Perché l'uso del concetto di Paideia e di Cultura a 360°

Perché l'uso del concetto di Paideia e di cultura a 360°

Dall'iniziale esaltazione dell'aretè, ovvero il culto del coraggio, della valenza fisica e dell'astuzia, gli uomini di cultura e i politici greci vennero man mano delineando una più complessa idea di uomo valente. Costui infatti, accanto al coltivare l'àristoi, ossia l'essere prode, doveva curare : << .. Il padroneggiamento della parola ( .. ) qual segno della sovranità della mente .. >>, ( Werner Jaeger, Paideia, Milano II Edizione Bompiani Pensiero Occidentale 2011, RCS Libri S. p. A. ). E' così che il concetto greco di Paideia prese la sua forma definitiva.

Da allora sono passati più di 2000 anni ma la bellezza e il fascino della visione di come quei " grandi " ritenevano dovesse essere l'uomo ideale non solo non è sorpassata ma, stante la decadenza della nostra Società, è quanto mai attuale.

Ed egualmente fondamentale, oggi come allora è la determinazione delle qualità, virtù ed abilità che il soggetto d'elite debba aver maturato. Doti e nozioni che a mio parere possono rilevarsi soltanto cominciando a pubblicizzare e studiare quanto di meglio i ricercatori scientifici e i nostri " geni " abbiano scoperto nei loro studi attorno all'uomo e alla società.

.. Quanto al resto .. E' solo ciccia! ..

sabato 23 giugno 2018

Ancora sulla possibilità di un default dell'Italia


E’ probabile che la Banca Centrale Europea a fine anno smetta di acquistare i Titoli di Stato Europei in scadenza. Ciò significa che allorquando lo Stato Italiano presentasse nuove richieste di finanziamenti a copertura della spesa pubblica non troverà più Draghi pronto a comprarglieli tutti, con il beneficio di far abbassare il tasso d’interesse che lo stato italiano dovrebbe pagare per averlo ricevuto. D’ora in poi dovrà rivolgersi al Mercato che storce il naso a prestare soldi a chi non si sa se sarà in grado di restituirli e quindi salirà il tasso d’interesse annuo che lo Stato s’accollerà pur di chiudere con successo la transazione.

Più lo Stato richiederà prestiti  più dovrà  pagare interessi e alla scadenza dei titoli dovrà rimborsarli. Non è detto che ce la possa fare e quindi è possibile che il nostro Stato faccia crac!

Come potrebbe uscirne fuori? Aumentando fuori di misura le tasse, cosa insostenibile per la popolazione oppure comportarsi come in questi ultimi 100 anni hanno fatto quegli stati che hanno avuto situazioni finanziarie difficili.

Vediamo cosa ricorda Vincenzo Somma, Direttore di Altroconsumo Finanza nel numero 1275 del 19 giugno 2018.

In Argentina e in Grecia a esempio lo Stato a colpi di decreto ingiunse i detentori di Titoli di Stato a scambiare i propri con nuovi a scadenze lunghissime e con cedole incerte.

In Italia, col Prestito Littorio del 1926 il Governo Fascista convertì Titoli di Stato a breve o medio termine in Titoli trentennali.

Nixon negli USA abbandonò la convertibilità del dollaro in oro, con la conseguenza che da lì in poi nulla gli vietò di far stampare dollari in quantità smisurata.

Nel secondo Dopoguerra invece il debito pubblico italiano fu abbattuto dall’iperinflazione e questo prima che Einaudi stabilizzasse la lira. Ciò significava che chi doveva rimborsare un prestito di un milione a esempio, pagando mensilità di 100.000 lire arrivò un certo punto con un tale aumento dei prezzi cui grosso modo teneva dietro la crescita salariale, ecc. che mettere insieme quelle 100000 lire non era più un grosso problema mentre lo era per il creditore che quando avesse recuperato l’intera somma imprestata avrebbe visto ridotto magari del 50-60% il suo valore d’acquisto.

In caso di crac dello Stato poi le nostre banche, che detengono il 15% dei nostri Titoli di Stato si ritroverebbero in cassaforte con della cartastraccia e questo avrebbe effetti deleteri sulla loro tenuta e quindi potrebbe esservi la possibilità di fallimenti a catena.

.. E vi assicuro che se lo Stato fallisse e così pure una buona parte delle nostre banche, anche noi cittadini non ci sentiremo molto bene!


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