, in : << .. Comune con l’1 .. >>, un :
<< .. Forte super-Io .. >>, anche se : << .. Il suo ideale
dell’Io è più estetico che etico .. >>, e : << .. Ha una
consapevolezza più acuta dei criteri che lo guidano. .. >>. Avere il
super-Io sviluppato del resto implica appunto autodisciplina ed è per questo
motivo che poi lo studioso parla di : << .. Tenacia e di orientamento
alle regole. .. >>, e del fatto che : << .. L’amore per il
cerimoniale riflette tanto le caratteristiche estetico-raffinate quanto
l'attaccamento alle regole. .. >>. Senza contare infine che : << ..
Un forte Super-Io è attivo nella propensione alla colpa tipica di questo
carattere, nel suo senso della vergogna, nell'odio verso se stessi e
nell’autodenigrazione. ..
>>.
Secondo la
Palmer il 4 è molto competitivo
e ciò in quanto ha : a ) << .. Bisogno di apparire adeguato rispetto agli
occhi del compagno .. >>, cosa che : << .. In un rapporto a
carattere non sessuale ( .. ) assume i caratteri del “ volere il rispetto dei
migliori “ .. >> ; b ) << .. La pressione dell’invidia .. >>,
spinge a volere assolutamente ciò : << .. Che sembrerebbe promettere la
felicità. .. >>. Solo che, paradossalmente, quando : << .. I
risultati cominciano a manifestarsi l’attenzione si sposta su qualcos’altro. .. >>.
Riassumendo dunque,
la radice della competitività del 4 è da ricercarsi nella volontà di rivalsa
causata dall’invidia provata e al riguardo ( << .. L’invidia è un forte
movente .. >> ), è interessante leggere quanto scrive Naranjo[4]
:
<< .. Vi
è un’invidia competitiva ( .. ), nella quale
( .. ) si può dire che vi sia ribellione davanti alla cattiva autorità
insieme a un’alleanza e identificazione con la madre.
( .. ) Potremmo immaginare che questa forma più
aggressiva d’invidia, che si traduce in risentimento e scontento, possa
costituire una forza di rinnovamento sociale ma, giacché lo scontento
competitivo non è solo un sentire dei nullatenenti nei confronti dei
privilegiati bensì un fattore più universale presente nelle relazioni umane, si
fa particolarmente problematico. Porta infatti a un’eccessiva separazione, che
interferisce con un sano consenso in situazioni
di mutuo interesse; così si può dire che stimoli la faziosità intrinseca
in ogni sistema politico, nel quale la lealtà agli interessi dei partiti interferisce
con la lealtà al bene comune e, fomentando la disintegrazione, finisce con il
contribuire alla paralisi. .. >>.
Per Rognoni[5]
il 4 ricorre : << .. Volentieri alle medicine alternative (
omeopatia, ayurveda ecc. ). .. >>. Va poi a periodi : in certi si :
<< .. Preoccupa per ogni minimo sintomo, in altri, totalmente proiettato
in una dimensione spirituale, trascura completamente il proprio fisico. ..
>>.
Naranjo[6]
invece riferisce che i Romantici - Tragici : << .. Vanno dal medico come
se andassero a fare shopping .. >>, e : << .. Fanno di tutto per
sottoporsi a interventi chirurgici .. >>. Questo : << .. Anche di
fronte alla riluttanza dei medici. .. >>.
Claudio Naranjo, Carattere
e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio
Helen Palmer, L’Enneagramma,
Roma 1996, Astrolabio
Claudio Naranjo, L’ego patriarcale, Milano 2009, Urra – Apogeo S.r.l.
Andrea Rognoni, L’Enneagramma,
Milano 1997, De Vecchi
Claudio Naranjo, Carattere
e nevrosi, Roma 1996, Astrolabio. L’autore qui cita quanto scritto da Eric
Berne nel suo A che gioco giochiamo?,
edito a Milano nel 1967 da Bompiani
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